In Ghana il motore diventa elettrico
Il Ghana sta vivendo una fortissima crisi energetica che inevitabilmente si riverbera sulla industria automobilistica; importa all’incirca 70.000 veicoli all’anno. Auto che contribuiscono all’inquinamento ambientale, dovuto ai gas di scarico.
Al fine di contenere l’inquinamento e potenziare il livello energetico a livello sociale, gli studenti del Politecnico di Kumasi, seconda città del Ghana, si sono focalizzati sulla conversione di energia elettrica per le macchine.
Una tecnologia che non parte da zero, ma si concentra sua una forma di riciclaggio: “Se hai già un’automobile, quello che facciamo è cambiare una parte del motore per montare una componente elettrica così da utilizzarla senza l’acquisto di carburante: dichiara Samuel Ampiah, Responsabile tecnico del Kumasi Poly Electric Vehicle project.
Samuel Ampiah è un autentico innovatore dell’ingegneria dell”autoveicolo Nel 2016 presentò lo SMATI Magnetic A, con il marchio N-FLOW prototipo di un veicolo che non utilizza petrolio, carbone e acqua, in quanto alimentato con corrente continua da 12 volt a 60 volt di energia. Il veicolo può viaggiare fino a quando la carica è effettiva. Può raggiungere una velocità che varia da 160 km / ph a 300 chilometri all’ora.
Mamadu Hamidu, coordinatore della ricerca, che stanno verificando l’effetto e le conseguenze di un possibile cambiamento da petrolio ad elettricità su di un’auto a benzina. “Così abbiamo deciso di contattare alcuni cantieri trasporto di veicoli che si occupano della manutenzione in modo che anche valutato il loro ambiente e parlare con loro di certo tipo di materiali utilizzati che li aiutano nei processi di fabbricazione. Quindi, sulla base delle suddette conoscenze, siamo riusciti a trovare una buona idea da realizzare attraverso la nostra tecnologia“.
Il Prof. Nicholas Nsowah-Nuamah, docente di Statistica e rettore del Politecnico di Kumasi, ha affermato che questo tipo di ingegneria meccanica (potremmo parlare di meccatronica) potrebbe rappresentare una rivoluzione per il settore elettrico dell’automotiva. Il progetto dovrebbe essere completato entro agosto.
Interessanti a rendere commerciale il progetto, i cinesi che hanno interessi economici in Ghana; ricordiamo come il paese africano una vera invasione da parte degli imprenditori cinesi interessati a inviare la popolazione cinese meno abbiente per l’estrazione dell’oro; un vero caso socio-politico che si concluse con il rientro di migliaia di cinesi in quanto minatori illegali.
I rapporti con la Cina sono evidenti già dalla home page del sito del Politecnico di Kumasi in cui si annuncia l’apertura delle iscrizioni per studenti ghanesi che desiderano frequentare corsi di laurea breve nelle migliori università cinesi.
Il rettore dell’università afferma come i cinesi che all’inizio si erano mostrati dubbiosi sull’esito del progetto, ora sono interessanti a formare una partnership, ma al momento rimane solo una proposta.
Samuel Ampiah si chiede come potrebbe essere accolto un prodotto locale dalla società ghanese, abituata al consumo di beni esteri. Una reazione forse di sfiducia rispetto alla produzione estera già collaudata, ma decisamente un segno importante per il paese ghanese che vanta tecnici ed ingegneri specializzati nelle meccanica e nell’elettronica.