Proposta di legge Saman. Approvata alla Camera

La Camera ha approvato con 385 voti favorevoli, nessun contrario e 31 astenuti (tutti di Fratelli d’Italia) la proposta di legge che prevede “il rilascio del permesso di soggiorno alle vittime di costrizione o induzione al matrimonio”, come recita il testo ribattezzato ‘legge Saman’, sulla scia del tragico caso di Saman Abbas, la diciottenne di origine pakistana sparita nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021.

La proposta di legge (prima firmataria la deputata Stefania Ascari, del M5S) vuole includere il reato di matrimonio forzato nell’elenco dei reati che prevedono il rilascio del permesso di soggiorno per le vittime di violenza domestica, come già previsto dalla legge Codice Rosso e disciplinato dall’articolo 18-bis del testo unico sull’immigrazione.

Ascari nello spiegare la necessità della proposta di legge, ha ripercorso la vicenda di Saman. La giovane era stata accolta da una casa-famiglia dopo aver denunciato i genitori per costrizione al matrimonio. Ma non aveva con sé i documenti, rimasti nella casa paterna, costretta, dove si è recata per recuperarli.

Da allora l’ultima notizia che si ha di Saman ci viene da un frame di un filmato di una delle telecamere dell’azienda agricola emiliana dove la sua famiglia lavorava e viveva; un’immagine che la mostra mentre si allontana con i genitori verso i campi poco, dopo la mezzanotte del primo maggio.  Da allora nessuna traccia della ragazza. Mentre altri video restituiscono il via vai dei parenti.  Secondo gli investigatori quella notte i genitori hanno consegnato Saman allo zio e a 2 cugini che l’hanno uccisa e sepolta in quei campi.

Il fratello minore della giovane ha confessato che l’esecuzione era stata decisa dalla famiglia, per il rifiuto della ragazza a un matrimonio combinato in Pakistan dove sono fuggiti i genitori subito dopo la scomparsa della ragazza. Lo zio e i cugini, ora, sono in carcere a Reggio Emilia.

La colpa di questa giovane vita spezzata è tutta  nell’aver adottato i costumi occidentali, aver scelto il fidanzato ed essersi ribellata di tornare in patria. La madre nell’ottobre 2020 aveva detto agli operatori dei servizi sociali:” Mia figlia è una vergogna per tutta la famiglia, è un disonore, come faccio a dirlo in Pakistan?”

“Non avere i documenti è un doppio colpo per queste donne: da una parte si sentono abbandonate dallo Stato in cui vivono e dall’altra hanno il timore di essere rimandate nel loro Paese, ritrovandosi così sottomesse e senza via di fuga” ha detto la deputata Ascari.

Mentre Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, riportando i dati del Viminale che ci dicono di un aumento dei matrimoni forzati dall’entrata in vigore del Codice Rosso, con una forte incidenza di donne pakistane, ha ribadito l’importanza di approvare questa legge che ora attende il vaglio del Senato.

 

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