Il papiro di Rhind. La scienza egiziana dietro il teorema di Pitagora?
Il papiro di Ahmose o Rhind (così chiamato perché trascritto dallo scriba Ahmose nel 1500 a.C. e e poi acquistato nel 1858 a Tebe dall’antiquario scozzese Alexander Henry Rhind) è il manoscritto più esteso di Algebra e Trigonometria giunto fino a noi.
Ci mostra come gli egiziani usavano equazioni del primo ordine e le risolvevano in diversi modi. Così come conoscevano le equazioni quadratiche, sapendole risolvere e le sequenze numeriche e geometriche.
Ecco 2 esempio trascritti sul prezioso documento di equazioni quadratiche:
X2 + y2 = 100,
Y = 3/4 x, dove x = 8, y = 6.
L’ equazione è l’origine del teorema di Pitagora – a2 = b 2 + c 2 – e che gli egiziani chiamavano già numero sconosciuto (koom).
Gli egiziani, dunque, conoscevano l’algebra, la trigonometria e la geometria circa 2000 anni prima della nascita di Pitagora e circa 3000 anni prima della nascita di al-Khwarizmi.
Il celebre matematico e filoso greco Pitagora (580 a.C. circa – 495 a.C. circa) sviluppò le sue teorie matematiche dopo aver viaggiato in Egitto e aver imparato dai sacerdoti egiziani, come è dimostrato nei libri di storici e studiosi greci come Farfario di Aspro, Erodoto e Talete.
al-Khwarizmi (VIII – IX secolo) – arabo, vissuto a Baghdad e dal cui nome, tradotto in latino medioevale Algorithmi, deriva il termine algoritmo – fu matematico, astronomo, geografo, cronografo e traduttore di testi greci è l’autore del più antico trattato di algebra in arabo, ritenuto di fondamentale importanza per lo sviluppo di questa disciplina. Anche se il matematico arabo non superò le equazioni di secondo grado già note alla matematica greca con Euclide (IV – III secolo a.C.) e Diofanto (III – IV secolo). Saranno gli algebristi della la scuola bolognese del XVI secolo a proseguire il lavoro di al-Khwarizmi con la soluzione delle equazioni di terzo grado.
Il papiro di Rhind è conservato presso il Museo britannico secondo il quale molto probabilmente era parte di un testo di matematica, utilizzato “dagli scribi per imparare a risolvere particolari problemi matematici trascrivendo esempi opportuni”. Il testo pervenuto contiene complessivamente 84 problemi.
Lo scriba Ahmose datò il papiro nell’anno 33 di Apophis, corrispondente al penultimo re della XV dinastia Hyksos. Mentre “l’altro lato del papiro menziona l’anno 11 senza il nome di un re – conclude la nota dell’istituzione britannica – ma con un riferimento alla cattura della città di Heliopolis” importante come centro politico e religioso, oggi periferia sud-est del Cairo.