Meteora, dove dall’arida roccia il monastero si libra nell’aria

Parola di origine greca, me-te-ora in mezzo all’aria o meta-aer= in alto nei cieli. E se la Grecia è la culla dell’arte e della cultura, proprio da qui è nata gran parte di tutti i pensieri filosofici. Il turista che visita la terra di Omero rifacendosi alla guerra di Troia, sa che percorrendo la zona di Tessaglia, incontrerà antiche colonizzazioni conosciute da tempi remotissimi, che ci hanno regalato oggetti d’arte, quali mosaici, iscrizioni, vasi, sarcofagi, miniature risalenti all’epoca romana, ed oggi conservati in modo splendido.

Ma dal periodo bizantino queste aree geografiche presero il nome di Meteora perché San Attanasio vi fondò il primo monastero costruendolo su di un’alta roccia, impervia e quasi inaccessibile, tale che sembrava librarsi nell’aria, sospeso tra terra e cielo e che chiamò Meteoro dando origine al termine oggi in uso. Nella piana tessalica vennero con il tempo costruiti altri 24 monasteri sempre sulle cime di falesie di arenaria, serviti da scale scavate nella roccia e da carrucole con le quali venivano consegnati i viveri agli eremiti. Certo è che nel XI secolo i monaci e i seguaci di un volontariato di preghiera erano portati a chiudersi in luoghi isolati e desertici, ove veniva predicata l’obbedienza e temprata la loro fede. Oggi questo “bosco pietroso” esercita un fascino unico, è un polo d’attrazione per migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, ed è secondo solo al Partenone ad Atene.

Guardare dal basso, dalla città di Kalambata, queste rocce, ti viene facile pensare quale potente attrattiva esercitano queste oasi spirituali e come è davvero possibile ritirarsi in questi luoghi silenti, abbandonare il mondo, trovare ristoro psichico e pace interiore!! Cento e più studiosi non sono ancora riusciti a capire come sono stati costruiti questi manufatti, visto la loro origine lontana, ma certo i dati della storia, dell’archeologia, dell’arte, della tradizione confermano che da qui si è sviluppata una civiltà classica e dove il monachesimo ortodosso ha ottenuto grande visibilità. Qui è nato Esculapio, il primo grande medico dell’antichità.

Oggi i monasteri abitati sono solo 6, si possono raggiungere lungo una strada a forma di serpente, poi si può proseguire a piedi e più si va su più il vento scompiglia i capelli. C’è anche magia nell’aria, i toni del verde delle piante è variegato ed ha molte sfumature, la roccia è però dura, quanto è severo il silenzio e la calma che c’è intorno. Chi ti accoglie sembra indossare solo un abito privo di violenza, forse perché lassù gli elementi del creato, cielo, sole, pioggia, nuvole, aria e vento sono canti che si perdono nell’immutabilità di quella vita. Vale davvero la pena appropriarsi ed ammirare l’ingegno di tutto ciò che ci circonda, perché solo così, nei nostri ricordi, resteranno queste meraviglie mozzafiato esistenti al mondo.

Proprio per questo Meteora fa parte dal 1988 del Patrimonio dell’Umanità. I 6 monasteri sono dedicati a S. Nicola, S. Stefano, Ognissanti Varlaam, Rousanou, Santissima Trinità, e il più grande, secondo solo a quello del monte Athos, è quello della Trasfigurazione. Costruito sulla roccia più alta, 613 metri sul livello del mare, occupa 50.000 m2 di superficie e vi si accede tramite una difficile salita con ripidi e irregolari scalini. Le corde esterne cui sono legate le ceste, trasportano solo cose, ma fino al 1923 vi venivano issati anche i visitatori.

All’interno di questo monastero la chiesa ti lascia senza parole, affreschi, agiografie con scritte riportano le date nelle quali i confratelli hanno lavorato per renderla sempre più bella. E così dal 1382 con l’inizio dei lavori, per passare al 1484, al 1544 ogni lapide ricorda il percorso di tutta la costruzione. Visti da Kalambaka tutti i monasteri sembrano fenomeni celesti che si sollevano da terra per raggiungere il cielo formando un’armonia a mezz’aria e dal colore giallo ocra delle rocce sembra scendere una polvere d’oro, ma quando si è lassù si provano quelle emozioni che l’intelletto umano collega più facilmente alla sensazione dell’esistenza dell’anima.

In queste terre fu girato interamente il film: Agente 007- Solo per i tuoi occhi, il libro Il sacrificio di Spook è ambientato a Meteora e Paolo Sorrentino nel suo film The Young Pope fa apparire l’icona del concilio di Nicea che è presso il monastero di Meteora, attraversata da una cometa, mentre il protagonista sta passeggiando.

Il nostro racconto termina qui, se sarà paragonato ad una meteora, parola di senso comune, chiediamo venia, ma certamente su quelle aride rocce si può contemplare il creato e si riesce ad essere umili quanto basta per temprare  la nostra fede.

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