Premi Nobel 2018

Dall’1 all’8 ottobre 2018 avviene l’assegnazione dei Premi Nobel 2018. Prima edizione dopo gli scandali economici e sessuali delle primavera scorsa, dai quali l’Istituzione svedese ne esce ferita. Il Nobel per la letteratura 2018, infatti, non ci sarà. Annullato per un anno, un gruppo di intellettuali svedesi ha deciso di fondare l’Associazione Nuova Accademia  per assegnare un premio di letteratura alternativo al Nobel sospeso e che sarà annunciato l’11 dicembre 2018, il giorno dopo alle tradizionali cerimonie di premiazione del 10 dicembre di Stoccolma e di Oslo per il Nobel per la pace.

Di seguito, come da tradizione di abbanews.eu, riportiamo il timeline delle assegnazioni.

Nobel per l’Economia

L’8 ottobre 2018 è stato assegnato il Nobel per l’economia a William D. Nordhaus e Paul M. Romer per “aver sviluppato metodi che affrontano le sfide fondamentali e più urgenti del nostro tempo: combinare la crescita sostenibile a lungo termine dell’economia globale con il benessere della popolazione del pianeta”.

Nello specifico Nordhaus ha studiato “l’iter-relazione tra i cambiamenti climatici e l’economia ”, creando il primo modello “per esaminare le conseguenze degli interventi sulla politica climatica”; Romer, invece, si è distinto per le ricerche condotte sulla crescita endogena da cui hanno preso le mosse ulteriori studi sulle politiche tese all’innovazione e alla crescita a lungo termine. “Gli economisti possono perseguire un tasso di crescita sano” ha asserito Romer alla notizia del Nobel.

L’assegnazione del Nobel per l’Economia 2018 è coinciso con la presentazione del Report Global Warming 1,5°, il Rapporto Speciale dell’IPCC, che oltre a lanciare un Sos al mondo,  conferma che la causa dei cambiamenti climatici è da attribuire incontrovertibilmente all’attività umana. E l’Accademia svedese lo ribadisce sottolineando che il lavoro di Nordhaus dimostra come “l’attività economica interagisca con la chimica e la fisica di base sui danni causati dagli effetti del cambiamento climatico”.

Nobel per la Pace

Denis Mukwege e Nadia Murad sono i vincitori del Nobel per la Pace 2018. Lo rende noto l’Accademia svedese il 5 ottobre.  Entrambi sono stati premiati, come spiega la motivazione dell’Accademia per “ i loro sforzi per porre fine alla violenza sessuale intesa come arma di guerra”.

Denis Mukwege è il ginecologo congolese da anni impegnato contro l’impunità riservata allo stupro di massa, contestando anche il Governo del suo Paese per non fermare la pratica della violenza sessuale contro le donne, come strategia e arma di guerra. Nel 1999 ha fondato a Bukava (Congo) il Panzi Hospital che l’ha reso il massimo esperto nella cura dei danni fisici interni da stupro. Nel 2014 il Parlamento europeo gli ha conferito il Premio Sakharov per la libertà di pensiero.

Nadia Murad, irachena, è una delle 3mila ragazze e donne yazide vittime di sequestri stupri e abusi di ogni tipi da parte dei miliziani Isis. Anche per i combattenti del sedicente stato islamico gli abusi sono stati adottati come parte del piano bellico. Rapita dai terroristi nell’agosto 2014, la Murad riuscì a fuggire dalla prigionia nel novembre successivo, raggiungendo la Germania. Nel dicembre 2015 presso, il Consiglio di Sicurezza Onu, ha raccontato la sua storia  mettendo in rilievo la piaga della tratta degli esseri umani e dei rifugiati. Ha raccolto l’odissea delle ragazze sequestrate e trattate come sabaya (schiave) dai terroristi ISIS nel libro L’ultima ragazza (ed. Mondadori).  Anche la Murad, come Mukwege, ha ricevuto il Premio Sakharov 2016, stesso anno in cui l’Iraq l’aveva  candidata per il Nobel.

Nobel per la Chimica

Il green contraddistingue l’assegnazione del Nobel per la Chimica che l’Accademia di Svezia ha assegnato il 3 ottobre a Frances H. Arnold, George P. Smith e Sir Gregory P. Winter. La motivazione del riconoscimento parla di un premio diviso in due: una metà va a Frances H. Arnold per la scoperta “sull’evoluzione diretta degli enzimi” mentre l’altra metà va congiuntamente a George P. Smith e Sir Winter “per la visualizzazione fagica di peptidi (batteriofagi) e anticorpi”.

Frances H. Arnold, seconda donna a ricevere il premio svedese nel 2018 e quinta nella storia della chimica, ha concentrato i suoi studi sugli enzimi, giacché strumenti che l’evoluzione naturale utilizza per guidare e modificare la vita sulla Terra. Approfondimenti successivi hanno permesso di mettere a punto tecniche che controllano e manipolano gli enzimi, con applicazione nei campi più vari: dai biocarburanti, ai farmaci.
George P. Smith ha studiato i batteriofagi, ossia quei virus che infettano i batteri, trasformandoli in proteine. Sir Wilson riprendendo le ricerche di Smith è approdato al controllo dell’evoluzione degli anticorpi “in modo da ritagliarli su misura per svolgere determinate funzione”: il metodo fago display.
Il primo anticorpo con tale tecnica è stato ottenuto nel 2002: denominato adalimumab è stato approvato per la terapia dell’artrite reumatoide.

Nobel per la Fisica

Il 2 ottobre il Premio per la Fisica è stato assegnato a Gérard Mourou, Arthur Ashkin e Donna Strickland per le loro ricerche che hanno permesso le applicazioni del laser in molti e svariati campi (dall’industria alla biomedicina). A Mourou e Strickland si deve il metodo che ha reso il laser più versatile, aprendo alla generazione di raggi d’impulsi ultra-brevi. Ad Ashkin invece l’approdo alle ‘pinzette ottiche’, ovverosia la creazione di un sistema che permette attraverso il laser di tagliare, spingere o tirare oggetti di dimensione microscopica.

Era dal 1963 che non veniva assegnato il Nobel per la fisica a una donna e, da oggi sono 3 da quando l’importante premio è stato istituito nel 1901.  Prima di Donna Strickland il Nobel per la fisica ha premiato Madame Curie (Maria Skłodowska) nel 1903 per i suoi studi sulla radioattività e Maria Goeppert Mayer nel 1963, per le scoperte condotte sulla struttura nucleare.

Nobel per la medicina

Il 1° ottobre l’Accademia svedese ha annunciato i nomi del Nobel per la medicina. Premiati James P. Allison e Tasuku Honjo  per i traguardi raggiunti nel contrasto contro il tumore. Il loro lavoro ha rilevato i meccanismi attivati dal sistema immunitario dell’organismo umano quando è attaccato dalle cellule tumorali.

Gli studi di Allison si sono concentrati sulle proteine che fanno da freno al sistema immunitario, da cui l’intuizione che manipolando la loro funzione frenante si sarebbe approdati a un sistema di aggressione per i tumori. Honjo ha proseguito in questa direzione, aggiungendo un nuovo importante tassello, scoprendo una proteina delle cellule tumorali che funziona sì come freno, ma con un meccanismo diverso rispetto a quelli noti fino allora.  I lavori di entrambi si sono stati tradotti in nuovi approcci promettenti contro il cancro.

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