Laurea a Tor Vergata per la “beautiful mind” di Nashwan. In sua memoria e segno vivo di integrazione tra i popoli

Il 21 ottobre 2019  alle ore 16:00 presso l’aula convegni della Macroarea di Ingegneria (via del Politecnico n.1, Edificio Didattica piano terra) dell’Università di Tor Vergata, si svolgerà la cerimonia di conferimento della laurea triennale in Ingegneria Medica alla memoria di Nashwan Ahmed Ali Al Qadhi.

Nashwan era originario dello Yemen e viveva in Italia con molti sacrifici, mantenendosi agli studi da solo. Studente modello e benvoluto da tutti, Nashwan è venuto a mancare per una anomalia cardiovascolare circa 10 anni fa, nei giorni in cui stava preparando la tesi di laurea triennale. Nashwan era anche uno stimato rappresentante degli studenti nel Consiglio di CdS e tutti lo ricordano bene come persona educata, estremamente sensibile ed attenta a farsi portavoce – con autorevolezza e saggezza – delle istanze dei suoi colleghi.

Ne abbiamo parlato con Paola Casti, assegnista di ricerca in Ingegneria Medica presso Tor Vergata, ex compagna di corso di Nashwan, che ha partecipato in prima persona alla realizzazione dell’evento in memoria del suo caro collega.

Come nasce l’iniziativa della laurea per Nashwan Ahmed Ali Al Qadhi?

Il ricordo di Nashwan è sempre rimasto vivo nella nostra università. Ex colleghi di corso, personale tecnico-amministrativo, professori, chiunque lo conoscesse ne parla ancora come di una persona educata, estremamente sensibile e attenta ai bisogni degli altri.

La sua morte, 10 anni fa, fu un evento terribile per tutti. Ci stringemmo insieme come comunità universitaria e l’iniziativa di una laurea per Nashwan partì subito dopo da un gruppo di studenti. Purtroppo, a quel tempo, non esisteva un regolamento di Ateneo per il conferimento dei titoli onorifici, e non se ne fece nulla. È stato il Prof. Marcello Salmeri, Coordinatore del Corso di Studi in Ingegneria Elettronica e responsabile dell’orientamento per la Macroarea di Ingegneria, a comunicarmi l’esistenza di un nuovo regolamento e ad accendere di nuovo la speranza, facendosi portavoce dell’iniziativa e collaborando in prima linea alla sua realizzazione.

Hai incontrato delle difficoltà nella realizzazione della manifestazione?

L’idea di conferire la laurea triennale alla memoria in Ingegneria Medica a Nashwan è stata subito accolta positivamente dal Prof. Gaetano Marrocco, Coordinatore del Corso di Studi in Ingegneria Medica. Insieme a lui, diversi docenti e membri del personale di Ateneo, si sono prodigati per realizzare l’evento e per renderlo trasversale. Una difficoltà, per quanto mi riguarda, è stata il reperire in tempo per l’evento, alcuni documenti necessari ad ottenere il visto per l’Italia per il fratello gemello di Nashwan, Ghamdan Ahmed Ali Al Qadhi. Ci tenevamo molto alla sua presenza e che fosse lui a ricevere la pergamena di Laurea per il fratello. Sono felice che questo sarà possibile.

Chi era Nashwan, come è arrivato in Italia? Quale era la sua motivazione allo studio e per la sua futura professione?

Nashwan era un ragazzo originario dello Yemen. Era arrivato in Italia da solo, senza conoscere la lingua e con tanti sacrifici. Studiava Ingegneria Medica nell’Università di Roma Tor Vergata e lavorava per mantenersi gli studi. Aveva una forte passione per le materie che studiava, le approfondiva costantemente e si preoccupava di apprendere, più che di passare gli esami, per esercitare al meglio la sua futura professione di Ingegnere.

Era anche il rappresentante degli studenti di Ingegneria Medica e si faceva portavoce delle nostre istanze con dedizione e impegno. Era stimato e benvoluto da tutti. Era un amico leale e sincero. Venne a mancare nei giorni in cui stava preparando la tesi triennale per una anomalia cardiovascolare.

Quale è il ricordo più bello che hai di lui?

Il ricordo più bello che ho di lui (di belli, devo dire, ne conservo davvero tanti) è nel giorno in cui siamo andati insieme all’Auditorium parco della Musica di Roma per ascoltare John Nash, il matematico americano premio Nobel per l’Economia, la cui vita è stata raccontata nel film A beautiful mind.

Nash era anche il nome con cui tutti chiamavamo Nashwan e questo rendeva quell’incontro davvero unico. Quel giorno Nashwan era entusiasta, così curioso di sentirlo parlare e di vederlo da vicino. Ricordo che nella libreria dell’Auditorium, al termine dell’incontro, ci diedero “una dritta” sul posto dove John Nash avrebbe cenato: non ce lo siamo fatti ripetere due volte e siamo andati anche noi, riuscendo a sederci a pochi metri da lui. Ho la scena impressa nella memoria: Nash che sorride pieno di gioia e John Nash seduto alle sue spalle.

 Pensi che l’esperienza di Nashwan possa favorire l’arrivo di altri ragazzi provenienti da paesi disagiati, attraverso un rafforzamento del dialogo universitario internazionale?

Lo spero. Nashwan ci ha insegnato che il dialogo e la cooperazione tra le persone sono sempre possibili, anche nelle diversità culturali. Ci ha ricordato, con la sua vita, che l’amicizia e l’attenzione per l’altro sono sentimenti universali e che non esistono barriere.

Ci ha mostrato, con il suo esempio, che è sempre possibile fare qualcosa per migliorare la vita degli altri, nonostante le proprie difficoltà. Vorrei che questo fosse un messaggio anche per quanti non hanno avuto il privilegio di conoscerlo.

La cerimonia di consegna della Laurea alla memoria di Nashwan sarà sicuramente anche un’occasione per riflettere insieme su questi aspetti: temi importanti, come l’accoglienza, la condivisione e l’integrazione tra i popoli. Alla cerimonia saranno presenti anche l’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dello Yemen, dott.ssa Ashaman Altoqi, il Consigliere agli Affari Consolari, dott. Nabil Hameed ed il Presidente dell’Unione Medici Arabi in Italia, dott. Sabri Shamsan Hassan.

Trovo molto bello che sia proprio l’università il luogo dove poter rafforzare un dialogo internazionale, soprattutto con i paesi più disagiati. Ringrazio la mia Università e soprattutto Nashwan per questo.

 

 

Fotografie: 1) Roma – Chiara Casti, assegnista di ricerca in Ingegneria Medica presso l’Università di Tor Vergata; 2) Ahmed Ali Al Qadhi, originario dello Yemen, al quale Tor Vergata gli conferirà la laurea in memoria il 21 ottobre 2019 

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