Notte europea della geografia. Il racconto di Riccardo Canesi sulle innumerevoli geo-possibilità

 

Notti all’insegna della multiforme divulgazione di una delle materie fondanti della nostra conoscenza: la geografia.

L’EUGEO (Association of Geographical Societies in Europe) sostiene la seconda edizione 2019 di GeoNight / Nuit de la Géographie, promossa dal Comité National Français de Géographie e EUGEO, invitando tutti i suoi membri a diffondere informazioni e condividere notizie sugli eventi che si svolgeranno nei loro rispettivi paesi.

Come leggiamo sul sito dell’EUGEO: “La geografia offre alle persone e alla società conoscenze scientifiche e professionali sulla terra e sul mondo,la cui indagine princiale è la relazione tra le persone, la società e il loro ambiente geospaziale…”

La notte del 5 aprile ha visto, università, enti di ricerca di tutta Europa, mobilitarsi nell’opera di farci vivere e comprendere l’essenza di tale disciplina, laboratori, seminari, percorsi espositivi tematici, passeggiate nei parchi, esplorazioni urbane, con il supporto di strumenti del passato e del presente futuro (atlanti, mappamondi, cartine antiche, droni, satelliti).

Gli eventi proseguono anche nella giornata del 6 aprile

Abba desidera partecipare alla notte simbolica della geografia, riproponendo l’intervista a Riccardo Canesi docente di geografia presso l’ I.I.S. D. Zaccagna – Carrara rientrato nella rosa dei 10 insegnanti migliori di Italia che hanno concorso per l’Italian Teacher Prize.

Navighiamo con il geografo Canesi

Un suo mantra è stato e resta, invogliare gli studenti a conoscere il loro ambiente, storico e naturale. In nome di ciò ha ideato i Campionati nazionali che, grazie alle nuove tecnologie, hanno avvicinato il corpo studentesco a questa particolare materia.

C’è un gran bisogno di didattica alternativa nella scuola italiana per preparare i giovani in modo olistico e non settoriale, dunque sono molto curiosa di conoscere quale sia il approccio con gli studenti.

La sua risposta è secca e cordiale, al tempo stesso, non ha dubbi sulla validità dell’insegnamento di una materia come la geografia e l’importanza di conoscerla per la formazione della persona.

La geografia senza dubbio è di per sé una materia particolare che lungi dal nozionismo, mostra la sua natura sistemica. In tal senso, permette un approccio olistico poiché offre una visione organicistica della realtà e ne supporta la comprensione critica. Sebbene la geografia sia messa da parte, a seguito della riduzione del monte orario, il suo insegnamento risulterebbe rilevante per sviluppare una consapevolezza dell’attualità. Pensi che noi geografi in certo qual modo in questo tempo tacciato dalla tecnologia abbiamo un grande supporto fornito da una moltitudine di applicazioni. Basta pensare al navigatore.

Se ci penso per un attimo. Il navigatore, oltre a portarci dove richiesto, oltre a fornirci percorsi e alternative di viaggio, offre una visione dettagliata del territorio. Focalizza l’attenzione su particolari apparentemente insignificanti, ma che giocano un ruolo essenziale nella vita di tutti i giorni. La geografia con le sue innumerevoli possibilità“.

Incalzo allora con una nuova domanda, la questione si fa molto interessante. Nuove possibilità che spesso non si tengono in considerazione. Nella mia percezione profana, il navigatore è solo uno strumento di orientamento. Chissà quanti studenti la penseranno come me, forse qualcosa non va nell’insegnamento della materia e gli chiedo che cosa si dovrebbe  modificare nei programmi di studio della sua materia?

Perentorio risponde in maniera decisa “bisognerebbe inserirla nel triennio. Attualmente la materia è presente nel biennio ed una tale stratificazione non ne facilita la com-prensione e tantomeno se ne coglie l’utilità sia teorica che pratica.

