Dopo 2500 anni rivive il teatro dell’Acropoli Elea – Velia

Dopo 2500 anni il teatro antico dell’Acropoli Elea -Velia torna a ospitare una rappresentazione. Il 7 agosto 2021 sarà Ecuba Regina, il monologo recitato dell’attrice Ivana Monti a inaugurare la rinascita di questo storico palcoscenico e la XXIV edizione del Festival Velia Teatro che si celebrerà fino al 28, con 14 spettacoli di Teatro Classico e Teatro Filosofico, succeduti da Lectio brevis.

E se dall’8 ci si sposterà all’Arena Zenone della Fondazione Alario – moderna cornice progettata dall’architetto Paolo Portoghesi vicino all’Area archeologica – il 20 agosto l’antico teatro di pietra tornerà a ravvivarsi con l’evento Il viaggio di Parmenide, una conversazione – spettacolo incentrata sul filosofo che fondò la scuola eleatica al quale parteciperanno i professori Mauro Tulli, Franco Ferrari, Emanuele Stolfi e Luigi Vecchio, con il contributo dell’attore Gianluigi Tosto accompagnato dall’arpa di Adriana Cioffi.

Previsti un massimo di 45 spettatori per il rispetto delle normative Covid 19 e per la tutela del monumento.

L’antico Teatro greco di Elea-Velia (costruito intorno al 400 a.C.) nel Parco Archeologico di Paestum e Velia torna a essere accessibile grazie ai recenti lavori di manutenzione straordinaria effettuati nonostante la pandemia.

Gli scavi archeologici di Elea -Velia (Cilento) – rinvenuti nella prima metà del Novecento per merito dell’archeologo Amedeo Maiuri – hanno portato alla luce i resti dell’antica colonia di Elea fondata intorno al 540 a. C, vicino a Poseidonia (futura Paestum) da esuli greci provenienti da Focea (ora città turca), in fuga dai Persiani. Il nome Velia, invece, è di epoca romana.
Elea – Velia fu un’importante città della Magna Grecia e sede della già città scuola filosofica eleatica, fondata da Parmenide, padre della metafisica e dell’ontologia nonché riferimento inconfutabile della storia del pensiero occidentale.

I dotti, i sapienti e gli artisti che sgraneranno il Festival giorno dopo giorno non  avrebbero essere accolti  da sede – e atmosfera – a loro più congeniale.

Un aggancio a un passato talmente remoto da essere di buon auspicio per il presente e il prossimo futuro.

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