Notre Dame come San Paolo, risorgerà più grande e più bella che pria
La storia ci racconta di un altro incendio di un’importante chiesa cattolica che quando accadde suscitò la stessa tristezza, sgomento e smarrimento provato nel vedere le fiamme che bruciavano Notre Dame di Parigi.
Ieri come oggi, Roma come Parigi, in quella notte del 15 luglio 1823 nessuno poteva credere che la basilica di San Paolo fuori le Mura, simbolo della cristianità ed edificio di grande valore culturale, fosse stata distrutta dalle fiamme.
Consacrata nel 324 da papa Silvestro, sugli scavi che aveva ordinato Costantino – l’imperatore romano che con l’editto di Milano nel 313 proclamava la libertà di culto, ponendo fine alle persecuzioni ai cristiani – la basilica sorgeva sui luoghi dove i cristiani veneravano l’apostolo Paolo, decapitato tra il 65 e il 67 sotto l’imperatore Nerone.
Situata in Via Ostiense, a 2 chilometri di distanza dalle mura Aureliane uscendo dalla Porta di San Paolo, da cui il nome.
Nel corso dei secoli la basilica fu ristrutturata, ingrandita, abbellita: ogni epoca storica, artistica e culturale vi lasciò la sua traccia aggiungendo mosaici, affreschi, pitture e cappelle. Quando l’incendio la distrusse, andò a fuoco una testimonianza paleocristiana, bizantina, rinascimentale e del Barocco.
Le fiamme risparmiarono soltanto il transetto, l’arco trionfale, parte dell’antica facciata e il chiostro.
Le analogie
Anche nel tetto della basilica di San Paolo, come a Notre Dame oggi, in quell’estate del primo Ottocento si stavano realizzando dei lavori per risolvere il problema delle infiltrazioni dell’acqua piovana: la distrazione degli operai fu ritenuta la causa dell’incendio. Scrivevano le cronache del tempo “Per fatalissima disgrazia derivata, per quanto apparisce, dal fatto di alcuni stagnari, i quali nel far jeri diversi lavori sul tetto della Basilica di San Paolo fecero cadere de’ carboni accesi da una padella, si è nella scorsa notte appiccato il fuoco al soffitto della detta Basilica”.
Causa accertata, dunque: oggi diremmo incendio colposo. Ma l’individuazione della matrice non calmò le congetture: chi pensò a un attentato organizzato dalla carboneria – la società segreta rivoluzionaria che combatteva l’assolutismo monarchico in nome dei principi liberali – chi addusse al sempiterno complotto ebraico nella figura del banchiera Carl Rothschild, a capo della tesoreria papale, che era Roma in quei giorni. Poi prevalse il timor di Dio, l’incendio era la punizione divina per una città troppo secolare.
Le fiamme arsero per 5 ore, non c’erano sistemi di allarme allora e, ancora le cronache raccontano che la nube di fumo era visibile a 15 miglia di distanza.
L’eco fu vastissima e colpì la sensibilità di molti artisti. Di quel che rimaneva della basilica, ne parlò lo scrittore francese Stendhal nel suo Promenades dans Rome e fu riprodotta, nei suoi quadri, da Luigi Rossini, architetto e incisore e pittore.
La ricostruzione
Tra tanta costernazione e clamore era impossibile non ricostruirla. Nel 1825 il papa Leone XII con l’enciclica Ad plurimas avviava la raccolte delle offerte che vennero non solo dai fedeli ma anche dai grandi monarchi europei dell’epoca. E i lavori, sotto la direzione dell’architetto Pasquale Belli (su progetto di Giuseppe Valadier), iniziarono l’anno seguente.
La basilica ricostruita fu consacrata dal papa Pio IX nel 1854, l’anno della proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione. Ma i lavori continuarono nel tempo. Nel 1874 furono completati i mosaici della facciata; nel 1928 fu aggiunto il grande quadriportico esterno su disegno di Gugliemo Calderini. L’aspetto attuale della Basilica di San Paolo la dobbiamo all’architetto Luigi Poletti.
Per la sua esistenza millenaria continua ad essere oggetto di studi da parte di archeologici e storici.
San Paolo fuori le Mura è oggi una della 4 basiliche patriarcali di Roma, seconda per grandezza solo a San Pietro.
Risorta, dunque, “più grande e più bella che pria”, come recitava il mai dimenticato attore Ettore Petrolini nei panni di Nerone, e come accadrà a Notre Dame de Paris.
Fotografie dall’alto verso il basso: Parigi, 15 aprile 2019, Notre Dame in fiamme; 2) stampa della Basilica romana San Paolo fuori le Mure prima dell’incendio; 3) l’interno di Notre Dame dopo l’incendio; 4) stampa dei soccorsi dopo l’incendio della basilica romana, luglio 1923; 5 e 6) San Poalo fuori le mura com’è oggi