I 5 errori da evitare quando si cerca lavoro

I 5 errori da evitare quando si cerca lavoro. Un sondaggio della Carrerbuilder mostra come dei piccoli accorgimenti possano favorire l'assunzione.Autostima, resilienza, proattività sono tra le caratteristiche e gli atteggiamenti, più invocati quando di parla di ricerca di lavoro, ma forse un eccesso di tali “ingredienti” potrebbe non favorire l’assunzione.

Un sondaggio di Carrerbuilder, multinazionale agenzia di lavoro statunitense, mostra i 5 errori che potrebbero diminuire le possibilità di ascoltare l’ambita affermazione: “ Lei è assunto/a”.

Quanto ci ritroviamo nel sondaggio statunitense? Probabilmente in tutti e cinque i punti, dato che, aldilà delle tipicità locali che richiedono gestualità e comportamenti diversi, esistono dei “must” di comportamento lavorativo che potrebbero favorire le nostre performance a livello transnazionale. Occhio al follow up mail.
Punti elementari

Uno degli errori più comuni e catastrofici che si commettono nella ricerca del lavoro è l’utilizzo di un curriculum e lettera di presentazione generici per ogni opportunità lavorativa. Il 54 per cento di chi cerca lavoro non personalizza il proprio cv per ogni potenziale datore di lavoro- un grande bandiera rossa per i selezionatori del personale. Il cv deve essere confezionato “su misura” per la “vestibilità” della job description.

 Intestazione generica da evitare

In inglese si è soliti utilizzare la formula “To Whom it May Concern, noi in Italia, usiamo generici “Gentilissimi”; Gentile Responsabile del personale…. L’84% dei candidati non si adoperano a scoprire quale sia il nominativo del referente della selezione del personale. Fare una piccola ricerca e candidarsi direttamente al selezionatore mostra che si ha volontà di compiere qualche passo in più per raggiungere i propri obiettivi sia nella ricerca che nel lavoro stesso.

Tralasciare la lettera di presentazione

Scrivere un curriculum in modo personalizzato è faticoso, quindi l’aggiunta di una lettera di accompagnamento ad hoc è probabilmente l’ultima cosa che si vorrebbe fare. Non c’è da meravigliarsi  che il 45 per cento delle persone in cerca di lavoro non includa una lettera di accompagnamento al proprio curriculum. Eppure, questa è l’ occasione per umanizzare ciò che è scritto nel curriculum ed evidenziare in modo discorsivo le proprie caratteristiche ed esperienze che ci rendono la persona giusta per quel lavoro.

Non farsi vivo dopo il primo colloquio

Il 36 per cento di chi cerca lavoro non procede a richiamare il potenziale datore di lavoro dopo avere sostenuto il primo colloquio. In questo modo si rischia che la candidatura si perda nella confusione della posta ricevuta di cui sono inondati i selezionatori. Farsi sentire non è fastidioso se lo si fa in modo adeguato, anzi a far sì che i propri requisiti e preparazione siano notati.

Follow up mail. Non solo grazie

L’invio di una nota di ringraziamento dopo un colloquio sembra un passo ovvio, ma il 57 per cento di chi cerca lavoro non lo fa. Non solo i datori di lavoro si aspettano di riceverne una, ma offre anche la possibilità di ribadire il motivo per cui si è la persona giusta per il lavoro. Inoltre rappresenta un’occasione per evidenziare qualcosa che si può avere dimenticato di menzionare durante il colloquio. Che si tratti di e-mail, posta ordinaria o entrambi, si consiglia di inviare un ringraziamento a coloro con cui si è realizzato il colloquio, e di farlo in modo tempestivo.

Per “follow up mail” si intende dunque una comunicazione, ancora poco conosciuta, in cui si ringrazia dell’opportunità di colloquio e si coglie l’occasione per ribadire o sottolineare caratteristiche ed esperienze che potrebbero essere sfuggite in fase colloquio.

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