Centri impiego. Livelli essenziali di prestazioni

Il problema dei centri impiego è che funzionano a macchia di leopardo, questo dovuto alle competenze dei singoli operatori”. La suddetta dichiarazione racchiude l’opinione di diversi operatori che da oltre 20 anni, svolgono con autentico spirito di servizio pubblico, il loro lavoro.

abbanews ha svolto una ricerca sull’andamento dei centri impiego (in particolare nella città metropolitana di Roma), per comprendere i risultati  dell’ indagine Inapp-Plus (Participation, Labour, Unemployment, Survey), in cui si evidenzia che la rete di contatti e le autocandidature sono ancora le fonti principali del “trova lavoro”.

Probabilmente il primo punto da chiarire è il fraintendimento legato alle funzioni principali del centro impiego che non corrispondono a quelle del “vecchio” ufficio di collocamento; il ruolo fondamentale del centro è quello di accogliere le persone in cerca di occupazione e fornirgli gli strumenti adeguati per una ricerca attiva del lavoro.

Un’esperienza fortunata nel Lazio si è rilevata l’apertura dei centri impiego all’interno delle università, offrendo servizi di orientamento agli studenti e alle studentesse, collaborando in modo attivo con i servizi di job  placement degli atenei (servizio di formazione e di orientamento professionale, articolato per competenze), partecipando a progetti di formazione e orientamento professionale, organizzando seminari con l’Isfol, oggi Inapp, con l’Eures (cooperazione europea dei servizi per l’impiego).

Un servizio di orientamento in uscita dunque, con una vasta gamma di opportunità di consulenza. Alcuni operatori, con il tono della voce e l’espressione in perfetta sintonia in merito alla soddisfazione che esprimono, dichiarano “A distanza di anni ci sono ragazzi che ancora ci scrivono per ringraziarci e chiederci ulteriori consulenze. Siamo il loro punto di riferimento”.

Purtroppo l’esperienza si concluse, ritenendo che non fosse più necessaria (siamo nel 2006).

Gli operatori pubblici che presero parte ai centri impiego all’interno delle università, hanno portato la loro esperienza e conoscenze nei centri dove furono assorbiti, dando vita in alcuni di essi ad autentici progetti sperimentali di outplacement (servizi di consulenza per le persone in uscita dall’azienda), con energia e le risorse adeguate.

Questa tipologia di progetti ha portato ottimi risultati, sia in termini di orientamento che occupazionali, grazie alla professionalità degli operatori e alla possibilità di seguire un numero ristretto di persone: 20 all’anno, con una proporzione tra operatori e persone seguite, di uno a cinque.

Eh già, perché quello che forse non si sottolinea in modo adeguato, è che un orientamento efficace richiede piccoli numeri; piccoli numeri richiedono tanti operatori per abbracciare un numero considerevole di utenti, in piccoli gruppi.

Dal 2018 i centri impiego dipendono dalle Regioni, prima dalla Provincia, prima ancora dal Ministero del Lavoro.

I servizi del centro impiego rientrano tra i livelli essenziali di prestazioni, così come previsto dal decreto legislativo 150/2015 , nel cui art.  11 leggiamo:

Allo scopo di garantire livelli essenziali di prestazioni attraverso meccanismi coordinati di gestione amministrativa, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali stipula, con ogni regione e con le province autonome di Trento e Bolzano, una convenzione finalizzata a regolare i relativi rapporti e obblighi in relazione alla gestione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive del lavoro nel territorio della regione o provincia autonoma, nel rispetto del presente decreto nonché dei seguenti principi:

a) attribuzione delle funzioni e dei compiti amministrativi in materia di politiche attive del lavoro alle regioni e alle province autonome, che garantiscono l’esistenza e funzionalità di uffici territoriali aperti al pubblico, denominati centri per l’impiego;

Nel Lazio, attualmente è nata l’Agenzia regionale spazio-lavoro; la guida è regionale, sarà l’assessorato alla formazione e al lavoro che coordinerà i centro impiego lavoro. Si tratta di una unità organizzativa dotata di autonomia gestionale, organizzativa, finanziaria e contabile, nei limiti degli indirizzi definiti dalla Giunta regionale che persegue obiettivi di gestione e qualificazione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive del lavoro, erogati a cittadini e imprese.

