La grande onda di Hokusai: Oriente e Occidente in Italia
La grande onda di Kanagawa del pittore giapponese Hokusai (1760-1849) non lascia Roma. La xilografia, in stile ukiyo appartenente al periodo Edo, fa parte della serie intitola Trentasei vedute del Monte Fuji. Dal 3 al 10 settembre sarà possibile ammirarla al Chiostro del Bramante. Dopo circa un mese, esattamente dal 12 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018, la ritroveremo presso il Museo dell’Ara Pacis dove, accompagnata da circa 200 opere dell’artista giapponese, costituirà la mostra Hokusai. Sulle orme del maestro.
Per chi non può venire a Roma, al cinema la grande mostra londinese
Ma per chi non è residente nella capitale e non avrà occasione di venirci, segnaliamo il documentario, nelle sale cinematografiche italiane dal 25 al 27 settembre 2017, Hokusai dal British Museum. Il film, presentato dalla Nexo Digital, ripercorre la vita del grande maestro giapponese attraverso i luoghi in cui visse e la grande esposizione delle sue opere realizzata presso il British Museum di Londra, conclusasi il 13 agosto 2017. Nel film la narrazione biografica e artistica dell’artista sarà approfondita grazie ai numerosi interventi di esperti, tra i quali quelli dello storico dell’arte Andrew Graham-Dixon e di Roger Keyes, studioso delle stampe di Hokusai: le loro interpretazioni delle opere offriranno un nuovo sguardo e chiave di lettura della produzione artistica del maestro giapponese.
Il documentario, girato in Giappone, Stati Uniti e Regno Unito, è distribuito dalla stessa Nexo Digital e da MYmovies.it (qui l’elenco delle sale cinematografiche). Come tutti i titoli della serie Grande Arte al Cinema, il documentario può essere richiesto per speciali matinée al cinema dedicate alle scuole, tramite prenotazione all’indirizzo email progetto.scuole@nexodigital.it o telefonando al numero: 02 805 16- 33.
L’apripista del Giapponismo sulla pittura occidentale del XIX secolo e oltre
La grande Onda raffigura in primo piano un’onda furiosa, imponente e minacciosa, mentre sullo sfondo, come in tutte le rappresentazioni della serie, appare il Monte Fuji. L’importanza dell’opera risiede nell’essere considerata la più rappresentativa dell’arte giapponese, per di più eseguita da uno dei maggiori pittori a livello mondiale.
La xilografia, forse perché unisce sapientemente elementi tradizionali della pittura orientale con quelli occidentali, fin dalla sua pubblicazione, avvenuta tra il 1830 e 31, ottenne un immediato successo in entrambi le parti del mondo: est e ovest e fece da apripista al movimento Japonisme (Giapponismo) – poi incrementato dalle stampe giapponesi portate in Europa dalla Compagnie delle Indie – che tanto influenzò i grandi pittori occidentali del XIX secolo e che vide, tra i suoi protagonisti, Vincent van Gogh (a la lato La Cortigiana del 1887), Claude Monet, Klimt.
Un ulteriore “ondata” di successo, se si consente il gioco di parole, la xilografia la visse nel XX secolo, diventando una delle icone della cultura di massa e, come tale, spesso copiata e parodiata.
Per ulteriori approfondimenti sul tema, vi segnaliamo, infine, l’articolo di abbanews sull’informatizzazione delle stampe giapponesi del Museo di Amburgo.