Ri-generation dichiara guerra all’obsolescenza programmata

C’è una grande nemica dell’ambiente e dell’economia, una pratica antica ma che le produzioni industriali contemporanee impudicamente applicano a ritmo ben superiore rispetto al passato. Si tratta dell’obsolescenza programmata, ossia la definizione programmata del ciclo di vita di un prodotto ottenuta con una serie di opportuni accorgimenti introdotti durante la sua fabbricazione che ne determinano il rapido decadimento. Una strategia che comprende anche altre tattiche come la pianificazione dei costi di riparazione superiori a quelli del prodotto nuovo di zecca e/o la realizzazione di nuovi modelli (tali solo per forma e non per le prestazioni tecniche) in modo da sollecitarne l’acquisto.

Al grido di viva la quantità e abbasso la qualità, l’obsolescenza programmata – diffusissima nei prodotti tecnologici ed elettronici – ha portato negli ultimi decenni i rifiuti RAEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche) a una crescita del 3,5% annuo. Nel 2019 in Italia ne stati raccolti oltre 343mila tonnellate.

Ma il rimedio c’è. Di più, c’è un vero e proprio modello aziendale, tutto italiano ed esempio virtuoso di economia circolare che si è sviluppato sulla rigenerazione dei rifiuti RAEE, creando al tempo stesso nuovi posti di lavoro per le persone più svantaggiate. Si tratta del progetto che l’Astelav di Torino ha creato alla fine del 2016 in collaborazione con SERMIG.   Si chiama, non a caso, Ri-generation e consiste nel recuperare i RAEE, aggiustarli fino a dargli nuova vita, rimetterli in vendita a prezzo vantaggioso, con tanto di libretto con le informazioni tecniche e con la garanzia di un anno .

ASTELAV si occupa di ricambi di elettrodomestici da oltre mezzo secolo. Con la sua consolidata esperienza, la sua una vasta disponibilità di parti di ricambio (un database di circa 2 milioni di articoli) e l’ampia documentazione tecnica garantisce una rigenerazione  di qualità dell’usato.

SERMIG, invece, è il Servizio missionario giovani,  fondato  nel 1964 dall’attivista e scrittore Ernesto Olivero. Nato con lo scopo di combattere la fame nel mondo contrapponendogli “speranza e sviluppo”, presto SERMIG ha rivolto la sua attenzione anche alla povertà di Torino.  Dal 1983 ha fissato la sua sede nell’ex Arsenale di guerra, ossia nella fabbrica di armi progettata e costruita nel 1860 che, per la legge del contrappasso, è stato trasformata in luogo di pace.  E Arsenale della Pace si chiama infatti oggi, dopo il restauro  realizzato da tanti volontari, questo monastero metropolitano, punto d’incontro tra culture e religioni, aperto 24 ore su 24, pronto a offrire ospitalità, istruzione, formazione e lavoro alle persone più svantaggiate.     Provengono da SERMIG i lavoratori impiegati nel progetto Ri-generation.

I rifiuti RAEE lavorati sono il frutto della raccolta realizzata dall’Astelav, dai servizi della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) che consegnano il nuovo e ritirano l’usato e spesso sono frutto di donazioni.   Vengono rigenerati, frigoriferi, forni, lavatrici, lavapiatti, piccoli elettrodomestici: ogni prodotto che nasce a nuova vita conserva il suo valore iniziale, risparmiando però fino all’80% dei materiali necessari per la fabbricazione dello stesso oggetto nuovo.
Progetto in pieno sviluppo oltre al laboratorio – il  Ri-generation Lab –  l’attività comprende 2 punti vendita sempre a Torino: ma i prodotti rigenerati si possono acquistare anche online.

Oltre alla collaborazione con SERMIG, nel 2019 l’Astelav con CNOS FAP (Ente formativo Pastorale Don Bosco) ha avviato un corso formativo per riparatori, rivolto ai minori stranieri non accompagnati, ragazzi dai 15 ai 17 anni provenienti dalle zone di guerra o di estremo disagio del Mondo.

Del progetto Ri-generation ne parlerà il giornalista Domenico Iannacone nella 6° puntata intitolata Io ti salverò, del nuovo ciclo di inchieste della serie Che ci faccio qui, in onda ogni domenica alle h. 20.30.

 

Immagine di archivio presso il Ri-generation Lab di Torino

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