Incontri d’autore: Odo Tinteri

Non sempre si nasce artisti, a volte è l’arte che ci viene incontro e ci conquista al punto di non poter più fare a meno di lei, come fosse una compagna per la vita. O accade che si diventa artisti per caso, per l’incontro con una persona,  un contatto umano che ci ha suggerito un’immagine da fermare con il disegno. Questa premessa ci porta a presentarvi un pittore dal nome molto particolare: Odo Tinteri che in una calda notte d’estate abbiamo incontrato in una chiesa, ove l’umidità che saliva dal mare, non ci aveva impedito di restare immobili su quelle dure ed antiche panche di legno ad ascoltarlo.

E lui raccontò la sua storia partendo proprio da un incontro fatto sulla nave che lo avrebbe portato a Olbia, ove aveva  ottenuto una commessa, quella di dipingere la vetrata della porta laterale della chiesa di Palau. La nave si era appena staccata dal molo e su di un divanetto del bar una giovane donna cercava di sistemare al meglio, tra gli altri bagagli, un bimbo molto piccolo, sorridente ed un po’ agitato.

La ragazza era sola e sembrava proprio una bambina dal volto pulito e dallo sguardo serioso. In quel momento  Odo pensò che quel viso doveva entrare a far parte della vetrata che si accingeva a dipingere, e i suoi occhi non si staccarono più da quelle braccia che stringevano quel neonato come fosse un giocattolo. Al momento dello sbarco, quando nessuno volle aiutare la giovane, ebbe proprio la voglia di andarle incontro e, saputo che  era diretta verso Tempio, si offerse di accompagnarla fino alla stazione degli autobus.  Non la vide più, ma da quel momento la sua Madonna con Bambino l’aveva trovata e le sarebbe appartenuta per sempre.

Il racconto di Odo Tinteri prosegue, soffermandosi sulla storia delle tante immagini della Madonna, partendo dall’evangelista Luca, forse pittore, che creò la prima immagine della Vergine con il bimbo in braccio. Poi le immagini divennero bizantine  con Giotto e nella Scuola toscana, con Massaccio poi che nel 1428 ne ripropose una figura principesca. Botticelli nel 1600 creò di Maria una istantanea di una bellezza armoniosa ed elegante e la Gentileschi dipinse una Madonna con la forza di una carezza e con una sensibilità femminile e materna veramente unica.

Il Rinascimento  con Mantegna,  Raffaello, Tiziano, Tintoretto ed altri continuò a prosperare artisticamente sotto l’egida della Chiesa, ma da lì  nacque  un periodo difficile perché si diceva che la Chiesa avesse bisogno degli artisti e non viceversa.

Così quando Odo cita l’espressione di papa Francesco su Maria: “È stata una buona madre di famiglia”,  collega tutto il suo racconto all’immagine di quella giovane che l’aveva l’ispirato perchè tutte le donne sono madri e sono depositarie di virtù senza tempo.  Una donna che stringe al petto un bambino non ha bisogno di aureole.

Forse è un tema difficile da dipingere perchè il significato in sè nasce da una personale interpretazione.  E le parole dell’artista ci suggeriscono, timidamente, di entrare in punta di piedi nell’avventura della sua vita e scoprire così, nei lavori da lui eseguiti, che spesso le cose private altro non sono che libri aperti verso emisteri messi sulla nostra strada per non essere calpestati.

Tinteri, come ogni artista è particolarmente attento e sensibile al “richiamo” dell’autenticità. Leggiamo sulla sua pagina Facebook: “La mia avventura con gli scogli continua. E’ un confronto che mi vede in soggezione. La mia capacità di associazione non può competere con la fantasia della natura…divina e diabolica…quando vuole…io, piccolo operatore, con pennelli che perdono il pelo”.

Per saperne di più: Odo Tinteri

 

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