Ragione e sentimento dell’innovatrice Jane Austen
Il 18 luglio 2017 ricorre il bicentenario della morte della scrittrice britannica Jane Austen e il Regno Unito si prepara da tempo a commemorarla come la sua fama e fortuna letteraria meritano.
Onori senza precedenti o pari a quelli riservati alla sovrana Elisabetta II. Come la riproduzione dell’effigie dell’autrice britannica sia nella moneta da 2 sterline sia nella banconota da 10 sterline.
Nessun altro, oltre all’Austen, sembra aver avuto fino ad ora l’onore di apparire contemporaneamente sia su una moneta sia su una banconota. Tranne, appunto, la sovrana del Regno Unito.
Sulla banconota emessa dalla Banca d’Inghilterra Jane Austen occuperà il posto di Charles Darwin, stampato dal 2000, e apparirà la frase “Secondo me alla fin fine non c’è nessun piacere come la lettura” tratta dal celeberrimo romanzo Orgoglio e Pregiudizio.
Jane Austen, conosciuta già in vita, ma di più negli anni successivi alla sua morte, si annovera tra le scrittrici più famose di sempre da ben 200 anni. Trai suoi libri, i più apprezzati, generazione dopo generazione di fans, Ragione e Sentimento e Orgoglio e Pregiudizio, che vantano numerose trasposizioni cinematografiche e televisive, così come per altri sui romanzi. Il legame tra la Austen e la cultura audiovisiva è particolarmente fecondo. Film e sceneggiati, in particolare, nei paesi anglosassoni, hanno messo in scena la peculiarità e interiorità dei suoi personaggi e l’accurata ambientazione.
Il suo fascino letterario lo ritroviamo evocato anche tra le pagine digitali di uno dei più recenti social network: Wattpad.
Il tranquillo fluire di un talento precoce
Jane Austin nasce a Stevenson (Hampshire) il 16 dicembre del 1775. Figlia di un pastore anglicano, Jane con i suoi 6 fratelli e l’unica sorella Cassandra, riceve un’accurata istruzione. Le prime nozioni le apprende dal padre, George Austen, che la introduce presto alla letteratura. Approfondisce gli studi presso i collegi femminili a Oxford, Southampton e all’Abbey School di Reading.
Se dal padre, lo studioso George, riceve l’indirizzo agli studi, secondo James–Edward Austen–Leigh, nipote della scrittrice e suo biografo (A Memoir of Jane Austen, 1869), dalla mamma Cassandra Leigh, eredita la fervida immaginazione, il buon senso, lo stile epigrammatico sia verbale che scritto. Elementi che caratterizzano le protagoniste della sua produzione letteraria alla quale Jane inizia a dedicarsi molto presto.
I suoi primi scritti risalgono al 1787, l’Austen dodicenne scrive i racconti, nei quali, per quanto grezzi, già si scorgono 2 degli elementi tipici della sua poetica e del suo stile letterario, l’ironia e la forma epistolare. Rispecchiano il mondo che la circonda, familiari e vicini di casa, nella campagna inglese. Un mondo che Jane, nubile come la sorella Cassandra, non lascerà mai. Scrive al riguardo il nipote James “per Jane la famiglia significava così tanto e il resto del mondo così poco”.
La vita di Jane Austen, trascorsa interamente nella casa paterna accanto alla sorella Cassandra, non subì particolari cambiamenti né crisi che interrompessero il suo “tranquillo fluire”. Almeno così la ricorda James.
Nel 1795 Jane Austen iniziò la stesura dei 2 romanzi, già citati, destinati alla gloria imperitura: Prime Impressioni che poi divenne Orgoglio e Pregiudizio (1797) ed Elinor e Marianne, titolo provvisorio di Ragione e Sentimento. Quest’ultimo fu il primo a essere pubblicato nel 1811. Jane Austen, come scrisse alla sorella Cassandra, ne era “discretamente fiera e discretamente soddisfatta”.
