I nuovi giganti della necropoli di Mont’e Prama
I lavori di scavo nella necropoli nuragica di Mont’e Prama, a Cabras (Oristano), ci consegnano i resti di 2 nuove statue, dette giganti per le loro grandi dimensioni, e che si vanno ad aggiungere alle statue in pietra di guerrieri, arcieri e pugilatori emerse negli anni Settanta e, risalenti, secondo gli archeologi, a 3mila anni fa.
Rivedono la luce 2 torsi di pugilatori e i resti dell’armatura: lo scudo flessibile che copriva il ventre e si avvolgeva sul braccio, una testa, altre parti dei corpi e frammenti di un modello di nuraghe.
I lavori erano ripresi lo scorso 4 aprile, ha riferito alla stampa l’archeologo Alessandro Usai, dal 2014 responsabile scientifico dello scavo. Da subito l’indagine è stata indirizzata verso il sud della necropoli e della strada funeraria che costeggia le sepolture, come suggeriva l’indagine condotta sul campo. Uno scavo “a colpo sicuro”, dunque, in un posto intonso che ci regala i resti di giganti con caratteristiche diverse dalle statue rinvenute, casualmente, nella seconda metà degli anni Settanta e che hanno reso famoso in tutto il mondo il sito sardo .
Le peculiarità dei resti appena scoperti, ha spiegato Usai sono del tipo Cavalupo, che si caratterizzano per lo scudo incurvato, come gli ultimi 2 riemersi nel 2014 non distanti dall’attuale scavo. “Una figura rara – ha proseguito l’archeologo – che ha un modello di riferimento nel bronzetto nuragico conservato a Roma nel museo etrusco di Villa Giulia” restituito da una tomba della necropoli di Cavalupo, nella laziale Vulci, da cui il nome al tipo di raffigurazione. Ora è nelle intenzioni degli archeologi ampliare la zona dello scavo, portandola da 10 a 20 metri quadrati.
Il sito sardo suscita molte domande, trattandosi di un cimitero speciale costruito lungo una via funeraria destinato ai giovani uomini. “Mancano completamente anziani e bambini, pochissime le presenze femminili” ha raccontato Usai, nato all’incirca nel XII secolo a.C. mentre i Giganti sono databili tra il IX e l’VIII secolo a.C. avvolti in tanti misteri. “Chi erano questi colossi di pietra alti 2 metri e mezzo”, forse i custodi di un’area sacra, oppure scolpiti secondo il loro ruolo in vita o ancora degli eroi o simboli identitari di una comunità, che non sono stati distrutti da una lotta intestina o dai Cartaginesi, come suppongono alcuni studiosi ma, opinione di Usai, dal tempo, dai tanti interventi umani che che si sono susseguiti nella zona e che hanno ridotto le testimonianze di esistenze precedenti in tanti frantumi. Le risposte, comunque, verranno dai dati analizzati e studiati da una squadra composta ,oltre che dagli archeologi, da antropologi, storici, restauratori e architetti.
Lo scavo è finanziato dalla Soprintendenza archeologica della città di Cagliari e delle province di Oristano e Sud Sardegna per 85 mila euro lordi, ai quali seguiranno 600mila attraverso il Segretario Regionale del MIC e, quindi si aggiungerà al grande progetto per 2 milioni 800mila euro – ha anticipato la soprintendente Monica Stochino all’Ansa – con i quali si conta di restaurare gli importanti ritrovamenti avvenuti tra il 2014 e il 2016 per poi esporli insieme alle altre statue nel Museo di Cabras.
Immagini: Museo di Cabras (Oristano) con le statue dette i Giganti – raggiungono i 2 metri e mezzo di altezza – della necropoli nuragica di Mont’e Prama