1920-2020. Sono cento anni che Modì ci ha lasciato

Era il 24 gennaio 1920 quando all’Ospedale de la Charité, Saint-Étienne,  il pittore  e scultore Amedeo Modigliani, o Modì oppure Dedo, moriva a 35 anni per una meningite tubercolare fulminante, dopo una vita dedita agli eccessi nonostante la sua salute cagionevole fin dall’infanzia. Il giorno dopo la moglie Jeanne Hébuterne si ucciderà, gettandosi dal balcone. Aveva 22 anni e aspettava il loro secondo figlio.  Soltanto dopo 10 anni la famiglia di Jeanne diede il permesso affinché venisse seppellita insieme a Modigliani nel cimitero Père Lachaise di Parigi. Un grande amore reso indissolubile dalla prematura morte di entrambi.

100 anni quindi, nel 2020, saranno trascorsi da quei cupi giorni di gennaio ma Livorno, dove Amedeo Modigliani nacque nel 1884, già da novembre ha iniziato a commemorare l’importante anniversario del suo illustre cittadino con la mostra Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre.

Modigliani e i suoi mecenati

Primo mecentate, fu il medico Paul Alexandre. Modigliani giunse a Parigi nel 1906 – attratto dalle avanguardie artistiche –  dopo aver studiato arte prima Livorno, presso lo studio di Guglielmo Micheli poi a Firenze e Venezia. Si stabilì al Bateau-Lavoir di Montmartre una comune di artisti squattrinati.  Si racconta che per pagarsi da bere si sdebitava con piccoli ritratti chiamati non a caso dessins à boire (disegni da bere).

E fu proprio un’osteria il punto di contatto con Alexandre: alla Lapine Agile Modigliani aveva conosciuto il pittore Henri Doucet il quale a sua volta gli presentò Paul Alexandre che divenne la sua prima fonte di sostentamento e amico fino al 1914. “Sono stato immediatamente folgorato dal suo talento straordinario e volli fare qualche cosa per lui. Gli comprai dei disegni e delle tele. Ma ero solo il suo acquirente” scriverà Alexandre nel 1954 all’editore Giovanni Scheiwiller; nel 1915 quando si arruolò per la Grande Guerra aveva acquistato oltre 500 disegni e una dozzina di quadri.

Ricordiamo, inoltre, Jonas Netter (1867-1946) un commerciante la cui riservatezza di carattere era pari al suo amore per l’arte.  Conobbe Modigliani nel 1915 e rimase affascinato dalla sua arte così come quella di Soutine e Utrillo.

Dell’artista livornese Netter amò da subito l’originalità dei suoi ritratti femminili stilizzati sui lunghi colli affusolati e comprò circa 40 tele del maestro livornese.

Sia Alexandre sia Netter acquistarono le opere di Modì quando erano ancora molto criticate: il primo le acquistò quando venivano considerate invendibili: il secondo si sentiva chiedere dagli amici: “Ma perché compri tutte quelle porcherie?”.

Dobbiamo soprattutto a loro se oggi possiamo ammirare il talento di Modì.

Gli eventi

La mostra al Museo della Città di Livorno (fino al 6 febbraio 2020), voluta dal Comune e curata da Marc Restellini, s’incentra sulle collezioni di Alexander e Netter, con la presentazione di 17 opere di Modigliani tra le quali i ritratti di Jeanne Hébuterne: Jeanne Jeune fille rousse  e  Jeanne Hébuterne au henné entrambe del 1918.

Contemporaneamente  alla mostra livornese,  come riportato dall’Ansa , l’Istituto Amedeo Modigliani (IAM) ha avviato il programma organizzato per le celebrazioni in Italia e all’estero del centenario della morte del maestro.

In Cina…

Tra aprile e maggio 2020 in Cina lo IAM organizzerà due mostre seguendo il format Modlight, ideato e registrato dall’Istituto, ispirato al format delle Mostre Impossibili realizzate a metà degli anni Novanta dalla RAI, la cui tecnologia consente “un viaggio esperienziale” alla scoperta del genio livornese.

L’Istituto nell’ambito della sua missione di divulgazione culturale della vita e delle opere di Amedeo Modigliani, già dal 2015 ha avviato un programma diretto a realizzare opere fedeli agli originali nelle dimensioni 1:1 e nel completo rispetto dei colori. Ciò si è reso possibile avendone acquisito le immagini in HD nonché i diritti dagli editori, collezionisti e musei nazionali ed internazionali.

… a Roma, come risolvere il problema dei falsi e…

Tornando in Italia l’evento centrale del programma sarà la mostra a Roma da giugno 2020 a gennaio 2021 presso il Quirinetta, L’impossibile Modigliani”con 100 opere del maestro livornese e dove con il format Modlight. sarà presentato al mondo l’ologramma Modigliani. Un percorso espositivo, quello romano, che contemplerà anche il forte rapporto che Modigliani ebbe con l’arte africana, messo in risalto con l’ esposizione – accanto ai quadri del maestro – di 2 opere dei più importanti collezionisti di arte africana.

Ancora a Roma alla Casa del Cinema, alla presentazione del libro “Il principe Modigliani di Angelo Longoni (ed. Giunti Editore) il 12 dicembre 2019 seguirà una serie di conferenze, tra le quali, quella di Ahmed Elgammal, professore della Rutgers University (New Jersey – Usa) e direttore de The Art & Artificial Intelligence Lab, che illustrerà come l’utilizzo di uno speciale algoritmo possa consentire di stabilire oggettivamente l’autenticità di un’opera d’arte.

Tema di estrema importanza, quest’ultimo, soprattutto nei confronti della produzione artistica di Modigliani, spesso inquinata dai falsi. Senza andare troppo lontano è di pochi mesi fa il caso genovese che ha visto Joseph Guttmann, mercante e collezionista titolare della Global Art Exhibitions di New York, essere accusato dalla Procura di aver portato in Italia (nel 2017, per la mostra a Palazzo Ducale su Modigliani e Kisling) 21 tele false, 11 delle quali finite sotto sequestro. Guttmann, attraverso La Repubblica (intervista del 5 ottobre 2019) ha dichiarato la sua innocenza e l’indignazione nei confronti “della competenza” italiana. Si andrà a processo e, sul banco degli imputati con Guttmann, ci saranno altre 5 persone.

… per terminare in Sardegna, che, in realtà, segnerà un inizio

Chiuderà il programma del centenario del Maestro l’avvio della realizzazione della Casa tecnologica Modigliani in Sardegna all’interno dell’originaria proprietà immobiliare di Flaminio Modigliani, padre dell’artista che in questi luoghi ebbe società agricole e minerarie. Lo stesso Amedeo trascorse in Sardegna un periodo della sua vita.

Ad Iglesias conobbe Medea Taci, una giovane con i capelli rossi che morì, giovanissima, di meningite tubercolare come accadrà più tardi al pittore . Il giovane Modigliani rese omaggio alla scomparsa della cara amica – avvenuta nel 1898 – con un quadro il Ritratto di Medea del 1900, opera vicina alla corrente dei macchiaioli, ancora molto lontana dalle caratteristiche stilistiche che Modigliani assumerà nel tempo e che lo renderanno celebre e immortale.

 

Fotografie dall’alto: 1) Amedeo Modigliani; 2) Jeanne Hébuterne; 3-4-6) Ritratti eseguiti da Amedeo Modigliani rispettivamente di Paul Alexandre (1909), Jeanne Hébuterne 1918 (Jeanne Jeune fille rousse) 1918 e Medea Tuci (1900 circa)

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