Nel 1813 fu la volta di “Orgoglio e Pregiudizio”. Ebbero successo, ma Jane Austen rimase sconosciuta, non li firmò. Seguirono, sempre, anonimi “Mansfield Park” (1814) ed “Emma” (1816). Pubblicati postumi “Northanger Abbey” e “Persuasion” (1818) e fu l’occasione in cui il fratello Henry Austen, rivelò pubblicamente il nome della scrittrice. Nome che, anche se in forma “ufficiosa”, era oramai conosciuto da molti.
James Austen nella sua biografia nega che ci sia qualsiasi riferimento autobiografico nei libri della zia. Prende lo spunto da una recensione del 1821 al romanzo Mansfield Park, nella quale il critico scrive che l’amore di Fanny Price (la protagonista) per Edmund Bertram è descritto con una vivacità di dettagli che “fanno pensare a un autore che difficilmente non sia una donna e che scrive in base a dei ricordi, esperta”. “Ipotesi probabile” scrive il biografo, “ma che non colpisce nel segno”. Per James, la zia Jane ha vissuto “un solo momento romantico” nella sua vita, un incontro in una località di mare, molto breve, troppo breve per “incidere” sulla sua felicità.
Infatti, lasciata la località di mare non s’incontrarono più e dopo qualche tempo l’Austin seppe della morte improvvisa del giovane. La descrizione dei sentimenti, dunque, “deriva” unicamente “dall’intuitiva percezione del genio, non dall’esperienza personale.” Conclude James “in nessuna circostanza della sua vita ci fu una qualche somiglianza tra lei e la sua eroina in “Mansfield Park“.
Così come esclude che Marianne ed Elinor Dashwood di Ragione e Sentimento possano essere, rispettivamente, la stessa Jane e la sorella Cassandra. Se il buon senso di quest’ultima può avvicinarsi alla Elinor del libro, sicuramente il “sentimento” di Marianne “ha ben poco in comune con Jane”. “Perché” scrive James, Jane Austen quando ha scritto il romanzo era troppo giovane per “riconoscere così chiaramente i difetti del personaggio immaginato”, se fosse stata lei stessa “preda di quei difetti”.
Un’innovatrice pre-romantica e contemporanea
Come scrittrice è un’innovatrice e segna il solco da seguire per gli scrittori pre-romantici. La longevità della fortuna di Jane Austen è ascrivibile ai meriti principali che le sono stati riconosciuti da subito: la scrittura lineare, limpida e dettagliata, la predilezione per i dialoghi brevi e incisivi, preferiti alle lunghe descrizioni, l’attenzione all’analisi dei caratteri, la rappresentazione del reale, lo stile ironico, i personaggi non appartenenti né alla classe alta né alla bassa, e l’importanza riservata alle donne, protagoniste di tutti i suoi romanzi.
Donne dotate di acutezza intellettuale, che lottano per la loro posizione sociale, che variano per carattere, ma approdano sempre alla ragionevolezza e al buon senso con i quali coronano il loro sogno d’amore. Perché tutte le eroine della Austen giungono alla felicità matrimoniale. Non sovverte i canoni del costume dell’epoca la Austen. Ma c’è da chiedersi, se questo epilogo che ripete costantemente, lei, che non si è mai sposata che chiamava i libri i “suoi bambini” e ha conosciuto il successo e l’indipendenza economica, condizione insolita per una donna del primo Ottocento, non sia da interpretare con la stessa ironia che pervade le sue opere e che riserva anche alle sue eroine.
L’ultimo manoscritto sul quale stava lavorando Sanditon, reca la data del 17 marzo 1817. Malata dall’anno precedente, probabilmente di tisi, a marzo del 17, le sue condizioni peggiorarono. Nel successivo mese di maggio si trasferì con la sorella Cassandra a Winchester per farsi curare da un medico famoso, ma era troppo tardi. La morte la colse la mattina del 18 luglio del 1817 a Winchester. Aveva soltanto 41 anni.
Un film del 2007, “Il club di Jane Austen”, racconta della vita di un gruppo di amiche che si riunisce, in modo sistematico, per discutere, dei romanzi della scrittrice inglese. Ogni serata è dedicata a una sua opera. Tra le donne, anche una giovane presenza maschile. La perfetta armonia tra le donne e i personaggi della Austen, rispecchiano quanto i suoi libri siano patrimonio di una società moderna e contemporanea.