Almodóvar vs Netflix. Che le regole valgano per tutti

Almodovar vs NetflixPedro Almodóvar , il famoso regista spagnolo e presidente della giuria di Cannes, fin dal primo giorno dal Festival (17-28 maggio 2017), ha richiamato l’attenzione sull’evidente conflitto tra il grande schermo e la fruizione del cinema con altri mezzi offerti dalla tecnologia.
Senza mezzi termini, nel corso della prima conferenza stampa del presidente con tutti i membri della giuria, Almodóvar ha posto la questione Netflix, la piattaforma californiana che distribuisce via web, tramite abbonamento, film, serie televisive  – alcune delle quali è produttrice – e documentari.  Vanta 93,8 milioni di abbonati in oltre 190 Paesi.

Il maestro spagnolo, si pone e pone , il problema del futuro della cinematografia.  È fuori discussione che un film necessiti del grande schermo per essere ammirato in tutta la sua espressione e valenza artistica, che di certo viene penalizzata da schermi ridotti; pensiamo a quello di 5,5 pollici, dello smart-phone.

Il cinema inteso come settima arte rischia di svanire non perché abbia esaurito la sua funzione, ma perché mortificato fino al suo annullamento, dai mezzi tecnologici che lo proiettano.

Ha detto Almodóvar nel corso della conferenza stampa: “Sarebbe un paradosso una Palma d’oro a un film non destinato alla sala. Le piattaforme digitali in sé sono un principio giusto e positivo, ma non devono sostituire la forma esistente come la sala cinematografica e non dovrebbero alterare le abitudini degli spettatori. Credo fermamente” ha proseguito il regista “ che almeno la prima volta che qualcuno vede un film sia necessario che lo schermo sul quale lo vede non sia più piccolo della propria sedia. Sono convinto che noi spettatori dobbiamo essere più piccoli per entrare nell’immagine e nella storia”.

Il grande schermo, appunto, che per Pedro Almodóvar  va difeso anche così “Le piattaforme digitali devono accettare le regole attuali del gioco, l’unica strada per sopravvivere”.

NetflixFa da contraltare la regista francese Agnes Jaoui, anch’essa giurata a Cannes, che afferma: …“il mondo va avanti e non si può fare nulla contro la tecnologia”.

Eppure qualcosa si può fare e non in modalità “da retroguardia”, ma per bene stesso della tecnologia, gestendo la sua pervasività affinché operi nella vita dell’uomo in forma integrativa e non sostitutiva. D’altronde non è il progresso stesso, per natura, addizionale e non sottraente?!

Il Festival di Cannes, in risposta al dibattito e in nome della salvaguardia del cinema,  ha deciso di bandire, dalla sua prossima edizione, tutti quei film privi di distribuzione nelle sale cinematografiche francesi.

Chissà cosa pensa al riguardo il MIT di Boston, la più importante università tecnologica del mondo, che se da un lato ricorda costantemente che la tecnologia deve essere un mezzo e non un fine perché innova solo ciò che migliora, nel 2015 ha inserito Netflix nella classifica delle aziende più innovatrici del 2015. Il MIT ha premiato l’ azienda californiana per il contenuto originale delle sue produzioni, ma non per la sua valenza sostitutiva al cinema, almeno per ora.

Viva Netflix allora, purché non affossi la magia della settima arte. Come dice Almodóvar che le regole valgano per tutti.

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