La Carta di Firenze. Contro l’ageismo dei sistemi sanitari
Ageismo – Se la medicina e la scienza si vantano, a buon diritto, di essere riuscite ad allungare la media della vita, dall’altra, paradossalmente, sono proprio alcuni loro esponenti e settori a discriminare gli anziani, escludendoli dalle cure migliori.
Il fenomeno degli anziani emarginati, colpevolizzati e, quindi, penalizzati, ha un nome: ageismo.
Di matrice socio-culturale, come tutti i pregiudizi e gli stereotipi, l’ageismo ha l’aggravante di diventare un serio problema sanitario, come confermato da attenti studi condotti a livello globale da tempo.
Già nel 2020, ad esempio, uno studio condotto dall’OMS dimostrava e denunciava come l’ageismo ha un impatto negativo sulla salute degli anziani.
Il dipartimento dell’Invecchiamento dell’OMS, con l’Oxford University e l’University of Southern California, aveva analizzato i dati provenienti da 57 Paesi riferenti a persone di diverse classi sociali ed economiche suddivise per età, sesso, istruzione, giungendo alla conclusione che “l’ageismo è un problema sanitario globale, trascurato”.
A distanza di 4 anni la discriminazione è aumentata.
Troppo vecchi e costosi
Oggi risulta che i sistemi sanitari considerano 4 anziani su 10 “troppo vecchi e costosi”, per sottoporli alle cure migliori, aumentandone di 4 volte il rischio della mortalità. Sono esclusi dagli studi clinici per la sperimentazione dei farmaci di cui fanno uso.
Le prescrizioni farmacologiche e la regolarità dei controlli raccomandati dalle linee guida si riducono fino ad abbattersi per gli over 85, in alcuni casi sono gli stessi anziani a rinunciare a screening e terapie preventive.
Si annota, quindi, un importante ‘sotto-trattamento’, fino al 40% dei casi.
Per i geriatri l’ageismo nella sanità accorcia la vita. Ciò ha spinto i presidenti delle loro associazioni di tante parti del mondo, con eticisti medici, associazioni di pazienti ed esponenti dell’OMS, appena riunitisi nel capoluogo toscano, a regidere la Carta di Firenze, il primo manifesto contro l’ageismo.
La Carta di Firenze
Il documento, pubblicato sull’European Geriatric Medicine e sul The Journal of Gerontology, prevede 12 azioni concrete per contrastare l’ageismo nei sistemi sanitari, attraverso la formazione degli operatori sanitari e con politiche volte sia alla riduzione del pregiudizio sia alla promozione di “una sana longevità”.
Dare priorità agli anziani nei pronto soccorso- la lunga attesa rappresenta un fattore di rischio, rendere gli ospedali a loro misura, riducendo il loro isolamento e l’immobilità a letto; evitare che la presa in carico inadeguata contribuisca (come accade) al declino cognitivo e al peggioramento delle condizioni fisiche del paziente, sono alcuni dei punti del panel.
Ma la posizione cardine della Carta, ci sembra, l’approccio alla cura dell’anziano che non deve essere più “frammentata”, ma affidata ad uno specialista di medicina complessa in grado di avere una visione d’insieme della condizione sanitaria dell’anziano, spesso caratterizzata da comorbilità.
Risposte adeguate. Benefici per tutta la società
L’allungamento della vita media avviene in tutto il mondo. Tra il 2015 e il 20250 – secondo il già citato studio del 2020 – la percentuale della popolazione mondiale con più di 60 anni quasi raddoppierà, passando dal 12% (900 milioni di persone al 22% (2 miliardi). La portata e la velocità con cui queste transizioni demografiche stanno avvenendo sottolineano l’urgenza di elaborare risposte adeguate all’invecchiamento delle popolazioni.
Lo rimarca con prontezza la Carta di Firenze, sostenendo che contrastare l’invecchiamento nel settore sanitario si traduce in benefici per tutta la società. La sopravvivenza sana e percorsi di salute e benessere per le persone anziane aumenta la loro capacità nel contribuito agli obiettivi sociali.
Il gruppo di lavoro
Il gruppo di lavoro, che ha stilato la Carta Firenze, si è riunito il 5 e 6 aprile 2024 nel Congresso internazionale Anti-ageism Alliance. A Global Geriatric Task Force for older adults’ care, organizzato nel capoluogo toscano dalla Fondazione Menarini, con il patrocinio della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, dell’International Association of Gerontology & Geriatrics e della European Geriatric Medicine Society.
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