Clima e diritti umani. Prima sentenza della CEDU

La Corte di Strasburgo (Corte europea dei diritti dell’uomo – CEDU) ha dato ragione al gruppo KlimaSeniorinnen, affermando che gli sforzi compiuti dalla Svizzera – patria del gruppo – per contrastare le emissioni di gas serra non sono sufficienti.

Il movimento ambientalista KlimaSeniorinnen è formato da signore che hanno superato il settantesimo anno di età, rivoltesi all’Alta Corte sostenendo che la mancanza di misure compatibili con la gravità della crisi climatica, mina il “diritto alla vita e alla salute delle donne anziane” e affermando che se le decisioni politiche di ogni Paese sono analoghe a quelle svizzere entro il 2100 l’innalzamento della temperatura media sarà il doppio del più 1,5° gradi stabilito dagli Accordi di Parigi.

La loro tesi, sostenuta da ampie e approfondite ricerche scientifiche e da Green Peace, è stata accettata dalla Corte, che per la prima volta si è espressa sul riscaldamento globale.

“La Svizzera non ha adempiuto ai suoi obblighi in materia di cambiamenti climatici e ci sono state deficienze critiche nel processo che doveva permettere di creare un quadro normativo, compresa l’incapacità delle autorità di quantificare attraverso un bilancio del carbonio o in altro modo i limiti delle emissioni nazionali di gas a effetto serra” si legge nella sentenza che riconosce come  “un’azione inadeguata dello Stato per combattere i cambiamenti climatici, aggravando i rischi di conseguenze dannose e minacciando il godimento dei diritti umani”.  Se l’aumento della temperatura fosse limitato a 1,5° gradi  rispetto ai livelli preindustriale e agendo con urgenza” i rischi per la popolazione sarebbero “inferiori” concludono i giudici del CEDU.

La Corte, dopo averli esaminati, ha respinto, invece gli altri due casi, con accuse simili contro i loro Governi presentati da sei giovani portoghesi (che avevano fatto ricorso per altri 32 Paesi, tra i quali l’Italia) e da un ex sindaco francese, considerandoli inammissibili.   I ricorrenti devono rivolgersi alle corte nazionali.

Ma la sentenza contro la Svizzera è vincolante e potrebbe ricadere su 46 Paesi europei, dell’Unione e non.

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