Sono trascorsi tre mesi dal ritrovamento del corpo di Giulio Regeni, ma ancora si brancola nel buio. Mentre in Egitto si continua ad insinuare che Regeni fosse una spia e aumenta la repressione nei confronti degli oppositori del regime e dei giornalisti, alcuni dei quali impegnati nella ricerca della verità sul caso Regeni.
Facendo applaudire popoli, ambizioni, appartenenze e polemiche in egual misura, dando ad ogni pubblico il proprio ludibrio e ad ogni “pancia” la propria pastura. Facendo anche, un po’, sognare “normalità” a chi dovrebbe poterla pretendere in ben altri consessi, ambiti e istituzioni, il trash si prende la briga e di certo il gusto di dare a tutti il sapore giusto
il chatbot. Letteralmente, è un robot che parla. Di più: è un robot virtuale che parla. In pratica, è tutto. Equivale allo scrivere questo articolo semplicemente dicendogli di farlo al computer. Oppure, equivale all’ordinare una pizza scandendo l’ordine a parole direttamente allo smartphone che mi chiede, pure, “ma la vuoi senza origano come due giorni fa?”.
La verità per Giulio Regeni continua la mobilitazione sia in Italia che in Inghilterra. Il 24 aprile 2016 flash mob a Milano, due giorni prima la manifestazione organizzata con la Cambridge Univerversity, dove Giulio stava terminando la sua tesi di dottorato.
Dalla bonifica di un terreno confiscato alla camorra, nasce l’attività agro alimentare “Il Pizzino Vesuviano”, l’unico “pizzo sano”, raccolta e confezionamento di uno dei più antichi prodotti dell’agricoltura napoletana, grazie a RadioSiani di Ercolano, per la prima volta dalla sua storia, assegnataria della riqualifica di un bene confiscato alla mafia
Chi legge e rilegge sempre gli stessi libri finisce per soffrire di un certo ritardo nel percepire i cambiamenti (Noberto Bobbio) Stop alle trivelle, recita il referendum abrogativo a cui...
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