The Bridge Prize al memoir Come d’aria
Il Bridge Prize 2023 è stato assegnato al memoir Come d’aria, scritto da Ada D’Adamo e pubblicato poco prima della sua morte, avvenuta il 1° aprile 2023.
Il testo riporta le esperienze della stessa autrice di crescere una figlia affetta da una malformazione cerebrale congenita (l’oloprosencefalia) e della sua battaglia contro il cancro.
Da subito il successo di critica e di pubblico è stato suggellato da riconoscimenti come il Premio Strega, il Mondello, il Super Mondello, il Flaiano, la menzione speciale al Campiello e ora tra i vincitori del The Bridge Prize il quale, come annuncia la sua denominazione, si propone come ponte tra la cultura italiana e quell’americana, affinché le rispettive letterature siano veicolo di maggiore conoscenza e comprensione reciproche.
Come d’aria è dedicato alla figlia Daria. Ada alla vigilia dei suoi 50 anni scopre di essere malata. Decide allora di raccontare a Daria – il cui destino è stato segnato da una mancata diagnosi prenatale – la loro storia che attraversa, inevitabilmente, i loro corpi per le fatiche quotidiane, i sentimenti contrapposti ma anche per i momenti di profonda tenerezza.
“Sei Daria. Sei D’aria – scrive Ada D’Adamo – L’apostrofo ti trasforma in sostanza lieve e impalpabile. Nel tuo nome un destino che non ti fa creatura terrena, perché mai hai conosciuto la forza di gravità che ti chiama alla terra. Gravità che ogni nato conosce non appena viene al mondo”.
Una storia d’amore che assume valenza collettiva diventa un messaggio politico
Quanto questo libro abbia mosso e commosso le coscienze è dimostrato anche dalle 150mila copie finora vendute. Un numero non comune in Italia, se si considera che la vendita di 3mila copie di un titolo pubblicato è ritenuto buon risultato.
Com’è d’aria è una storia d’amore raccolta e proseguita da Alfredo Favi, marito di Ada e padre di Daria, che ricorda come sia anche un messaggio politico.
L’idea del libro, racconta ad agi.it nasce dalla lettera che D’Adamo scrisse nel 2008 a Corrado Augias – e pubblicata su La Repubblica – per denunciare la mancanza di sostegno dello Stato verso le famiglie con figli disabili.
“C’era dignità in quelle parole, contenevano un segno fortissimo che riguardava tutte le donne – rammenta Favi -. Quando la sofferenza va oltre il personale può assumere valenza collettiva. È stato questo a colpire i media, i votanti dei premi ed anche tanti giovani, come gli studenti delle superiori che all’Università La Sapienza, nell’ambito di un Convegno del Telefono Rosa, hanno recentemente indicato Come d’aria loro libro d’elezione”.
Immagini: 1) copertina del libro ‘Com’è d’aria’; 2) l’autrice Ada D’Adamo con il marito Alfredo Favi