Dormire bene. Questione di educazione

BIMBO CON PAPA BUONANOTTECi piace sognare, ma sappiamo dormire? Il sonno è un fattore determinante per l’individuo. La sua qualità ha una influenza diretta sulle nostre capacità cognitive ed emozionali e conoscerne fin dall’infanzia i suoi meccanismi, ci assicura sogni d’oro anche in età adulta.

La letteratura scientifica italiana ad oggi non era provvista di una fotografia complessiva dello stato del sonno nei bambini e negli adolescenti in condizioni di normalità, ossia di bambini che stanno bene.  Come dormono i nostri figli? La risposta ce la offre la ricerca Ci piace sognare, promossa dalla  SIPPS ( Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) e dalla SICuPP (Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche) con un duplice intento.

Il progetto  “Ci piace sognare” si pone sia l’obbiettivo di fornire un’istantanea sulla realtà della durata del sonno e delle abitudini individuali e familiari, sia quello di fornire strumenti generali di educazione la sonno. Un’indagine dunque investigativo-pedagogica su scala nazionale, rivolta a una popolazione tra 1 e 14 anni d’età.

La prevenzione sarebbe lo strumento ideale per assicurare la qualità del sonno, ci spiega il Dott. Bambrilla, intervenendo sui primi mesi di vita dell’uomo, ma un’adeguata educazione al sonno può migliorarne la qualità. Sempre più genitori, si rivolgono al pediatra come una sorta di guru che gli permetterà di tutelare le notti dei loro figli.

Ma che cosa succede nelle famiglie italiane durante le ore notturne?

Analizzando le abitudini delle famiglie, si è rivelato un panorama notturno movimentato, evidenzia il Dott. Bambrilla, pediatra da 30 anni, un sistematico andirivieni tra le stanze dei piccoli e quella dei genitori. Il bambino deve abituarsi a dormire in modo naturale e autonomo.

Il segnale più forte che ci viene dalla ricerca è la dipendenza da un “qualcosa” per addormentarsi; che sia la televisione, la videogiochi, tablet, pc, cibo o la lettura di un libro. Quest’ultimo elemento sempre meno diffuso tra i bambini. Addormentarsi davanti alla televisione o nel letto dei propri genitori non favorisce lo sviluppo autonomo del sonno nel bambino.

Alla pari di ogni altra forma di apprendimento/formazione, la dipendenza non favorisce la crescita personale.

Lo svolgimento di attività, in particolare fisiche, nella fascia pre-serale della giornata può portare a una sovraeccitazione che si riverbera nella qualità del sonno. Il sonno naturale ha bisogno di una preparazione biologica e di un comportamento adeguato. In questi ultimi anni si assistendo a una sorta di rimando del sonno.

Se il sonno incide così profondamente sulla performance diurna dei bambini e degli adolescenti chiediamo al prof. Brambilla che cosa pensa dell’annosa questione dell’orario scolastico. Da anni si discute, specialmente nel mondo anglosassone, dell’opportunità di posticipare l’inizio della scuola; negli Stati Uniti per esempio, molti istituti hanno adottato questa misura.

Un’eccessiva inclinazione del pragmatismo americano, secondo il Dott. Bambrilla, in quanto questo accorgimento, se adottato in Italia, comporterebbe un ritardo nell’andare a letto da parte dei ragazzi, non andando a incidere in un più corretto comportamento notturno. Ancora una volta, emerge forte la necessità di una corretta igiene del sonno.

Il progetto “Ci piace sognare” ha permesso di redigere delle schede educazionali sulle corrette abitudini al sonno a seconda delle varie età pediatriche. Un vero protocollo da seguire affinché la famiglia possa vivere serenamente il momento del sonno. Consigliamo ai genitori di leggere con attenzione le schede e di avviare un comportamento familiare che favorisca l’applicazione delle linee guida suggerite dai pediatri ed esperti del settore.

Di seguito le schede educative per età (dal sito della SICuPP)

Scheda per i bambini da 1 a 3 anni

Scheda per i bambini dai 3 ai 6 anni

Scheda per i ragazzi dai 6 ai 12 anni

Problemi nel sonno negli adolescenti

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