Nasce Quipu, la prima varietà di quinoa italiana

Nasce Quipu la prima varietà di quinoa italiana e capace di adattarsi al clima mediterraneo, selezionata e brevettata dall’Università di Firenze.

La quinoa, pianta originaria delle Ande, ha raggiunto il record della domanda mondiale, richiestissima com’è fra chi ha eliminato dalla sua dieta gli alimenti con il glutine e/o ogni forma di proteina animale come i vegetariani e i vegani.

I chicchi della pianta, proveniente dall’Altipiano delle Ande garantiscono, infatti, un alto valore nutrizionale per il loro contenuto di fibre, minerali quali fosforo, magnesio, ferro, zinco, proteine vegetali ed è priva di grassi, i pochi che possiede sono insaturi.

Il Perù e la Bolivia, che sono i principali produttori, hanno visto la domanda in crescita esponenziale: dalle 27 mila tonnellate del 2008, alle oltre 50mila nel 2013. Con l’incremento della domanda si è assistito alla lievitazione del costo passato dai 40 dollari a tonnellata del 2005 ai 2.500 del 2018. Il 55% della produzione della quinoa è destinato al mercato occidentale e l’Italia è uno dei maggiori importatori d’Europa.

L’incremento della domanda e dei prezzi ha portato i 2 Paesi sudamericani non solo a non riuscire a soddisfare la domanda di quinoa esterna, ma quella interna che è fondamentale per il sostentamento soprattutto dei bambini e degli anziani); per questo sollecitano da tempo all’allargamento delle coltivazioni.

Ecco spiegata l’importanza della prima pianta della quinoa italiana messa a punto dal gruppo di ricerca guidato dal professor Paolo Contini, della Facoltà di Agronomia e coltivazioni erbacee dell’Ateneo fiorentino.

La quinoa andina, pur essendo una pianta provvista di varietà genetica e resistente al deficit idrico, mostrava incapacità di adattamento al nostro sistema climatico mediterraneo, impedendogli di giungere a completa maturazione, alterando così la qualità nutrizionale e rendendo più difficili le operazioni di post raccolta.
Quipu, ottenuta attraverso gli incroci di 150 varietà di quinoa, spiega Paolo Contini, risolve il problema della mancata maturazione grazie ad “un ciclo precoce”, mantenendo “il sapore e i contenuti proteici” di quella andina e la buona tolleranza allo stress idrico, caratteristica, quest’ultima che “la rende particolarmente interessante come coltura da introdurre nelle semine di fine inverno, nelle rotazioni degli ordinamenti colturali non irrigui”.

Quindi la quinoa mady in Italy potrebbe rappresentare “un’interessante alternativa economica e agronomica” da utilizzare non soltanto nel settore alimentare ma anche “farmaceutico, erboristico e nutraceutico”.

Il gruppo dell’Ateneo fiorentino ha iniziato le ricerche nel 1999, in occasione del ruolo dell’Università di coordinatore italiano nel programma Fao-una-Peru American and European Test of Quinoa (Chenopodium Quinoa) e le ha condotte presso il Centro per il Collaudo e il Trasferimento dell’Innovazione di Terre Regionali Toscane, a Cesa (Arezzo) dove è nata Quipu, la prima varietà di quinoa italiana.

L’Università di Firenze ne ha depositato i diritti presso il Community Plant Variety Office, per sfruttarne commercialmente l’utilizzo.

 

Fotografie dall’alto verso il basso: 1) campo di quinoa; 2) Paolo Contini, professore di Agronomia dell’Università di Firenze, coordinatore del gruppo di ricerca

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