In cella per una legge inattuata

Fabrizio Pellegrini, in carcere nonostante la legge lo assolva

Federico Pellerini

Fabrizio Pellegrini, malato di fibromialgia, in carcere a Chieti dall’8 giugno 2016 per aver coltivato piante di cannabis per curarsi, ha ottenuto gli arresti domiciliari. La pena da scontare è di due anni per il cumolo di due sentenze.

Pellegrini è un musicista, per esattezza pianista di 47 anni, che da molto tempo soffre di fibromialgia.
La fibromialgia è malattia reumatica che colpisce i muscoli determinando un aumento della tensione muscolare. Tale tensione si riflette sui tendini e provoca un cronico e acuto dolore muscolare con conseguente rigidità, che limita i movimenti. Tale rigidità, essendo permanente – come se i muscoli lavorassero costantemente – origina astenia e insonnia. Tra le parti dell’organismo particolarmente colpite dal dolore: la colonna vertebrale, le spalle, le braccia, i polsi e le gambe.  Come racconta lo stesso Pellegrini: “Alcune volte passo interi giorni disteso sul pavimento, anche l’esile peso del mio corpo è insopportabile per la mia colonna vertebrale”.

La necessità dell’uso dei cannabinoidi certificata dall’Asl

Intollerante ai medicinali a base di oppiacei, Fabrizio Pellegrini scopre, nel tempo, che la cannabis è l’unico rimedio efficace per la sua malattia: gli consente maggiore mobilità e riposo.  La stessa Asl di competenza, gli certifica la necessità di una terapia a base di cannabinoidi, ma non il rimborso dei costi che ammontano a 500 euro al mese, una spesa insostenibile per Pellegrini, la cui malattia, fra l’altro, gli impedisce spesso di lavorare.  Può permetterselo per una sola volta. Dopo di che, per non ricorre al commercio illegale, preferisce il “far da sé” e coltiva nel suo appartamento 4 piantine di cannabis. Per questo viene arrestato.
L’azienda sanitaria locale, come abbiamo già scritto, non copre le spese, né mentre scriviamo risulta che lo farà, nonostante appartenga alla Regione Abruzzo, che in merito all’uso della cannabis terapeutica ha la legge “più avanzata d’ Italia”, che contempla le spese per il medicinale a carico del servizio sanitario, attraverso la costituzione di un Fondo di 50.000 euro, che però non è stato attivato.  La legge rimane inattuata.

Gli appelli di solidarietà

La pena alternativa per Fabrizio Pellegrini, non ottenuta a tempo debito per una mancanza dell’ avvocato d’ufficio assegnatogli, è stata richiesta da numerosi appelli e iniziative di solidarietà. Il primo è stato quello di Andrea Trisciuoglio, segretario dell’Associazione LaPiantiAmo, che pur essendo affetto da sclerosi multipla, aveva sospeso la sua terapia a base di cannabinoidi, per chiedere gli arresti domiciliare di Fabrizio. Gli hanno fatto  seguito alcuni militanti ed esponenti del Partito Radicale, sottoponendosi a turno allo sciopero della fame e lanciando la raccolta firme; dal Parlamento sono giunte le voci del Senatore Luigi Manconi e del Deputato Giuseppe Civati che hanno chiesto l’intervento dei Ministri della Giustizia, Andrea Orlando e della Sanità, Beatrice Lorenzin, affinché avvenisse una perizia medico-legale che accertasse le condizioni d’incompatibilità della malattia di Fabrizio Pellegrini con la vita carceraria. Fabrizo Pellegrini ha ottenuto i domiciliare l’1 di agosto 2016, divenuta effettiva il giorno seguente.

La situazione attuale

Andrea Orlando, Ministro della Giustizia

Andrea Orlando, Ministro della Giustizia

Il 3 agosto 2013, il Ministro degli Interni, Andrea Orlando nel corso del Question Time alla Camera, ha affermato che gli accertamenti richiesti per il caso di Pellegrini non hanno rilevato “allo stato, profili di trascuratezza nel trattamento detentivo”, aggiungendo, una volta intervistato da Radio Radicale, che comunque il “caso per la sua rilevanza”, crede sarà “affrontato dal Parlamento alla ripresa”.  Nello stesso giorno, il Partito Radicale unito all’Associazione Luca Coscioni ha inviato una lettera al Presidente e all’Assessore Sanità della Regione Abruzzo, – rispettivamente Luciano D’Alfonso e Silvio Paolucci –  pubblicata nel sito del Partito, nella quale riferendosi all’appello qui già menzionato, scrivono che continuerà, nonostante la scarcerazione di Pellegrini, per “scongiurare che ci siano nuovi casi Pellegrini, in Abruzzo come nelle altre regioni d’Italia. La nostra” continuiamo a leggere  “non vuole essere solo un’iniziativa di denuncia, ma di dialogo con le istituzioni per aiutare la Regione a rispettare le sue stesse leggi e i diritti dei cittadini”.

Per approfondimento: Lettera Partito Radicale e Associazione Luca Coscioni alla Regione Abruzzo

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