La seicentesca Madonna del Rosario di Bacezza torna a risplendere in 3D
Da pochi giorni è ritornata lassù, sul tetto del Santuario della Madonna dell’Olivo, in una nicchia della facciata, la statua della Madonna del Rosario e, proprio da lassù, rivedrà il verde degli ulivi e l’azzurro del mare. Parliamo di una statua di marmo che le piogge e gli elementi atmosferici avevano danneggiato considerevolmente; tanto che ultimamente era stata giudicata in pessime condizioni e correva il rischio di sgretolarsi. Il parroco, Giacomo Canepa, non si è perso d’animo, ha chiesto aiuto alla Soprintendenza, alla Curia Vescovile, con risultati davvero limitati, ma con la buona volontà dei fedeli è riuscito a mettere insieme il denaro sufficiente per rifare la statua e restaurare quella originale, riponendola poi all’interno della chiesa di Bacezza, frazione della città di Chiavari.
Riprodurre con un calco quella esistente era molto rischioso, si poteva danneggiare ancora di più l’originale che risale al ‘600 e, così, ci si è affidati alla tecnologia più avanzata. Un progetto pioneristico, unico, che Alessandra Cabella, storico dell’area Genova Sud-Est, ha affidato ad un gruppo di giovani che lavorano appunto nel settore della tecnologia additiva. E’ stata realizzata in un materiale plastico, con stampa scansione in 3 D, nel laboratorio Astrati di Genova, con l’adesione del CNR e del Talent Tour e riproducendo, con precisione assoluta, il color bianco del marmo.
Tutto nasce da un quadro appeso a un ramo d’olivo
Così la Madonna del Rosario è tornata come prima al suo splendore originale: qualcosa che va al di là del valore spirituale. Un’opera d’arte che ci porta a raccontare le origini del santuario e del quadro, in esso conservato.
Partiamo da quando i Liguri vivevano sulle colline, si alimentavano con i prodotti degli orti, di pastorizia e di olio e che, solo successivamente, cominciarono a scendere verso il mare alla ricerca di attività annesse alla pesca. Un giorno, correva l’anno 936, percorrendo quei sentieri scoscesi, un tessitore, altra attività ligustre dell’epoca, vide appeso ad un ramo d’olivo un quadro raffigurante la Madonna della Tenerezza di scuola bizantina. Il borgo, cresciuto sulle rive del mare, chiamato Chiavari, per difendere i suoi abitanti dagli sbarchi dei pirati, costruì un castello e nelle sue fondamenta pose una copia di quel quadro, forgiato di rami di ulivo, con giunchi odorosi e fiori, a simbolo di un lieto auspicio di pace: per questo da sempre i devoti a questa immagine credono con fiducia che la protezione della Vergine li preservi dai pericoli che ogni città di mare corre.
Nel 1165 sorse la chiesa dedicata alla Madonna delle Tenerezza; la costruzione subì tali e tante devastazioni che dovette essere restaurata già nel 1291. Nel XVII secolo, per rispettare il voto fatto dagli abitanti liberati dalla peste, si decise di riedificarla “sopra e all’intorno” della primitiva costruzione.
Il quadro (nella foto sopra) posto oggi all’interno del Santuario è un dipinto su tela fissato però su tavola, dalle tinte un po’ scure ma su fondo dorato. Lo stile è greco, perché quel tenere in braccio Gesù sul lato sinistro è collegato al tempo in cui i greci dipingevano su basi e fondi dorate. L’immagine della Vergine ottenne l’incoronazione da papa Pio XI° nel 1936 in occasione del millennio del suo ritrovamento. Una lapide testimonia che questa chiesa è stata consacrata nel 1292 nella festa di S. Matteo. All’interno questo santuario è un gioiello. Due splendide scalinate in marmo coronano l’altare e la sua cripta; l’abside è occupato da un affresco che rappresenta il martirio di S. Biagio, l’apparizione e l’incoronazione di Maria e l’adempimento del voto da parte del capitano del veliero Pellicano, salvato durante un naufragio. Opere che lasciano il visitatore a bocca aperta.
Il passato come punto di partenza per inventare e provare nuove emozioni
Ritorniamo però a sottolineare il prezioso lavoro effettuato sulla statua posta all’esterno. La stampa 3 D è una soluzione che produce vantaggi incredibili: la durata quasi illimitata nel tempo, la perfetta esattezza delle linee scultoree, e l’espressività dei visi, oltre che l’imitazione perfetta dei colori dei marmi. Ciò sta a significare che anche in questo campo i giovani italiani sono arrivati primi e saranno probabilmente i nuovi maestri in quest’arte.
A questo proposito il 13 febbraio 2018 è iniziato il Corso Introduttivo al Processo di Stampa 3D al MadLab di Genova: un incontrare col mondo dell’innovazione e condividere con la modellazione 3 D le risorse che da ciò scaturirà. Ad esempio, come un pacchetto di caramelle potrebbe potrebbe essere in grado di gestire un’infinità di progetti, un modo per stimolare i giovani verso la robotica e l’informatica, introdurre ed incuriosirli verso la realizzazione dei prototipi. Per questo presso il Seminario di Scienze e Tecnologia nell’Aula Magna dell’Albergo dei Poveri il 23 febbraio 2018 e a villa Grimaldi, il giorno seguente, sono aperti corsi gratuiti, Eventbrite per i ragazzi dagli 11 ai 19 anni, organizzati dall’Università di Genova
Noi siamo quello che vediamo e che ci emoziona, anche se il più delle volte non siamo capaci di comprendere che tutto ciò che il passato ci ha regalato è solo un punto di partenza per inventare e provare altre incredibili nuove emozioni.