Incontrare Rossini attraverso la competenza narrativa e musicale di Carlo Picchiotti

L’invito era semplice: “Vuoi venire a teatro, c’è una rappresentazione sulla vita di Rossini.” Non potevo non accettare, amo la musica lirica, la conosco abbastanza, specie Verdi, Puccini e Mascagni, ma del grande pesarese non ho mai approfondito la vita privata, anche se le sue opere più importanti le ho ascoltate ed apprezzate.

Così l’incontro in un teatro piccolo, quanto accogliente, si è svolto al buio. Al Barnum dello storico quartiere romano della Garbatella, riesci ad entrarvi uno alla volta, ma ti senti subito avvolto in qualcosa di misterioso. Laggiù, davanti ad un leggio c’è un signore che, nell’introdurre il personaggio Gioacchino Rossini, è subito capace di tenerti bloccato sulla sedia: le sue parole sulla vita del cigno di Pesaro le ascolti, consapevole che colui che parl, è un amico da sempre del compositore.

Probabilmente non si nasce con la passione della musica, ma è lei che ti sceglie come compagno/a, anche se non capisci perché e non sai darti una spiegazione, sai solo che senza di lei ti manca qualcosa. E sicuramente proprio questo ha capito Carlo Picchiotti quando ha cominciato a suonare il pianoforte e raggiungere il diploma, per poi veder spegnersi i sogni di diventare un grande concertista per problemi tendinei alle mani.

Così in punta di piedi mi ha fatto incontrare questo personaggio, un genio,  essenzialmente giudicato teutonico ma che è riuscito a rivoluzionare la musica e farla trionfare, quasi profondendo una contemplazione delle note. Ha creato suoni forti, in crescendo, ha fatto sì che tutti fossero presi da un impulso irrefrenabile di gioia incontrollata.

L’artista è colui che riesce a farti percepire qualche cosa di sensazionale. I  “crescendi” rossiniani sono semplicemente sensazioni che ti attraggono e portano in cielo. I maestri di Rossini furono Haydn e Mozart e perciò fu definito “il tedeschino”, anche se con Gluck  si cominciavano già a leggere quelle melodie profonde dalle quali nascono i “crescendi” ripresi poi da Rossini.

Con sorpresa vengo a sapere che scrisse musica già a 12 anni e la prima opera fu  La cambiale di matrimonio, e  le sue gavotte  nelle stesure lo hanno fatto conoscere in tutto il mondo. Il Barbiere di Siviglia, Guglielmo Tell, La Gazza ladra, L’italiano in Algeri, L’assedio di Corinto, Semiramide. Il viaggio a Reims, Mosè in Egitto, Il signor Bruschino, opere buffe e serie che fanno parte delle 39 da lui scritte prima di ritirarsi a Parigi.

Ma è con la fenomenale composizione dello Stabat Mater che raggiunse la massima espressività dei suoni uniti all’emotività che provocano e non si può non connotare nell’opera l’apollinea forza del Rossini uomo e personaggio.

Il nostro cicerone regala alla platea presente un bagaglio stracarico di un peso fatto di musica e canto, grazie anche alla soprano Olimpia Pagni che ha riempito con la sua splendida voce gli intervalli musicali, ed ha così trasmesso  quello che Picchiotti aveva imparato, pensate che ha conosciuto personalmente la CallasMario Del Monaco e la Tebaldi lo tenne in braccio.

Della prorompente brillantezza della vita del musicista ha aggiunto aneddoti faceti e  lui stesso ha scoperto, ascoltando quelle sinfonie spesso surreali,  un linguaggio assolutamente straripante di note.  Non poteva non accennare a quello che Rossini definiva il giudice più severo dell’orecchio, ovvero: il palato, perché mangiare, cantare, amare e dirigere sono i 4 tempi di quell’opera comica che è la vita.

Si dice che pianse quando vide cadere in acqua un tacchino ed al riguardo famose furono le sue insalate, i maccheroni ripassati al tartufo ed i tournedos, cuore di filetto di manzo al sangue con fois gras e tartufo. Non sono mancati i giudizi su di lui: “Il Mozart italiano” e Giuseppe Mazzini lo definì: “Un titano della musica, un Napoleone di quell’epoca per forza, potenza e coraggio”

.Nel periodo finale della vita divenne ozioso, appartato, ipocondriaco, collerico e con crisi di depressione ripetute, e solo cibo e donne divennero le sue compagne. Raramente ho visto una persona permearsi così nel personaggio di cui narra le gesta ed è stato facile il riceverne le emozioni quasi fossero nuovi ” crescendo” musicali.

A questo punto, attingendo al mio scarso coraggio, non ho potuto fare a meno di fare quattro chiacchiere con Carlo Picchiotti e scoprire che nella vita ha fatto tutt’altro che il musicista.

Ingegnere meccanico con Master in Engineering all’università di Toronto, parla 4 lingue fa progetti in tutto il mondo per Oli&Gas con cariche di consigliere in affiliata italiana ditta petrolifera. Presidente e Amministratore delegato di tutte le società del Gruppo, fa parte di un team di consulenti in affiancamento su progetti tradizionali.

Una carriera di 30 anni in società internazionali. L’arte del comunicare fa dunque parte del bagaglio della sua vita e così è più facile capire perché Rossini e Mozart gli sono “compagni” da sempre.

Così alla domanda”Perché predilige Rossini a  Verdi, Puccini, Bellini ed altri?” La risposta è logica:  “Forse è il mio carattere tendenzialmente forte, concreto che mi porta a rivedermi in lui, a spostare in secondo piano il lato romantico delle opere dei musicisti venuti dopo di lui. ”

Quale opera di Gioacchino è la sua preferita?” chiedo.  “La cambiale di matrimonio tra le farse, La Cenerentola tra le buffe, Guglielmo Tell tra le serie. Ma in assoluto loStabat Mater, anche perchè se mi chiede quale personaggio vorrei essere le dico sicuramente il tenore che interpreta quell’opera, come il ruolo femminile che preferisco è quello della briosa e sbarazzina Rosina, così diversa dalla compagna della mia vita.”

Per lei ci sono differenze tra ascoltare, sentire e vedere le opere? “Se sono a teatro, vedo e partecipo, se sono solo ascolto e percepisco tutti i suoni, se chiudo gli occhi è la musica che entra in me.” 

Il teatro adesso ha una parte importante nella sua vita? “Sì, dopo un incontro con Simona Marchini ho cominciato a scrivere peaces teatrali, una su Mozart e scrivo sotto forma  di conversazioni, incontri culturali, sono in contatto con Rodolfo Laganà per la preparazione  di una commedia sulla forza necessaria per combattere il dolore fisico e di riflesso anche quello mentale”.

Mozart e la sua vita riprenderanno voce  nell’incontro che si terrà il 5 novembre prossimo a Roma presso il circolo della Pipa ai Parioli preceduto da quello che si terrà, sempre alla Garbatella, presso il teatro Barnum, che tratterrà gli aneddoti della storia della musica.

Perchè i geni nella vita di tutti i giorni possono anche essere divertenti.  Ancora tanta musica, canti, e  tante storie, e farle vivere o rivivere anche ai nostri giorni è un compito meritevole, ed in questo Carlo Picchiotti è davvero un maestro.

 

 

 

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.