Luoghi comuni e livelli essenziali di prestazioni

Luogo comune è che la mission del centro impiego sia quella di trovare lavoro, in realtà questo obiettivo non rientra nella normativa di riferimento. Il servizio pubblico relativo alle politiche attive del lavoro è quello di contrastare gli ostacoli che rendono particolarmente arduo trovare un’occupazione, così come quello di tutelare l’inclusione sociale.

Il centro impiego ha dei compiti diversi rispetto al vecchio ufficio di collocamento, nato prima della seconda guerra mondiale che accentrava tutte le attività di intermediazione, sia per chi cercava lavoro, sia per chi lo offriva. I datori di lavoro dovevano attingere alle graduatorie  per assumere le persone.

Negli anni, il ricorso alle graduatorie si è andato sempre più affievolendo; il sistema inizia a cambiare, si dà alle aziende la possibilità di assumere, senza passare per l’ufficio di collocamento, arrivando al Dlgs 297/2002 che soppresse le liste di collocamento.

I centri impiego nascono alla fine degli anni Novanta, alla  luce delle legge del 15 marzo 1997, n. 59 (c.d. legge Bassanini) che decentrò dal centro alla periferia il sistema di collocamento pubblico; con relativo d. lgs. 23 dicembre 1997, n. 469 (attuativo della legge 59/1997), che istituì i Centri per l’impiego, regolati da legge regionale e gestiti dalle amministrazioni provinciali.

Al contempo la Pubblica Amministrazione non si occupava più in via esclusiva dell’intermediazione al lavoro, intervenendo nel settore, anche gli enti privati, quali le Apl (Agenzie per il Lavoro)

I servizi del centro impiego negli anni si  sono articolati sempre di più nella diffusione degli strumenti di ricerca attiva del lavoro, arrivando alla legge 150  del 2015, per la quale la funzione di intermediazione lavoro è vienoto  meno.

I centri impiego possono svolgere una preselezione dei candidati per le aziende, ma la percentuale delle aziende che si rivolgono ai centri impiego è molto bassa.

Gli operatori ci informano che il loro rapporto con le agenzie private per il lavoro non è concorrenziale, anzi! I centri impiego cercano di diffondere presso gli enti privati che si occupano di intermediazione lavoro, i servizi e i programmi di incentivi e di ricerca attiva del lavoro, promossi a livello regionale e nazionale, spesso finanziati da fondi europei. Due esempi, il programma Garanzia Giovani e il programma Generazioni per le persone over 30.

Il centro impiego cerca di facilitare il processo con l’ente di formazione e di accoglienza del candidato per procedere alle attività di orientamento specialistico, accompagnamento al lavoro e inserimento nel mercato del lavoro. Tuttavia queste funzioni sono poco conosciute.

Come possiamo leggere nel documento Anpal  Metodologie e profilazione quantitativa Nella maggior parte dei casi (il 74,3%) il Cpi è stato contattato per motivi di carattere amministrativo (rilascio della DID- dichiarazione Immediata di Disponibilità, iscrizione al collocamento mirato, ecc.) e più raramente per la richiesta di informazioni (12,2%) o dei servizi di consulenza e orientamento (8,2%)”.

“Piuttosto marginale è il numero di coloro che hanno partecipato ai laboratori sulle tecniche di ricerca attiva del lavoro (1,4%). Il 4% dei rispondenti, infine, dichiara di essersi rivolto al Cpi per altri motivi: cercare un lavoro, presentare una domanda di iscrizione a bandi o corsi promossi dal proprio Comune o nell’ambito del programma Garanzia Giovani”.

Percorso nei centri impiego

Tra i servizi del centro impiego rientrano: accoglienza e prima informazione; DID online/assistita; scheda anagrafica (SAP) e profilazione quantitativa; orientamento di base (scheda di orientamento di base e profilazione qualitativa); patto di servizio personalizzato, condivisione di un percorso di inserimento lavorativo. I dati suddetti sono raccolti dall’Anpal  (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro).

