Robot e uomini. Una storia possibile
Dopo il robot – badante, una nuova invenzione, ancora tutta italiana, che potrebbe essere di grande utilità. Parliamo del portiere- automatizzato, ossia di un robot in grado di svolgere le attività che sono tipiche di questa figura professionale, quasi scomparsa, ma importante per servizi come la sorveglianza dello stabile e ai condomìni.
Ideato e realizzato dalla Co-Robotics, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il robot petr condomini fa parte del progetto europeo Robot Era, finanziato con 8,7 milioni di euro e rivolto all’invecchiamento attivo, nell’ambito del Settimo Programma Quadro Europeo (FP7/2007-2013). Il progetto comprende oltre all’ideazione e realizzazione di robot-assistenti, sondaggi, sperimentazioni e lo svolgimento di fiere ed incontri internazionali tra investitori, ricercatori, imprenditori e aziende. Nel 2015 è stato presentato il robot domestico.
Ricercatori italiani, svedesi, inglesi e tedeschi, la multinazionale STMicroelectronics e le due aziende spin – off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (RoboTech e TechnoDeal), del Comune di Peccioli (Pisa) hanno iniziato questa avventura scientifica e di ricerca nel 2012. Il progetto di ricerca internazionale coordinato da Paolo Dario, Professore di Ingegneria Biomedica e direttore dell’Istituto di BioRobotica, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Ambedue robot (domestico e portiere) hanno un busto modificabile secondo la funzione destinata, si muovono su ruote, parlano e obbediscono ai comandi vocali. Mentre il portiere è dotato di un vassoio (utile ad esempio con la consegna delle lettere) quello domestico è munito di un arto a tre dita per prendere e offrire oggetti, una maniglia che premette il sostegno di una persona con problemi di deambulazione e, accorgimento importante, è provvisto di un software capace di individuare quando le persone cadono.
Il robot badante invece è in grado di dialogare in remoto con un familiare lontano, e attraverso le giuste impostazioni che riceve da quest’ultimo, esegue le tipiche mansioni del lavoro domestico, oltre ad eseguire le commissioni, da solo o in compagnia dell’anziano, come fare la spesa, gettare la spazzatura, andare in lavanderia o in farmacia e, quel che più conta, garantisce la sicurezza in casa dell’anziano.
Inoltre è dotato di giochi cognitivi atti all’intrattenimento. Nel 2015, la Scuola Superiore Sant’Anna ha condotto una prima sperimentazione dell’interazione della macchina con l’uomo grazie alla collaborazione di 70 persone over 65, che hanno aiutato la messa a punto della stessa con preziosi consigli pratici. Nel 2016 è prevista la seconda fase della sperimentazione, nel corso della quale si verificherà l’interazione uomo-macchina in situazioni reali.
Recentissima invece la presentazione del robot portiere, avvenuta nel corso di Ambient Assisted Living, 7° Forum Italiano,
Il forum ha lo scopo di approfondire e diffondere la sensibilità per le tematiche dell’Ambient Assisted Living, come strumento di innovazione che accoglie le sfide socio-economiche dovute all’invecchiamento della popolazione così da favorire il benessere individuale e collettivo.
Sia il robot portiere sia il suo collega badante, potrebbero essere in commercio nell’arco di due anni, con un costo variabile dai 5 euro per i modelli base, ai 20.000 euro per quelli più complessi.
Ma l’ interesse e il lavoro dei ricercatori della Sant’Anna non si limita all’ambito esclusivamente domestico e assistenziale; sono in fase sperimentale anche umanoidi da adottare per mansioni amministrative, benché semplici, presso gli uffici pubblici. A Peccioli (Pisa) è previsto il primo test con robot in grado di essere interpellati per ottenere ogni tipo di documentazione anagrafica.
promosso dalla Scuola Superiore di Sant’Anna che si è svolto a Pisa dal 20 al 23 giugno 2016.
La Scuola Superiore di Sant’Anna, una delle scuole di eccellenza italiane (istituti di alta formazione deputati alla formazione dottorale e post-dottorale) è particolarmente attenta a rapporto tra robotica ed etica, curando le possibilità di interazione tra uomo e macchina nel rispetto della dignità dell’uomo e del suo ambiente.
L’automazione, l’uomo e il lavoro. Una questione sempre spinosa e alla ribalta dei media e della sociologia da oltre mezzo secolo in modo massiccio. La naturale evoluzione della tecnologia che sostituisce l’uomo è comunque frutto dell’uomo. Interrompere il progresso è senza dubbio un’opzione involutiva. L’autentica sfida è accogliere l’innovazione nella quotidianità, re-inventando ruoli e mansioni, ri-qualificando le competenze e avviando processi di cambiamento non solo tecnologici, ma socio-culturali.