Termini Tv. Una spettacolare umanità itinerante

“Il progetto nasce da una necessità professionale, una volta diventato giornalista professionista, sono rimasto disoccupato per tre anni”. Questa è la prima motivazione che mi regala Francesco “Atopos” Conte parlandomi della sua caleidoscopica Termini Tv.

Già questa affermazione apre scenari professionali poco confortanti da una parte, ma dall’altra mostra come lo spirito di iniziativa sia premiante e corroborante per l’espressione professionale e personale poiché c’è tanto di noi in ogni lavoro che svolgiamo con perseverante intensità.

Francesco Atopos Conte, doppia laurea triennale (Filosofia, Scienze Politiche) e magistrale in Storia, giornalista professionista dalla cultura umanistica in senso lato, legge ed interpreta il mondo con lo sguardo, la parola e le immagini in movimento. Completamente autodidatta per quanto riguarda le competenze di video, montaggio, audio…

Il 70% dei video sono montati da lui, la maggior parte dei contributi non di sua produzione, sono filmati che poi Francesco monta, supportando reporter più giovani. Un’operazione formativo-professionale, una rete intergenerazionale.

Arrivato a Roma, e non trovando corrispondenza nel suo mondo professionale, prende il toro per le corna e fonda la sua propria redazione Termini Tv, una tv di quartiere che parla al mondo intero. Il caso o il destino fa sì che abiti vicino alla Stazione Termini, luogo – non luogo per eccellenza, come ci descrive il suo nickname Atopos.

Trova uno spazio all’interno della Stazione, gestito da una scuola di danza che accoglie la redazione di Termini Tv e il progetto inizia.

Una redazione ne cuore di una stazione di treni, i cui protagonisti sono i mille passanti che popolano il non luogo; l’idea è vincente, in poco tempo, il progetto cresce, si avviano collaborazioni con la rivista Internazionale ed, in particolare, diventa punto di riferimento per gli stranieri in Italia e gli italiani all’estero.

Un’mmigrazione raccontata in termini di diversità ed integrazione, vale a dire di ricchezza socio-culturale e speranza nel futuro, così come quella degli “Italians”. Un progetto che non rincorre l’attualità, ma “si limita” a narrare storie in modo diretto ed autentico. Ci vorrebbero più “limiti” nel giornalismo odierno.

Troppo bello per essere vero? Forse, perché dopo 2 anni di attività – dal 2014 al 2016 –  è costretto a chiudere. Non è gradito che si filmi all’interno della stazione, e Termini Tv  lascia il “suo” territorio d’origine.

Ma Francesco non rinuncia ad un’attività, portatrice di novità giornalistica, che vede i giornalisti di Termini Tv, novelli cantastorie delle migliaia di persone che abitano in modo transitorio una stazione e che raffigurano la complessità della nostra società.

E continua, senza una redazione fissa, ma con collaboratori diffusi in Italia e all’estero. Attualmente, sta per mettere in rete, un reportage di una redattrice proveniente dall’Iran.

Storie, emozioni, incontri in quell’ atopos, non luogo, che Francesco ci ricorda che era l’appellativo per descrivere Socrate nei dialoghi platonici. Socrate, lo straniero, che non amava la guerra e cercava la verità.

Quando era “vicino” della scuola di danza, pensava di creare un musical basato sui conflitti culturali tra seconde generazioni e propri genitori. Il suo occhio è vigile su realtà altre che sono sempre manifestazione della variegatà che essa ci presenta.  E i suoi video e quelli dei suoi collaboratori, ci mostrano tutta la ricchezza della diversità. Interviste che diventano storie, relazione con l’altro. e che ci fanno immaginare/credere di vivere nel migliore dei mondi possibili.

Termini Tv   

 

 

Fotografie dall’alto verso il basso: 1) Francesco Conte; 2) Conte in Termini TV; 4) Redazione Termini TV; 5) Sito Termini Tv

 

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