Le moschee di Rahat. Oltre mille anni di storia
Nella città beduina di Rahat, nel deserto del Negev, a nord della penisola arabica – dove è nata la religione musulmana – sono stati rinvenuti i resti di una della più antiche moschee rurali del mondo, secondo gli archeologi dell’Autorità israeliana per l’antichità (IAA), autori della scoperta.
Databile tra il VII – VIII secolo, testimonia come l’Islam, agli albori della sua istituzione, fosse già diffusa nel Negev, regione meridionale di Israele.
Riferiscono gli archeologi – diretti da Oren Shmueli, Elena Kogan-Zehavi e Noe David Michael – che il ritrovamento comprende “una stanza quadrata” con il classico mihrab, ossia la nicchia semicircolare rivolta verso la Mecca e che indica la qibla, la direzione dove volgere lo sguardo quando si prega. Grande da poter accogliere una dozzina di fedeli, la struttura presenta “caratteristiche architettoniche uniche” che non lasciano spazio a errate individuazioni.
Nelle vicinanze della moschea è riaffiorato anche un lussuoso edificio, con resti di stoviglie e oggetti in vetro che indicano la ricchezza dei residenti, cristiani bizantini, riporta Haaretz.
Nel 2019, sempre a Rahat, gli archeologi dell’IAA avevano trovato i resti di un’altra moschea rurale risalente allo stesso periodo.
I ritrovamenti musulmani in questione sono, secondo gli esperti, sono tra “i più antichi del mondo” e saranno fondamentali per approfondire “l’introduzione di una nuova religione – quale era l’Islam all’epoca – e la diffusione della nuova cultura e dominazione nella regione, che si è andata progressivamente affermando, ereditando l’antico governo bizantino e la religione cristiana che ha governato il territorio per centinaia di anni”.
Le moschee ritrovate saranno mantenute nella loro posizione attuale e rispettate nella loro duplice veste di “monumenti storici” e di “luoghi attivi di preghiera” come deciso dalle autorità israeliane.
Immagine di copertina e nell’artico: Israele – Sito di Rahat – photo by AFP