Giornalisti minacciati, la solidarietà non basta più
Il Sindacato e l’Ordine dei Giornalisti italiani hanno scritto una lettera aperta rivolta ai direttori e alle direttrici di tutte le testate italiane per chiedergli di rimettere “il tema della mafia al centro della discussione” considerato che “è scomparsa dall’agenda politica”. I redattori della lettera chiedono all’informazione tutta “di realizzare inchieste, servizi radiofonici e televisivi, sulla stampa cartacea e online, in quelle terre di mafia”. Occorre un impegno concreto perché scrivono “Noi firmatari di questa lettera aperta siamo convinti che le mafie siano state e sono sempre pericolose e che se alcuni cronisti sono costretti a vivere sotto scorta e perché altri giornalisti non fanno il loro dovere”. La mera solidarietà nei confronti dei giornalisti minacciati “non è più sufficiente”.
Nella lettera aperta è inoltre richiesto agli editori e alle istituzioni di porre attenzione “sulle vite precarie di molti dei cronisti che ogni giorno fanno il loro dovere senza alcuna forma di tutele contrattuale” una situazione che mette maggiormente a repentaglio le loro vite e “indebolisce il giornalismo d’inchiesta”.
Infine nella lettera è richiesto di promuovere nella settimana che va tra il 25 aprile e il 1° maggio 2018, una campagna straordinaria al fine di “sensibilizzare l’opinione pubblica e a metà maggio un incontro pubblico in Sicilia con i direttori e le direttrici delle testate italiane, con i cittadini e le associazione per “discutere dei risultati di questo comune impegno informativo sulle mafie”.
La lettera è promossa, fra gli altri, da don Ciotti di Libera contro e le mafie e da Lorenzo Frigerio di Libera informazione e dalle tante firme in calce che continuano a sottoscriverla.
In Italia sono 18 i giornalisti che vivono sotto scorta ma l’elenco dei cronisti che rischiano la vita per raccontare i fatti che accadono nei loro territori è molto lunga. La lettera aperta menziona Paolo Borrometi (foto in alto), collaboratore dell’Agi e direttore del giornale online LaSpia.it e Federica Angeli (foto in basso), giornalista de La Repubblica. Al termine di un’indagine conclusasi con provvedimenti restrittivi, la procura antimafia di Catania ha reso pubblica l’intercettazione tra 2 mafiosi di Pachino (Siracusa) che parlavano di eseguire l’ordine di ucciderlo il direttore di LaSpia.it. Federica Angeli, che vive sotto scorta per le minacce della mafia di Ostia, ha appena ricevuto una busta contenente un proiettile.
Per affermare la “scorta mediatica” a tutti i giornalisti minacciati per il loro lavoro, Libera contro le mafie informa che il 17 aprile 2018 parteciperà al presidio davanti al tribunale di Roma per chiedere che non siano archiviate le indagini sulle ancora oscure uccisioni della giornalista e dell’operatore del Tg3 della Rai, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, avvenute il 20 marzo 1994 a Mogadiscio (Somalia).
Mentre il 19 aprile 2018 tornerà in tribunale insieme agli organismi di categoria per accompagnare e sostenere Federica Angeli, che testimonierà nel corso di uno dei processi a carico degli esponenti del clan Spada di Ostia (Roma).