La gratitudine del Festival della Mente di Sarzana
Ritorna il Festival della Mente di Sarzana, primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee. Tre giornate in cui scrittori, filosofi, storici, sportivi, scienziati, antropologi, artisti propongono incontri, letture, spettacoli, laboratori e tavole rotonde. Il programma prevede una sezione per bambini e ragazzi curata da Francesca Gianfranchi.
La XXI edizione del Festival della Mente si tiene dal 30 agosto al 1 settembre 2024, con la direzione di Benedetta Marietti, promosso dalla Fondazione Carispezia e dal Comune di Sarzana.
Quest’anno il tema del Festival è la gratitudine. “A dominare è un senso di gratitudine. Ho amato e sono stato amato; ho ricevuto molto, e ho dato qualcosa in cambio. […] Più di tutto sono stato un animale pensante, su questo pianeta bellissimo, il che ha rappresentato di per sé un immenso privilegio e una grandissima avventura».
Nel 2014, dopo una diagnosi infausta, Oliver Sacks scrisse un breve saggio – intitolato La mia vita e raccolto nell’illuminante Gratitudine (Adelphi, 2016) – per congedarsi dall’esistenza con serenità, elogiandola e ringraziandola: gratitudine per la bellezza del mondo e per esserci stato.
Il pensiero del grande neurologo britannico è stato per me fonte di ispirazione nella scelta del filo conduttore della XXI edizione del Festival della Mente, la gratitudine, … per guardare al futuro con speranza e desiderio diventa necessario «prendersi a cuore la vita» con charis, parola greca che significa “gioia” e “gratitudine” (Benedetta Marietti, direttrice del Festival)
Oliver Sacks e la Gratitudine
Per Sacks, la gratitudine era una risposta alla consapevolezza della fragilità e della bellezza della vita umana. Nel suo ultimo anno di vita, dopo aver ricevuto una diagnosi terminale di cancro, Sacks espresse un senso di meraviglia e apprezzamento per le cose semplici e ordinarie della vita, come il colore del cielo, la musica, e l’amore degli amici e della famiglia. Scrisse che si sentiva grato per l’opportunità di aver vissuto e di aver potuto fare ciò che amava, cioè esplorare la mente umana e condividere le sue scoperte con gli altri attraverso i suoi scritti.
Sacks considerava la gratitudine non solo come un sentimento personale, ma anche come un modo per riconoscere le connessioni profonde che ci legano agli altri e al mondo. La gratitudine, per lui, era un modo di affermare la propria umanità e di celebrare la ricchezza dell’esperienza umana, nonostante le difficoltà e le sfide.
In sintesi, per Oliver Sacks la gratitudine era una prospettiva di vita che abbracciava la consapevolezza, la meraviglia e l’apprezzamento per tutto ciò che la vita aveva da offrire, anche nei momenti più difficili
Africa e IA attraverso le lenti del passato-presente
Tra l’ampio ventaglio degli illuminanti interventi del Festival segnaliamo la lettura attenta di un continente in cui è fiorita la civiltà e l’ultima (per ora) frontiera tecnologica che im-pone quesiti etici e scientifici.
Marco Aime, Zeinab Badawi – Africa, un continente da riscoprire
L’Africa ha un passato ricchissimo. È il luogo di nascita dell’umanità, ha visto fiorire antiche civiltà, imperi guidati da regine guerriere e re straordinari, vivaci luoghi di cultura e di commercio. Eppure per molti la storia dell’Africa comincia solo pochi secoli fa con l’arrivo degli europei e, per troppo tempo, è stata dominata esclusivamente dalle narrazioni occidentali di schiavitù, imperialismo e colonialismo.
La giornalista sudanese Zeinab Badawi si confronterà con l’antropologo Marco Aime per ridare all’Africa il posto che le spetta nella nostra società globale. Insieme rifletteranno su come, talvolta, sia necessario cambiare prospettiva per smontare i luoghi comuni e ridare voce agli stessi africani, riportando alla luce racconti sepolti e mostrando nuova gratitudine a un continente troppo spesso dimenticato.
Interprete: Sonia Folin
Nello Cristianini – Rileggere Alan Turing al tempo di GPT
Nel 1950 Alan Turing pubblicò sulla rivista Mind un articolo intitolato Computing Machinery and Intelligence per rispondere a una domanda fondamentale: le macchine possono pensare? In quelle pagine, il padre dell’informatica sostenne che per valutare l’intelligenza delle macchine si poteva applicare quello che si sarebbe chiamato il test di Turing: se le macchine riuscivano a sostenere una conversazione con un essere umano senza essere smascherate, potevano dirsi intelligenti.
Come la storia personale di Turing ci aiuta a considerare con gratitudine i progressi culturali degli ultimi decenni, allo stesso modo quelle pagine acquistano un significato particolare, con le loro previsioni e avvertimenti, alla luce della recente evoluzione tecnologica. È possibile rileggere il lavoro di Turing attraverso la lente dell’Intelligenza Artificiale moderna?
Evento in streaming
Si potrà seguire in live streaming il 1° settembre, alle h. 10:00, l’intervento di Alessandro Barbero a Sarzana 2024 che parlerà de Il delitto Matteotti o dell’ingratitudine.
Nella tragica vicenda del delitto Matteotti l’inchiesta e il processo (che finì per condannare a pene irrisorie i soli esecutori materiali, prosciogliendo tutti i mandanti e i fiancheggiatori) offrono uno squarcio scandaloso e farsesco sui retroscena del regime fascista.
All’indomani del delitto, Mussolini si affrettò a sbarazzarsi di quei collaboratori, spesso fedelissimi della prima ora, che potevano risultare coinvolti; e costoro non esitarono a compilare memoriali compromettenti e minacciare rivelazioni se il Duce non avesse garantito loro l’impunità, in un intreccio di minacce e accuse reciproche.
Per approfondire: festival della mente