Cellfil. Il filato lyocell rende il settore tessile più sostenibile?

Cellfil è il nome del progetto europeo, dell’iniziale durata di 4 anni, che ambisce a sostituire, progressivamente, i tessuti sintetici (derivati dagli idrocarburi) con il lyocell, un filato realizzato con fibre vegetali, trattate chimicamente ma riciclabili.

Il lyocell (o tencel) deriva dalla frantumazione della cellulosa, disciolta nel composto chimico NMMO-monoidrato (N-metilmorfolina-N-Ossido-monoidrato.  Fa parte, quindi delle fibre cellulosiche, la più nota delle quali è l’antica viscosa (nasce a fine Ottocento), che si differenzia dal lyocell per l’uso del solfuro di carbonio.

I vantaggi e gli svantaggi

Più giovane di circa un secolo, il lyocell promette traspirabilità, assorbimento dell’umidità, robustezza e resistenza ai lavaggi  fino ai 60°C (garantiti), consigliati fino ai 40° ma con lo svantaggio da tenere in conto (lo abbiamo comprovato) di restringersi, anche a basse temperature, fino al 5%, una quantità che compromette la vestibilità delle taglie qualora il capo non venga pulito con l’attenzione dovuta (magari in tintoria a secco) e facendo attenzione all’etichetta,  dove il  filato potrebbe essere indicato con il termine tencel.

Perché il lyocell

La scelta europea deriva dalla produzione del filato a basso impatto ambientale ma, soprattutto, per i suoi solventi atossici e completamente riciclabili. Sebbene non risulti finora totalmente biodegradabile il lyocell è considerato un buon filato per avviare il circuito virtuoso dell’economia circolare.

Progetto Cellfin

Il progetto europeo Cellfin coinvolge 8 Paesi con le rispettive aziende, coordinatrice tecnica  delle quali è l’austriaca Lenzing, da sempre produttrice di filati di origine cellulosica, da cui Cellfil ha preso le mosse nel giugno 2024.

Nel gruppo aziendale figura anche la catanese Orange Fiber di Adriana Santonocito, sempre all’avanguardia nell’ambito del tessile sostenibile, depositaria vari brevetti e fondatrice di startup come Ohoskin che crea con arance, cactus e plastica riciclata un tipo di pelle vegana.

Il finanziamento europeo

Sviluppato dall’organizzazione no profit RTDS e finanziato dall’UE con 6,9 milioni di euro, Cellfin fa parte del programma di ricerca Horizon Europe e rientra nella roadmap definita nel 2022 dalla Commissione Europea per il raggiungimento della produzione sostenibile nel settore tessile dell’Unione.

Sostenibilità? Sembra un miraggio

Una sostenibilità ancora lontana. Una sorta di miraggio se si considerano i dati della no-profit Texile Excange organizzazione attiva per ridurre l’impatto ambientale del settore tessile, che delineano negli ultimi anni – con la complicità della fast fashion – una rimonta inattesa delle fibre sintetiche sulle fibre naturali e un altrettanto inatteso quanto notevole calo della produzione del cotone responsabile.

 

Immagine: filato della Lenzing, azienda austriaca, a capo del gruppo degli 8 Paesi partecipi del progetto europeo Confill, per sostituire progressivamente, con un filato vegetale riciclabile tutti i tessuti sintetici

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