Black Star Line Festival. Sulle orme del profeta Garvey
Si è appena svolta ad Accra, capitale del Ghana, la prima edizione del Black Star Line Festival, manifestazione culturale che si prefigge di riallacciare i legami tra il Paese africano e la sua diaspora.
Ad unire le due sponde dell’Atlantico in questo inizio 2023 sono stati gli artisti, le star internazionali vincitrici di premi Grammy come Erykah Badu, T-Pain e Chance The Rapper che si sono esibite con gli altrettanti famosi ghanesi quali Sarkodie, Manifest e The Asakaa Boys come riferisce bbc.com.
L’anno del ritorno
Il Festival nasce sulla scia dal programma culturale e campagna turistica Anno del ritorno lanciata nel 2019 dal presidente Akufo-Addo in occasione del 400° anniversario della tratta degli schiavi e che ha reso il Ghana la destinazione africana preferita dai neri della diaspora oltre a guadagnarci 126 cittadini in più: diretti discendenti, di provenienza, soprattutto, caraibica.
Anche il rapper statunitense Vic Mensa, nato a Chicago da padre ghanese, si è recato nel Paese africano nel 2020 ed è stato il principale artefice della creazione della manifestazione in questione, concepita per realizzare un sogno: connettere il popolo africano del mondo e unirlo “come un solo popolo” ha detto durante il Festival, riferisce bbc.com.
Festival che ha occupato l’intera prima settimana di gennaio 2023. Il concerto, che è stato l’evento culminante, preceduto da manifestazioni culturali.
L’iniziativa Black Star Line Festival ha preso forma sulle orme della storia. Il nome, ha spiegato Mensa a thearicareport.com si ispira a Black Star Steamship, denominazione della famosa compagnia di navigazione fondata dal sindacalista e scrittore giamaicano Marcus Mosiah Garvey (Saint Ann’s Bay (Giamaica ) 1887 – Londra 1940).
Marcus Garvey. Dal nazionalismo africano al reggae, passando per il Black Power
Garvey con la sua compagnia si proponeva di portare i viaggiatori per le Antille, in contrapposizione agli altri armatori che sulle stesse rotte alimentavano la segregazione.
Ma soprattutto una volta giunta negli Stati Uniti, Garvey si spese per migliorare le condizioni di vita degli afroamericani; fondò l’associazione Universal Negro Improvement Association and African Communities League e il la rivista Negro World fornendo la base ideologica della dottrina nazionalista africana, alla quale si rifecero i movimenti statunitensi del Black Power (Potere nero) negli anni Sessanta del Novecento e oggi diventato slogan politico a cui si rifanno i discendenti di tutto il mondo delle popolazioni nere africane.
Non meno importante la sua predicazione della profezia presente nella Bibbia nella versione in amarico (lingua ufficiale dell’Etiopia) che parla dell’incoronazione di un re nero che avrebbe vinto il colonialismo, estirpato ogni forma di male e creato le condizioni per riportare nel Continente nero tutta la sua gente dispersa per il mondo a causa dei viaggi forzati.
I giamaicani riversando piena fiducia alla predicazione del proprio connazionale Garvey nel novembre 1930 credettero di vedere nell’ascesa al trono di Ras Tafari Maconnèn nel novembre 1930, imperatore di Etiopia con il nome di Hailé Selassié, l’avverarsi della profezia producendo la nascita del rastafarianesimo, neo religione monoteista alla base di molti musicisti reggae.
Lo stesso Garvey fu considerato un profeta e la Giamaica, quando nel 1968 ha istituito l’Ordine dell’Eroe nazionale si è affrettata a conferirgli l’onorificenza postuma.
Profeta o no, quel che è certo che Marcus Garvey è la colonna portante della cultura nera della diaspora e degli Stati Uniti.
Immagini:1) Accra (Ghana) concerto culminante della manifestazione Black Star Line Festival (la fotografia è tratta da Twitter; 2-4) l’attivista e scrittore Marcus Moi Garvey, da sinistra con la seconda moglie, al centro nel suo studio, a destra a New Orleans nel 1926. Immagini tratte da Facebook – pagina PanAfrikanEducation e da Twitter