Come accennavamo antecedentemente, un buon servizio di orientamento richiede un numero consistente di operatori, così che si possano dedicare un piccoli gruppi di candidati, offrendogli dei servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro  più articolati.

Obbligo formativo e iniziative sperimentali

Uno dei servizi del centro impiego è sostenere l’obbligo formativo per l’orientamento dei giovani che desiderano riprendere un percorso scolastico. Azioni  di orientamento, destinate a soggetti in età di “obbligo formativo”, lavorando sulla motivazione alla formazione e di accompagnamento al successo formativo.

I  centri impiego possono accogliere progetti sperimentali. Nel 2014, per esempio, fu eseguita una sperimentazione con i precettori di Naspi, ma il sistema andò sotto stress e durò 6 mesi.

Ritornando al discorso della necessità di assumere maggior personale, alcuni operatori ci parlano di avere seguito personalmente oltre 2000 pratiche relative al reddito di cittadinanza.

Certificati e Livelli essenziali di prestazioni

Durante questi anni di pandemia, i centri impiego hanno dato supporto alle persone, non solo a livello di politiche attive del lavoro, ma anche in merito al rilascio di determinati certificati, come quello di invalidità. Dall’elaborazione dell’email si passava alla telefonata, fornendo indicazioni anche dal punto di vista di gestione e produzione dei propri documenti digitali.

Le tipologie di certificazioni che richiedono gli utenti sono ampie. Dalla certificazione per la richiesta delle case popolari, sebbene per legge non sia più necessaria, così come la certificazione che viene richiesta dai supermercati, per ottenere sconti o bonus, sebbene anche in questo caso, non sia più necessario, in quanto è sufficiente la dichiarazione sostitutiva di notorietà, così come per l’esenzione del ticket.

Si tratta di una dispersione di energie che potrebbero essere canalizzate in servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro.

Per un periodo di tempo nei centri impiego era possibile incontrare sportelli di consulenza per gli immigrati, ma attualmente sono stati chiusi e gli operatori gestiscono solo le iscrizioni. Si tratta di un’operazione molto delicata, poiché la normativa è vasta: va considerato se l’istanza avviene da parte di un minorenne, se la persona entra con il titolo di studio, se è presente in territorio italiano per supporto sanitario.

Per il reddito di cittadinanza devono avere il permesso di cittadinanza e la residenza da almeno 10 anni. Un errore dell’operatore può causare danno all’azienda che intende assumere la persona; quando il centro impiego dipendeva dal Ministero del lavoro si aprirono sportelli, comprensivo di assistente sociale e di personale adeguato.

Un lato ‘debole’ probabilmente è la scarsa efficacia comunicativa da una parte (pubblicizzare le attività di orientamento del centro impiego) e, dall’altra, l’effettiva possibilità di portare a termine il servizio.

Sguardi sul futuro

Si riconosce che grazie alle nuove assunzioni, la qualità dei servizi per l’impiego è aumentato, anche alla luce della preparazione culturale dei nuovi operatori.

Con i giusti interventi di personale e di riorganizzazione i centri impiego possono funzionare; essi rappresentano un servizio alla collettività perché le persone hanno bisogno anche solo di ascolto, anche qualora siano incollocabili, trovano un supporto, hanno la possibilità  di farsi una chiacchierata. Da questo punto di vista, il centro impiego svolge una funzione sociale, oltre che pratica.

Dovuta l’esiguità del personale (la pubblica amministrazione prevede per il 2022 concorsi proprio per ampliare il personale del centro impiego), le persone possono essere soggette al cosiddetto stress lavoro correlato. Uno degli operatori intervistati dichiara:

“Si tratta di un lavoro che può risultare stressante e, inoltre, denigrato dall’immaginario collettivo. Fattori che non stimolano l’autostima. Ci si sente dire che si sta facendo un lavoro inutile. Attualmente vige un regolamento di comportamento per i dipendenti pubblici, ma ai miei tempi, quando fui assunto, feci un giuramento di fedeltà alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell’interesse dell’Amministrazione e dei cittadini per il pubblico bene“.

Il valore della parola data è più importante di qualsiasi regola”.

 

 

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