Canto lirico italiano, Patrimonio immateriale Unesco. Che l’aria cambi

Per acclamazione il canto lirico italiano viene inserito nella lista del Patrimonio immateriale dell’Unesco.

Una proclamazione unanime, dunque, corona il lungo percorso iniziato nel 2011, quando un gruppo di cantanti lirici solisti fondarono l’Associazione Cantori professionisti d’Italia per riunire la categoria e avviare un confronto su le tante problematiche del settore ma, soprattutto, per difendere e diffondere il valore della musica e, nello specifico, del teatro d’opera nel suo carattere peculiare di patrimonio della cultura italiana.

Un cammino lungo, dicevamo, e difficile che ha visto brutti momenti come la bocciatura del dossier Opera Lirica italiana, dalle origini a un percorso europeo, avvenuta nel 2014, nonostante l’iniziativa avesse suscitato l’entusiasmo oltre di tanti addetti ai lavori degli appassionati dell’opera.

Una brutta esperienza, ha spiegato il presidente di AssoLirica Roberto Abbondanza, utile però a far comprendere che era necessario allargare la comunità dei proponenti includendo anche le istituzioni preposte.

Ci riuscì, appunto, AssoLirica che raccogliendo il testimone dai Cantori,  convogliò i soggetti istituzionali e tutti insieme, oggi, hanno toccato il traguardo: il prestigioso riconoscimento che auspichiamo rimedi al mancato sostegno e conseguente degrado che si è abbattuto sul settore negli ultimi decenni  e a soffrirne sono stati e sono tuttora proprio i cantanti.

La situazione del canto lirico in Italia

Abbiamo distrutto l’opera lirica italiana scriveva AssoLirica nel proprio sito nel 2020, dove spiega che i motivi dello “smantellamento e distruzione” del nostro teatro d’opera.

“La legge (la n.367 del 1996) ha lasciato le Opera Huose Italiane (gli ex Enti Lirici) al loro destino – scriveva AssoLirica –  con un intervento dello Stato che si ridusse di anno in anno sino a diventare del tutto insufficiente per la gestione sana dei nostri teatri”.

“Per di più fu introdotta la 367 senza nemmeno prevedere strumenti di defiscalizzazione (arrivate solo anni dopo, quando i buoi erano oramai fuggiti e le stalle bruciate) e senza nemmeno preoccuparsi di dotare le nuove Fondazioni di classi dirigenti attrezzate per gestire la nuova prospettiva manageriale di dritto privato dei soggetti istituiti”.

Dimentichi che l’Opera Lirica, al pari delle pittura, scultura, architettura e musica è – da sempre – universalmente riconosciuta come ricchezza indiscutibile della cultura italiana.

 

Immagine: Sordevolo (Novara), luglio 2023,  allestimento del Nabucco di Giuseppe Verdi

 

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