Lui e lui coppia civile. Accadeva a Genova nel 1300

Le Unioni civili non sono una conquista dei nostri tempi.  Documenti storici del XIV secolo ci riportano a contratti notarili che a tutti gli effetti univano civilmente 2 uomini, regolando i reciproci diritti e doveri nel corso della convivenza.

Non si trattava di una pratica straordinaria bensì rientrava nella consuetudine e accettata da ogni parte del mosaico sociale del tempo, Chiesa compresa, come dimostrano sia i 2 termini ben precisi ed esplicativi – communio o fraternitas – che indicavano l’atto, sia dal fatto che molti dei contratti sono stati stipulati da Andrea De Cairo, notaio e cancelliere della Curia.

I termini di convivenza erano più evoluti della nostra giovane legge (2016), posto che i figli dell’uno diventano figli anche dell’altro.  I conviventi, infatti, formavano una famiglia a tutti gli effetti, impegnandosi a “dividere il pane, il vino e il vitto com’è giusto che sia”, garantendosi muta assistenza ed essendo riconosciuti eredi l’uno dell’altro.

Nessun documento menziona l’orientamento sessuale dei contraenti: erano tempi in cui la sodomia veniva legalmente punita, ma è evidente che l’atto fissava un legame stretto e vincolante.

Tali atti fanno parte di 1300 filze medievali dell’Archivio di Stato di Genova nei quali si sono imbattute un gruppo di studiose nel corso del progetto di riordino del Fondo notai antichi, iniziato nel 2005.  Ricerca e inventario interrotti nel 2014, a causa della cessazione dei finanziamenti da parte del Miur, come c’informa il sito asgenova.beniculturali.it.

E così, ancora tanto resta da leggere e studiare e nel settembre l’Associazione Liguria Rainbow ha lanciato l’appello a studiosi di buona volontà, affinché sia portato a termine il progetto di studio e riordino dei documenti.

L’Archivio  notarile di Genova è il più antico del mondo; punto di riferimento dei medievisti di tutto il mondo con i suoi documenti che partono dall’inizio dell’anno Mille e presentano una straordinaria varietà di accordi.

Osservava, infatti, la storica Renée Doehaerd (1913-2001 – professoressa di Storia Medievale dell’Università di Bruxelles) che quando ancora nelle altre città italiane gli accordi della vita quotidiana si fermavano alla forma verbale, a Genova si ricorreva ai notai anche per stabilire le questioni più intime, tra coniugi, genitori e figli, amici e così via. E ovunque i genovesi si recassero nel mondo per i loro affari e commerci erano sempre seguiti dai loro notai di fiducia. E, dunque, non c’è luogo del mondo di allora che non conservi la traccia di un notaio genovese.

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