Morti bianche. Il primo bilancio Inail del 2023

I dati dell’Inail relativi al 2023, ancora provvisori, registrano 1041 denunce di infortunio sul lavoro con esito fatale.

Questi numeri ci indicano un aumento dei decessi, rispetto al 2022, avvenuti nel corso dell’attività, saliti da 790 a 799 e un decremento dei casi mortali in itinere (lavoratori infortunati o deceduti durante il percorso casa-lavoro-casa, che l’Italia, al contrario di altri Paesi, annovera), scesi da 300 a 242.

La media corrispondente è un morto sul lavoro ogni otto ore e mezza e mette in risalto, nel caso fosse necessario, la dimensione tragica delle morti bianche.

Le regioni che hanno registrato un incremento degli infortuni sono Abruzzo (+15), Friuli Venezia Giulia (+12) e Sicilia (+ 5); diminuiti invece in Toscana (-21), Piemonte (- 18) e Veneto (-12).

Complessivamente le morti sono diminuite nel Nord – Centro Italia e aumentate al Sud e nelle isole.

Le fasce di età più colpite sono quella relativa agli under 25 e tra i 60 e i 74 anni.

Gli infortuni plurimi

Trentasei le vittime in 15 infortuni mortali “plurimi”, dove hanno perso la vita due o più lavoratori, 22 delle quali con mezzo di trasporto coinvolto.

Tra i più noti, quello avvenuto nell’agosto 2023 a Brandizzo (Torino), dove cinque addetti alla manutenzione dei binari della ferrovia sono stati travolti da un treno, la deflagrazione in una fabbrica di fuochi di artificio che a settembre ha fatto tre vittime in Abruzzo, l’analogo incidente di luglio in provincia di Rieti, dove hanno perso la vita padre, madre e figlio e, in novembre, lo scontro frontale vicino a Urbino tra un pullman e un’ambulanza, con il decesso dei tre operatori sanitari (e del paziente) che viaggiavano a bordo di quest’ultima.

Nel 2022 erano stati denunciati 19 incidenti plurimi per un totale di 46 decessi, di cui 44 stradali.

L’incremento delle malattie professionali

Un incremento, infine, è registrato dall’Inail per le malattie professionali: crescita del 19,7% rispetto al 2022, percentuale corrispondente a 72.754 del 2023 contro i 60.774 nel 2022.

Il 73,7% delle patologie colpiscono gli uomini e soprattutto nel Centro Italia (36,8%), seguito da Sud (25,4%), Nord-Est (18,9%), Isole (9,5%) e Nord-Ovest (9,4%).

Quasi 2 patologie su 3 interessano il sistema osteomuscolare e il tessuto connettivo, un dato stabile riguardo al 2022. Si nota, invece, un sensibile incremento di tumori: le denunce al riguardano sono state 2.018 del 2023, il 23,8% in più rispetto alle 1.630 del 2022.

I dati riportati sono stati tratti dalla pubblicazione Inail, Infortuni sul lavoro, nel nuovo numero di Dati Inail il primo bilancio del 2023.

In Europa

Secondo i dati Eurostat del 2021 l’Italia è ottava fra i 10 Paesi più a rischio dell’Unione Europea, in merito agli incidenti mortali sul lavoro, con 2,66 orti ogni 100mila occupati. È seguita dalla Romania (3,11), Francia (3,32), Malta (3,34), Lituania (3,75) e Lettonia (4,2).

Mentre non piange i suoi lavoratori l’Islanda: zero morti. Molto pochi gli incidenti fatali anche in Olanda (0,33), Finlandia (o,75), Svezia (0,77) e Germania (o,84).

Immagine: a sinistra Antonio Albanese in una scena del film  “Cento domeniche”, di cui è protagonista – operaio in un cantiere nautico – e regista 

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