È sempre il tempo del sogno di una cosa
Il sogno di una cosa è il titolo del primo romanzo scritto da Pier Paolo Pasolini. Il grande poeta, scrittore, regista cinematografico e intellettuale lo scrisse tra il 1949 e il 50, a ridosso della laurea in lettere conseguita con lode all’Università di Bologna e dopo rientrato nella nativa Friuli per insegnare.
Il libro tratta la storia di tre giovani che sfiorano i vent’anni, desiderosi di vivere pienamente la loro vita, di emanciparsi dalle miserie della propria terra e pronti a fronteggiare le difficoltà dell’inevitabile immigrazione (come per tanti corregionali) e la diffidenza a cui gli italiani che partivano erano sottoposti.
Milo andrà in Svizzera, Nini ed Eligio in Jugoslavia, attratti dal comunista Tito, che prometteva ai ceti più poveri la libertà dallo sfruttamento.
Nei Paesi di elezione dimostreranno di sapersi integrare. Ma Milo non sopporterà a lungo la rigidità svizzera, sentendo forte il richiamo della comunità di origine, mentre Nini ed Eligio si troveranno a districarsi in una dura realtà per lo scontro tra Tito e il capo dell’Unione Sovietica, Stalin del 1948 e per il quale periranno molti comunisti italiani emigrati in Jugoslavia.
Tutti e tre torneranno in Italia e difenderanno il Lodo De Gaspari a favore di un’equa distribuzione delle terre. Ma si ritroveranno a combattere le privazioni e le ingiustizie, compresa la discriminazione per il loro orientamento sessuale, dai quali erano fuggiti.
La parabola di questi tre giovani che Pasolini definisce “la miglior gioventù”, nonostante la gioiosità vitale che dimostreranno e perseguiranno anche nei momenti difficili, terminerà con la tragica morte di Eligio, sfinito dalla malattia, aggravata dal duro lavoro.
Il libro Il sogno di una cosa contiene quelli che saranno i temi dominanti dell’eclettica produzione pasoliniana: il romanzo corale e gli atti e tentativi per liberarsi dalla miseria e dalle pressioni sociali di ciascun protagonista, anche se apparentemente falliti sanno farsi storia. È il “sogno di una cosa”, scrive Pasolini parafrasando Marx, di una rivoluzione che un giorno si farà attraverso la bellezza dei piccoli e grandi gesti di ogni giorno.
Pubblicato nel 1962, dopo anni dalla composizione ma in un periodo molto favorevole per le attività di Pasolini, il testo torna in versione teatrale.
Attualissimo con le sue storie di immigrazione – una rotta balcanica al contrario – quando a superare lo stesso confine erano gli italiani non voluti, pronti a lottare per una vita migliore e per i diritti che oggi, conquistati, vengono pericolosamente messi in discussione.
Come raccontano l’attore Elio Germano e il musicista Teho Teardo, in tournée dal 2023 – prossimamente dal palcoscenico dello Spazio Rossellini di Roma – nella loro versione teatrale, liberamente tratta dal testo ma conservandone integro il titolo.
Spettacolo teatrale : Il sogno di una cosa, versione liberamente tratta dal libro omonimo di Pier Paolo Pasolini di e con Elio Germano e Teho Teardo;
dove: Spazio Rossellini, Roma;
quando: dal 5 al 9 marzo 2025.
Immagine: da sinistra il musicista Teho Teardo e l’attore Elino Germano autori e interpreti della versione teatrale del primo romanzo di Pier Paolo Pasolini, dal titolo ‘Il sogno di una cosa’