Donne e arte. Le monache compositrici del Seicento
“La prima opera, che, come donna, troppo arditamente mando in luce, riverentemente consacrarla all’augustissimo Nome di Vostra Altezza, acciò sotto una Quercia d’oro resti sicura dai fulmini dell’apparecchiata maldicenza”. Così scriveva Barbara Strozzi, una delle più importanti compositrici musicali del Seicento a Vittoria delle Rovere Medici granduchessa di Toscana, come dedica al primo libro di madrigali pubblicato a Venezia nel 1644.
Nel XVII secolo per una musicista dedicarsi alla sua arte significa mettere a repentaglio la propria reputazione. Neanche la vita nel convento sembra salvare l’onore delle donne cantanti e compositrici.
Nei monasteri finiscono le giovani non sposate e, spesso, non per propria volontà: le famiglie ricche, per salvaguardare il patrimonio familiare, scelgono di far sposare una sola figlia donandole la dote adeguata, le eventuali sorelle entreranno fin da bambine o in giovanissima età nei monasteri che richiedono una dote inferiore. Le attende una vita d’isolamento dal mondo esterno (il Concilio di Trento del 1563 aveva decretato la clausura per i monasteri femminili) ma anche di completamento della loro formazione culturale. Fra le materie studiate c’è la musica.
Ed ecco perché nel Seicento e Settecento si assiste a un grande numero di compositrici monache. Sono già suore di clausura e, inoltre, i vari decreti papali, che si susseguono nel tempo (per evitare gli scandali nei conventi, La Monaca di Monza di manzoniana memoria docet), le vietano qualsiasi esecuzione pubblica delle proprie opere. Le composizioni delle musiciste sono eseguite soltanto dalla ristretta cerchia dalle consorelle – colleghe e sono scarsamente conosciuti al di fuori delle mure dei conventi. Ma sono di pregevolissima fattura e, resistendo alle traversie del tempo, sono giunte fino a noi.
Ed ecco nomi eccellenti di musiciste suore del Seicento, che diventano sempre più conosciuti: Maria Xaviera Perucona Chiara Margarita Cozzolani, Claudia Sessa, Claudia Francesca Rusca, Sulpitia Cesis, Lucretia Orsina Vizzana, Caterina Assandra, Raffaella Aleotti; e per ultima ma non ultima, Isabella Leonarda, che spicca tra le altre per le sue opere strumentali e la cui fama inizia ad assumere i contorni del pop. Il video – registrato in modalità virtual choir dai cori il Femminile di Novaria e il Misto G. e G. Battistini dei suoi brani il mottetto sacro, Ave Regina Coelorum” ed il Canon Coronato Quest’opera mia – pubblicato su Youtube in occasione dei 400 anni dalla sua nascita (6 settembre 1620), sta ricevendo una grande accoglienza.
Mentre il 19 settembre 2020, nell’ambito del festival internazionale Mito settembre musica, presso il Teatro Delfino di Milano, i Tre Mottetti – Sonata Terza di Isabella Leonarda, aprirà il concerto Monache compositrici, eseguito dal gruppo dell’Accademia dei Solinghi, guidato da Rita Peiretti. Seguiranno i brani di Claudia Sessa, Rosa Giacinta Badalla, Bianca Maria Meda, Claudia Francesca Rusca, Chiara Margherita Cozzolani e Maria Francesca Nascinbeni.
Immagine: ‘Lezioni di musica’, olio su tela di Federico Moja (1844)