Alessandria d’Egitto. Dagli scavi italiani ai reperti della città perduta
Era attesa da tempo e finalmente, dopo quasi vent’anni di lavori di restauro, lo scorso 11 ottobre ecco la riapertura del Museo Greco-Romano di Alessandria d’Egitto.
È il secondo museo in ordine d’importanza del Paese e preziosissimo per le testimonianze che racchiude della grandezza di Alessandria nel mondo antico.
I tesori di Thonis – Heracleion
Fra queste la stele geroglifica di 2 metri di altezza, fatta costruire dal faraone Nectanebo I (IV secolo a.C.), è ritrovata negli scavi marini della famosa città inabissata Thonis-Heracleion, citata da Erodoto e che si credeva fosse leggenda fino alla scoperta – e successive esplorazioni – dell’archeologo subacqueo francese Franck Goddio, iniziate a metà dei Novanta del Novecento, nella baia di Abukir, e tutt’ora in corso, tanto ha da restituire quello che è stato il principale porto dell’Antico Egitto sul Mediterraneo.
Sotto la direzione degli archeologi italiani
Dal 1878 Alessandria d’Egitto – famosa ancora oggi per la sua biblioteca fondata nel III secolo a.C. che registrava e conservava tutto lo scibile del tempo rendendo la città tra i principali polo culturali ellenistici e per aver dando i natali a Ipazia, matematica, astronoma e filosofa (355 – 415 d.C.) – iniziò a premiare le ricerche archeologici restituendo le vestigia del suo prestigioso passato.
I tanti reperti raccolti indussero il chedivé Abbas II a fondare nel 1892 il Museo Greco Romano, assegnando l’incarico di direttore e ordinatore all’ egittologo italiano Giuseppe Botti, coadiuvato dagli altrettanto esperti, il connazionale Alessandro Barsanti e il tedesco Émile Brugsch.
A Botti succedettero Evaristo Breccia ed Achille Adriani. Tutti direttori italiani, che dal 1892 al 1934, contribuirono grandemente ad arricchire le collezioni del Museo, anche attraverso le spedizioni archeologiche in loco condotte personalmente, come nel caso di Botti che scavò, nel 1896 nei pressi della colonna di Pompeo, sotto la quale emersero i resti del Tempio di Serapeo. Se alla sua nascita il Museo comprendeva 5 stanze di un piccolo edificio, nel 1895, alla sua inaugurazione ufficiale, era già stato trasferito nel sito attuale.
Il Museo oggi
Oggi l’istituzione museale è composta da oltre 20 sale e giardini che ospitano reperti che testimoniano quasi 1000 anni di storia, dal 400 a.C., dai ritrovamenti nella baia di Abukir, passando per la fondazione di Alessandria nel 301 a.C., fino alla conquista araba della città nel 640.
I lunghi lavori di restauro, più volte procrastinati per mancanza di fondi, hanno riguardato il rinforzo strutturale, il rifacimento della facciata e l’ammodernamento degli spazi espositivi, oltre all’organizzazione di una sezione didattica, dell’archivio museale e della biblioteca storica e a un centro di restauro.
Immagini: Alessandria d’Egitto, la stele geroglifica fatta costruire dal faraone Nectanebo I (IV secolo a.C.), è ritrovata negli scavi marini della famosa città inabissata Thonis-Heracleion, conservata nel Museo Greco -Romano, riaperto nell’ottobre 2023 dopo la quasi ventennale chiusura per i lavori di restauro