Edicole sacre, Rinascimento e Barocco, in bella mostra nelle città italiane

Se pronunci la parola edicola, la prima cosa che ti viene in mente è il chiosco ove sono posti in vendita i giornali, le riviste e molto altro. La parola ha però un altro significato: la puoi abbinare ad una piccola costruzione che contiene una statua e che riproduce un’immagine sacra. E di queste edicole votive l’Italia è piena, per non dire ricca, visto il valore ed il significato ad esse attribuito.

Edicole sacre Genova

Genova – Modonnetta

Alla luce della predicazione di S. Bernardo nel XII secolo avviene la diffusione di queste strutture costruite sulle facciate dei palazzi, agli angoli delle vie e che completano un’espressione urbanistica-edilizia di grande pregio sia per l’innegabile importanza religiosa che per l’aggregazione che ha prodotto nei quartieri e zone di ogni città.

La nostra nazione, ricca di espressività diverse da Nord a Sud, ha fatto sì che queste piccole strutture avessero nomi diversi. A Roma sono chiamate “Madonnelle stradaiole” perché in gran parte rappresentano la figura di Maria, in Veneto sono i “Capitelli”, in Lombardia i “Sacelli o Cippi”, in Liguria le “Madonnette” e così via.

Il latino però chiarisce l’origine della parola: “aedicule”, diminutivo di tempio, anche perché l’immagine completa che appare agli occhi è proprio formata da un timpano o frontale sorretto da due colonne. Con il tempo tutto questo è divenuto patrimonio insostituibile e se avvenisse, Dio non voglia, la sua scomparsa, verrebbe cancellata una parte di storia e che la sovrintendenza delle Belle Arti dovrà assolutamente considerare come una perdita di valore intrinseco e unico.

Andando ad analizzare brevemente i tratti di queste edicole sacre si scopre come esse furono costruite per motivi essenzialmente religiosi ma che avevano la loro collocazione in strade ove esistevano i mestieri artigianali, o gli uffici importanti o le semplici attività commerciali. Dunque in ogni via c’era una Madonna od un Santo che proteggeva gli esercenti. Se poi questi piccoli tabernacoli erano posti negli androni dei palazzi era perché quegli abitanti si volevano sentire protetti.

Urbanisticamente fanno parte dell’arredo di ogni città e vanno a completare zone artisticamente meno conosciute ma che poi, per queste opere barocche, rappresentano una ricchezza per i quartieri in cui sono collocate.

edicola votiva a Napoli

Napoli – Edicola sacra e disegno di Bansky

Lo stile prettamente barocco nasconde però la creatività di artisti talvolta sconosciuti ma che hanno ritratto e riprodotto angioletti, coroncine, lampade e ghirlande di fiori, visi di santi e madonne di una tale finezza ed eleganza da rimanere meravigliati.

Queste “madonnette” in fondo erano e sono un linguaggio di fede, un balsamo per lenire vecchie preoccupazioni e quelle che restano sempre in noi, ecco perché, se passiamo davanti ad un’edicola votiva, qualcosa ci frena e rallenta la nostra fretta. Da un conteggio non preciso ma abbastanza vicino alla realtà il numero di queste piccole strutture in Italia si aggira su 60.000 circa.

In epoca rinascimentale questi “cippi” sono stati riprodotti anche nei cimiteri e sono diventate opere d’arte perché ricche e scenografiche e perché accompagnavano l’immagine del defunto nei tratti della sua vita più simbolici e popolari.

Quando entri in un camposanto costruito di recente, a parte gli interminabili loculi o colombari che sembrano non avere mai fine, e ti soffermi invece in un “campo” di sepoltura all’aperto, sei attratta da tutti quei basamenti marmorei ove la struttura sovrastante altro non è che un’edicola, e dove la foto del defunto è protetta da colonne e tettuccio; come se affidassi alla protezione di qualcuno il tuo caro, ed i fiori che gli fanno compagnia, sono un omaggio alla sua persona, così come da sempre davanti ad ogni Madonnella non manca mai un fiore.

Edicole sacre Madonnella di Roma

Roma – Madonnella stradaiola

E così mi torna in mente una breve descrizione del poeta e drammaturgo francese Joseph Autran (1813-1877),  letta anni fa ma che non ho dimenticato perché, ora come allora, sono affascinata da quelli che sono dei capolavori di arte sacra: le edicole votive: “Una sera scendevo verso il porto. Un’altra poesia mi aspettava, quella della religione italiana, la poesia alla Madonna. Ogni crocicchio ha la sua. Ne vidi molte incastrate in nicchie, immensi mazzi di fiori erano ai piedi dell’effige e là ardeva una lampada. Gli uomini passando si scoprivano il capo, le donne si inginocchiavano. Davanti all’effige della Madonna, posta su di una casa poverissima, vidi una scena toccante: le donne del popolo, i bimbi vestiti di stracci, erano inginocchiati in cerchio sotto di essa, al centro un vecchio cantava le litanie e la piccola folla rispondeva. Quando il vecchio terminò le litanie cantò l’Ave Maria Stella. Il gruppo era formato da un’intera famiglia di marinai, di cui il più giovane, appena dodicenne, si imbarcava l’indomani.”

Accettare la nostra piccolezza, ma vivere di fede ci dà la certezza di percorrere tutta la nostra vita non da soli.

Qualunque sia la religione/non religione che professiamo, l’edicola rimane un messaggio di protezione che ognuno a seconda del proprio credo può accogliere o semplicemente ammirare dal punto di vista artistico.

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