Chisura domenicale dei negozi. Dibattito sociale
Negozi e centri commerciali aperti rientrano nella normalità in molti paesi europei ed extra europei, dal secolo scorso, tuttavia in Italia, la questione ha assunto una connotazione socio-politica.
Da giovedì 13 settembre 2018, in commissione Attività produttive alla Camera, prenderà il via l’esame del ddl sulla chiusura domenicale dei negozi. Il ministro del lavoro ha dichiarato che l’anno, approveranno la legge che impone lo stop nei weekend e nei festivi, con turnazione, e con modifiche all’orario che non sarà più libero.
“Chiudere il commercio la domenica, che è diventata il secondo giorno per incasso dopo il sabato” avrebbe un “effetto negativo sui consumi, già fermi”: lo afferma Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione.
La proposta del governo ha generato un tumultuoso dibattito socio-culturale ed economico, ne sono una vivida dimostrazione i commenti che si diffondono sui social network, in particolare su twitter, tanto che “chiusura domenicale” è diventato un hashtag molto popolare. Leggiamo alcuni “cinguettii”
“Oltre 3,4 milioni lavorano la domenica, per circa 400milioni di stipendi erogati ogni anno, cioè 16mila posti di lavoro. Imporre la #chiusuradomenicale nel commercio è irrazionale, anti-investimenti, anti-crescita e anti-occupazione. Ed è anche classista”
Voglio vedere centro commerciale “Porta di Roma” chiuso la domenica, unico giorno dove si riesce a comprare e fare anche spesa per la settimana. Ma si sa che i clienti sono degli schiavisti che impediscono ai lavoratori di mangiare con la famiglia. …
Notizia per le generazioni successive agli anni 80. La Domenica i negozi erano, ovviamente, chiusi. Non se ne parlava neppure. Perché era Domenica. La persona precede il consumatore.
La gente deve imparare a farsi una vita, non sostituirla con il consumismo e passarla nei centri commerciali.
Ovviamente chi non lavora di domenica avrà meno soldi sulla busta paga. Però se va bene così, contenti loro contenti tutti. I gettoni e le cabine telefoniche a quando? Questi smartphone stanno distruggendo le famiglie.
#chiusuradomenicale dei negozi: Amazon e tutti i negozi online ringraziano
Se io, per 18 mesi, fossi stato pagato per le ore che lavoravo, per gli straordinari che lavoravo, per i notturni che lavoravo e per i festivi che lavoravo, a quest’ora avrei avuto un appartamento indipendente al mare, ero sposato e avevo pure 2 figli.
Mio fratello, che lavora nel settore ricettivo, si starà sicuramente chiedendo come mai il suo impiego che prevede di lavorare OGNI GIORNO FESTIVO DELL’ANNO non venga accusato di stare distruggendo le famiglie italiane…
Misura antistorica e anacronistica. Correlazione inversa con l’occupazione dimostrata ampiamente e costantemente dagli studi. Amazon con il suo trilione di dollari di capitalizzazione ringrazia. #chiusuradomenicale
#chiusuradomenicale “Ma d’estate chi di domenica non può andare né al mare né in montagna dove andrà a rinfrescarsi?” ha obiettato una mia amica. Io non ci avevo pensato
Anche mia madre – operatore socio-sanitario- lavora Natale, capodanno, Pasqua, compleanni e chi più ne ha più ne metta. Eppure sono CONTRO la #chiusuradomenicale. Cosa facciamo? Fermiamo il mondo perché è domenica? Bar, ristoranti, ospedali, caserme e case di riposo chiuse? O vale solo per alcuni?
La #chiusuradomenicale aumenterà la disoccupazione e l’acquisto di prodotti su internet. Mi pare un’ottima idea per mettere in ginocchio l’economia italiana.
Parlate di commessi ma in realtà il provvedimento è PER i piccoli commercianti che NON hanno dipendenti e non sono in grado di stare sempre aperti.
È CONTRO i centri commerciali non PRO commessi (che infatti in buona parte saranno licenziati)
C’è chi affronta il tema in modo propositivo: ” perché non prevedere diritto dei lavoratori di non accettare più di 1 sola domenica al mese ad esempio. Su base volontaria. Sarà azienda che si riorganizza anche eventualmente scegliendo di non aprire ogni domenica”.
#chiusuradomenicale sono d’accordo e penso che avrebbe anche un impatto positivo sull’economia, incentivando tutte le attività ricreative e di ristoro tipicamente domenicali. Per servizio permetterei un’apertura al mese, in modo da averne aperto in media 1/4 per necessità.
La frammentarietà del lavoro (non si intende solo precarietà, ma frammentarietà, vale a dire, persone che svolgono più lavori) è sempre più frequente, così come le abitudini socio-culturali; i centri commerciali non sono solo luoghi di compravendita ma anche spazi di ricreazione, di aggregazione e nascono con questo obiettivo. Probabilmente chiuderli di domenica, sarebbe in parte contravvenire alla loro mission implicita.
La negoziazione – in senso lato – è alla base della società e la polarizzazione che la società politica sta esplicitamente lanciando e rafforzando rischia di scatenare una guerra civile “bianca” in cui le opposte “fazioni” sono sempre più arroccate e nel mezzo giace il vuoto socio-politico e culturale.
La discussione a livello sociale è sempre fonte di ricchezza e occasione di cambiamento purché la radicalizzazione dei provvedimenti non irrigidisca un sistema che ha bisogno di garanzie ma anche di flessibilità “sicura”.