Il filo spezzato. La forza di ricomporlo
La Compagnia di Teatro Sordo LIS (Lingua dei Segni Italiana) Arte&Mani Deaf Italy Onlus presenta Il filo spezzato il 27 ottobre 2019 presso il Teatro Don Bosco di Caserta, di Dario Pasquarella, regista, drammaturgo ed attore. E sono proprio le parole di Pasquarella e di M. Sara Mirti che ci introducono in “quel filo spezzato” che con onestà intellettuale, chiarezzza espressiva e arte drammaturgica mette in scena.
” Nel corso della storia politica, economica e sociale del paese sono molti i “fili” che hanno sostenuto dall’alto uno stile di vita “privilegiato” creato a tavolino, che hanno contribuito a instaurare un benessere soltanto apparente, illusorio, transitorio; nel tempo, però, questi fili si sono inesorabilmente spezzati. Nel tentativo di riparare a tale danno, molti altri ne sono stati tessuti, ma le mani che ci hanno provato, purtroppo, non sempre si sono rivelate realmente all’altezza di tale compito.
Lo spettacolo che la Compagnia “Arte&Mani Deaf Italy Onlus” propone al Teatro Don Bosco di Caserta tratta proprio di questo: autori, attori, e regista tentano anch’essi di ricostruire i fili dei diritti, del lavoro, dell’istruzione, delle tutele sociali che gradualmente sono venuti meno.
Il racconto che viene delineandosi sulla scena è quello delle molte, troppe mancanze del nostro sistema, e il pretesto narrativo è quello della quotidianità di tre giovani che cercano di sopravvivere come possono alla precarietà.
I protagonisti dello spettacolo sono “giovani” senza esserlo davvero…in realtà sono diventati adulti da tempo, ma guadagnano come fossero giovani alle prime armi; hanno contratti continuamente in scadenza, vengono pagati male e in ritardo, necessitano di certezze e di risorse, di spazi e mezzi per poter esistere, sono innamorati e disperati, e, costretti a vivere insieme in una casa scomoda e piccola, si trovano a formare controvoglia una piccola comunità.
Ad essere messa in scena è la storia di due coinquilini, Dario e Davide, affiancati occasionalmente dal fidanzato di uno dei due, Andrea, che amano il teatro e che di teatro vorrebbero vivere, ma che devono accontentarsi di sopravvivere: ci sono le bollette da pagare, la spesa da fare, c’è il nuovo spettacolo da scrivere…
La storia comincia da qui. La vita fuori e dentro il loro appartamento continua a scorrere mentre il nuovo spettacolo prende forma. Attanagliati come sono dalle preoccupazioni e dalle responsabilità di ogni giorno, nella penombra della stanza non si riesce più a distinguere gli uomini, stressati e delusi, dai burattini che almeno non conoscono la propria condizione e si sentono protetti: entrambi sono legati a fili che li costringono a comportamenti obbligati, che non gli permettono di essere liberi.
Forse allora vale la pena tentare, vivere “male”, ma almeno vivere liberi? Se a un essere umano si toglie la cultura, la possibilità di comunicare, la possibilità di avere un lavoro dignitoso e di poter progettare il proprio futuro, cosa gli rimane? Rimangono rabbia, immaginazione e bisogno di raccontare.
Ci auguriamo che i fili spezzati si possano ricomporre e si possa costruire insieme una società sostenibile con la determinazione, la volontà e la cultura in senso lato. Pasquarella docet.