Ferrara. Il debutto di Vivaldi dopo (quasi) 300 anni

Non è mai troppo tardi, dice il vecchio aforisma. E chissà se Antonio Vivaldi, ovunque sia, la pensi così. Però a Ferrara sì che la pensano così e ci hanno voluto riparare la lacerazione avvenuta quasi 300 anni fa fra la città – allora papalina- e il compositore, musicista e sacerdote veneto e il 30 dicembre scorso, per la prima volta è andata in scena presso il Teatro Comunale l’opera Il Farnace, alla quale ha assistito anche l’arcivescovo Gian Carlo Perego.

Presente anche, quest’alto prelato, all’incontro introduttivo all’opera, intitolato Ferrara proibita, che si è svolto alla vigilia del debutto presso il Teatro Claudio Abbado, il Ridotto del Comunale e dove l’arcivescovo di Ferrara e Comacchio ha ribadito la necessità  di riparare al torto che tre secoli fa colpì Vivaldi, detto anche il Prete Rosso (dal colore dei capelli), e considerando  l’attuale  messinscena  “un’occasione storica, fortemente sentita”.

Correva l’anno 1739 quando il cardinale e governatore della città, Tommaso Ruffo vietò prima assoluta de Il Farnace a Ferrara;  ne impedì il debutto, perché girava voce, di una presenta liaison tra il musicista – sacerdote e la cantante Anna Girò,  soprannominata “l’Annina di Vivaldi”. E, vuole la storia che quel divieto segnò l’inizio della fine del musicista, il quale impoverito, perché dell’opera era anche produttore, e debilitato morì 2 anni dopo, a Vienna. Il successo per i celeberrimi concerti, Le quattro stagioni, sarò postumo

Ancora gli storici affermano che il cardinale ferrarese Tommaso Ruffo aveva bandito Vivaldi dalla città  perché il musicista – sacerdote  oltre ad avere una relazione sentimentale, aveva smesso di celebrare la messa.

In realtà, Vivaldi non celebrava la messa perché soffriva da tempo di problemi respiratori, e il suo rapporto con la Girò era come quello di un qualsiasi compositore con il cantante principale, in più la cantante serviva come infermiera per il compositore malaticcio.

Una ricostruzione dei fatti che ha indotto l’arcivescovo Perego di parlare della soprano come di “una donna di specchiata virtù e fede” e di esaltare la moralità di Vivaldi.

Dopo 282 anni il direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli e il regista Marco Bellussi, hanno ripreso l’ultima versione dell’opera (la prima debuttò nel 1727 a Venezia, su libretto di Antonio Maria Lucchini) riadattata dallo stesso Vivaldi nel 1738 per il carnevale del 1739 di Ferrara, conquistando eco internazionale e rimbalzando dalle pagine dello statunitense Washington Post a quelle del giapponese Japan News.

Basta saper aspettare, dice un’altre celebre espressione. Ma la vita umana è breve e le istituzione storicamente lente nel rivedere le proprie posizioni. Ma 300 anni sono realmente troppi.

 

Immagini: 1) Ferrara, allestimento dell’opera  Il Farnace. Photo by Fondazione Teatro Comunale di Ferrara; 2) Antonio Vivaldi (Venezia 1678 – Vienna 1741), compositore – sacerdote e autore de Il Farnace

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