Non dimentichi che si tratta di giovani studenti appena usciti dalla scuola secondaria di primo grado. Manca la base per alimentare una coscienza del proprio territorio, che non è costituito solo da elementi “geografici” in senso stretto, bensì da una moltitudine di fattori: religiosi, culturali, sociali, antropologici, storici.

Questo depauperamento è stato opera della Ministra Gelmini. Ancora grave è il fatto che nei licei classici e scientifici, la geografia venga insegnata da professori di storia che non sempre hanno una corretta metodologia di analisi e critica. La geografia si fa solo un’ora negli istituti tecnici nautici; è stata abolita negli alberghieri, indirizzo reception. Questo dimostra lo status quo della materia. Il che mi sembra assurdo, basti pensare che l’apprendimento geografico andrebbe potenziato anche solo per imparare a conoscere davvero l’Europa. Si tratta di un vero e proprio gap culturale per il nostro paese che affaccia sul Mediterraneo, che è un crocevia di culture, che oggi rappresenta un approdo per immigrati e profughi.

Senza dubbio la geografia, se ben compresa, offre una visione sistemica del mondo, di una contemporaneità sempre più complessa. Leggere la realtà a questo serve la geografia, ad evitare ad esempio che sorgano e risorgano inutili populismi. La geografia è e deve restare un asse culturale di fondamentale importanza

Quindi, la geografia se impartita con il giusto metodo, diviene ancella dell’educazione all’interculturalità sempre più necessaria per una convivenza civile fra i popoli, le religioni, le tradizioni. Per una globalizzazione dei valori delle nazionalità. Mi appassiono sempre di più “alla materia” e gli chiedo il suo metodo di insegnamento. Se potessi tornare sui banchi di scuola, il mio approccio nei confronti della geografia sarebbe diverso.

“In tutta sincerità ho elaborato il mio metodo d’insegnamento in maniera del tutto naturale. Di certo un ruolo chiave lo ha svolto la mia empatia con i giovani discenti. Io credo fermamente che l’importanza sia non tras-mettere solo dati, ma suscitare sensazioni che si solidificano nel tempo e lasciano il segno. Ovviamente, di volta in volta mi adatto alla classe, alle sue problematiche e alle singole necessità.

Nel campo dell’insegnamento l’esperienza costituisce una chiave di volta per dar vita ad una didattica che, al di là dei discorsi sul metodo, sia ad assetto variabile. La mia passione per la geografia la rende trasversale ad esempio la collego alla musica. Si immagini parlare degli Stati Uniti partendo dai loro idoli musicali. Sapete dove è nata Lady Gaga? Ripeto la passione è il vettore migliore d’insegnamento.

Eppure la passione vacilla, se tiene conto delle condizioni in cui verte la scuola, una precarietà latente. Mancanza di aule, di innovazione tecnologica, spesso il preside non c’è e all’istituto è assegnato un reggente che ha una carica annuale. Io insegno in due scuole diverse e la mia ammenda non vuole essere un grido di corporazione, bensì una generale considerazione inerente la nostra scuola

In effetti non mi sembrano le sue, spurie lamentele, piuttosto colgo un certo rammarico per la decadenza morale e civile che tutto questo comporta. Addirittura mi dice che i geografi hanno meno ore d’insegnamento perché la classe 060 prevede che la materia possa essere insegnata dai biologi.

Ultima domanda: gli chiedo se vuole raccontarmi qualche episodio emblematico durante la sua esperienza didattica di come abbia giovato il suo metodo all’apprendimento.

Un esempio recentissimo. In questi giorni sono in malattia torno domani in servizio. Il mio supplente è un mio ex alunno che si sta laureando in geografia dopo aver abbandonato il percorso di studi in economia.”

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2 Risposte

  1. Riccardo Canesi ha detto:

    La Ministra era la Gelmini non la Giannini, vi prego di rettificare .
    La Giannini si è limitata a non fare nulla
    Grazie

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