In memoria di Mario Dondero

Posso farle una foto?” era la domanda con la quale cominciavano, o talvolta terminavano, o anche procedevano le conversazioni con Mario Dondero, un “incontratore”, oltre che un fotografo.

Senza far troppa confusione, quasi, con un colpo di click, in mezzo ai suoi cari nella sua terra di adozione, le Marche: così è morto Mario Dondero, uno degli ultimi grandi, grandissimi fotografi italiani.

15-12-24 è morto mario dondero fotografato da Gabriele DominuttiDondero è morto nella serata dello scorso 13 dicembre: due giorni prima del primo click per pubblicare un articolo sul nostro AbbaNews, lui ha scattato il suo ultimo respiro.

La sua figura è così evidente nel panorama culturale, fotografico, storico e giornalistico italiano da meritarsi un’abbondante ridda di racconti, ritratti, aneddoti e articoli su moltissime delle testate giornalistiche italiane di punta, testate sulle quali, con tutta probabilità, almeno una volta è stata pubblicata una sua immagine.

Classe 1928, Mario Dondero è un giovanissimo partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale, e per questo, come per le sue complete convinzioni ideologiche, molti dei pezzi di cui parlavamo si intitolano “il fotografo partigiano“.15-12-24 è morto mario dondero

Ma Mario Dondero era soprattutto un curioso: nasce, infatti, come giornalista, e poi come fotografo. Un fotografo che clicca sulla sua Leica per raccontare, per soddisfare la sua voglia di conoscenza.

Personaggio, così lo raccontano, straordinario: di una eleganza innata, e un’attenzione verso gli altri tipica degli artisti partecipativi. La sua presenza nelle redazioni in cui ha bazzicato per collaborare vendendo scatti e foto era sempre furtiva, semplice, ma al tempo stesso evidente, tanta era la sua aura, il suo carisma reale, la sua eleganza raffinata.

Una presenza, la sua, che è vivida anche nelle sue foto. Foto che sono diventate famose suo malgrado. Lo raccontano squattrinato, Dondero, nonostante fosse in ogni momento della sua vita professionale uno dei professionisti più importanti in attività, con dietro spesso un archivio piuttosto disordinato di scatti inediti che vendeva senza costrizioni.

Scatti che erano multigenere: Dondero era, infatti, sia un meraviglioso ritrattista,

Luciano Ligabue fotografato da Dondero

Luciano Ligabue fotografato da Dondero

sia un vero e proprio corrispondente con la fotocamera in mano. Ecco che nella sua meravigliosa, grande produzione compaiono primi piani intensissimi, sia di persone famose che meno famose: giornalisti, cantanti, politici, soprattutto scrittori, artisti, creativi. Persone che il fotografo voleva conoscere: molto spesso, infatti, nelle sue biografie ritorna questa sua ossessione per il contatto, l’incontro con le persone (“Posso farle una foto?”), la sua fame di umanità. Una fame di umanità che torna e ritorna anche e soprattutto nelle sue foto dal fronte: molte sono le guerre che ha avuto modo di raccontare, con la sua Leica aperta come un cuore pulsante sugli avvenimenti che si trovava a considerare e condividere.

Perdere Dondero è stato, quindi, un lutto enorme per chiunque concepisca la sua professione creativa come un incontro, un lavorio per gli altri, in nome del valore del racconto, della condivisione, della partigianeria partecipata. Un lutto che volevamo condividere. Con voi.

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