L’eccellenza italiana scende in campo contro la resistenza batterica

La sfida per risolvere l’emergenza sanitaria provocata dall’antibiotico-resistenza è al centro della ricerca che Rino Rappuoli, uno dei maggiori microbiologici del mondo, sta portando avanti presso la Fondazione Toscana Life Sciences (TLS).

Ormai ritenuta un’emergenza sanitaria, secondo l’OMS sono circa 700mila le vittime annue dei super batteri che si sono sviluppati a causa dell’abuso degli antibiotici; un fenomeno destinato – se non si trova una soluzione – a diventare la prima causa di morte entro il 2050 con 10 milioni di decessi. Tra i batteri resistenti troviamo il diffuso e, quindi, pericoloso Streptococcus pneumoniae o Pneumococco: alcuni dei 90 ceppi di questo batterio sono tra le principali cause della meningite fra i bambini più piccoli; della polmonite fra gli anziani; di setticemia se infetta il sangue.  Esiste Il vaccino contro questo temibile microrganismo ma funziona soltanto  per 13 dei suoi ceppi e la claritromicina e gli altri antibiotici della stessa famigli dei macrolidi, ma verso quest’ultimi  la risposta dell’organismo umano infetto è sempre più debole, quando non assente. Segue il E. Coli (escherichia coli) un batterio che vive naturalmente nell’intestino umano, ma alcuni sui ceppi patogeni procurano disturbi intestinali e infezioni del tratto urinario. E, infine, il Gonococco, responsabile della blenorragia (più comunemente gonorrea, infezione acuta, trasmissibile per via sessuale che dal 1976 presenta resistenza alle terapie antibiotiche. Dapprima presente soprattutto nell’Estremo Oriente, ma negli ultimi anni sempre più frequente in Italia, secondo l’OMS il gonococco genera nel mondo dai 60 ai 70 milioni l’anno di nuovi casi.

Il progetto innovativo

Il progetto di Rino Rappuoli è di sviluppare anticorpi in grado di colpire o contrastare questi tre batteri AMR, con 2 obiettivi ben precisi: trovare una terapia basata sugli anticorpi e cercare di capire quali sono le molecole del batterio suscettibili all’azione di un vaccino o di un anticorpo, in modo da poter sviluppare un immunoprofilassi che colpisca esattamente queste molecole che sono il punto di debolezza del batterio.

Un approccio al microrganismo che ribalta la prospettiva dei vaccini tradizionali. Lo sviluppo di questi ultimi, infatti, consiste nell’isolare il batterio, ucciderlo o attenuarlo per poi iniettarlo nell’organismo dell’individuo, il quale reagisce all’agente estraneo producendo gli anticorpi.

Invece lo schema di Rino Rappuoli (nella foto a lato) prevede l’isolamento dei linfociti, ossia le cellule bianche del sangue; tra queste si cercano quelli che hanno sviluppato l’immunità contro il batterio. Il punto di partenza, dunque, sono le persone convalescenti, che hanno sconfitto le infezioni. S’isolano le cellule del loro sangue: ossia s’individuano e si separano gli anticorpi monoclonali, che rappresentano il modo naturale con cui queste persone hanno superato le infezioni. Il percorso del processo naturale condotto dall’organismo umano per vincere sul batterio viene ricostruito e ampliato in laboratorio.
Una volta isolati i linfociti si procede alla sequenza del gene che riconosce il batterio attraverso i sofisticati programmi informatici che permettono l’individuazione del genoma, sulla cui base si sviluppa il vaccino specifico.
Spiega Rappuoli in un’intervista a Rai 3 che il suo studio non punta “a un vaccino che sostituisca l’antibiotico, ma un’agente complementare che può collaborare con gli antibiotici per ridurre la frequenza e il pericolo dei batteri resistenti”.

Un grazie all’Unione Europea

La realizzazione del progetto del microbiologo dal lunghissimo titolo  – Isolation and screening of human monoclonal antibodies against AMR for therapy and for discovery of novel vaccine antigens – che durerà 5 anni, è reso possibile dall’assegnazione dell’Advanced Grant di 2,5 milioni di euro, ricevuto nel 2017 dall’European Research Council. La Fondazione Toscana Life Sciences (TLS, esempio di interazione tra pubblico e privato), dove opera Rappuoli e il suo team, collabora come host institution, ossia mettendo a disposizione i laboratori e le piattaforme tecnologiche.

L’European Research Council (ERC) Grant, voluto dall’Unione Europea dal 2007 a supporto e promozione della ricerca ad alto livello europea, aiuta i ricercatori di frontiera che preferiscono svolgere i propri studi nei Paesi UE o in quelli associati.  Ogni anno premia gli scienziati dell’Unione che si sono affermati con progetti innovativi che aprono nuovi orizzonti.  L’ammontare erogato dell’ERC nel 2017 è stata di 653 milioni di euro e ha finanziato 269 progetti, 11 dei quali italiani.

Tra questi il progetto contro la resistenza batterica di Rino Rappuoli, già Medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica 2005 e dell’Albert Sabin nel 2009 e membro straniero della Royal Society. Globalmente riconosciuto come il pioniere  della reverse vaccinology (l’approccio genomico nello  sviluppo dei vaccini),    ha già sviluppato il vaccino del meningococco-C e il primo vaccino “acellulare” al mondo contro la pertosse contribuendo, così, a debellare sia la pertosse sia la difterite e la meningite batterica.

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