“Vita sulla Luna”. La prima fake news compie 182 anni

“C’è vita sulla Luna!”. Questo titolo ha fatto la storia del giornalismo. Perché è stato il titolo della prima, conclamata, autentica fake news della Storia. Una notizia falsa deliberatamente inventata pur di tirar copie. Che racconta – presa un po’ di lato – molto della nostra attuale era postmoderna.

Il viaggio di “buona speranza” dell’astronomo

Era il 25 agosto del 1835, ovvero, un afoso giorno come tanti altri di 182 anni fa. E il New York Sun fece un vero e proprio scoop: “C’è vita sulla Luna!, e John Herschel l’ha vista!”. Herschel era – si raccontava nell’articolo – un astronomo inglese che aveva intrapreso un viaggio verso il Capo di Buona Speranza per studiare i cieli meridionali. E nel girovagare a capo in su aveva fatto la scoperta del millennio: sulla Luna c’era vita! Dotato di un grande telescopio – raccontava il Sun riprendendo a dir suo un articolo dell’Edinburgh Journal of Science – l’astronomo inglese aveva visto fiumi, spiagge, templi abbandonati, animali e pure una strana specie che descrisse come un “incrocio tra uomo e pipistrello, con esemplari maschili e femminili“.

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Uno scoop planetario

Il New York Sun il giorno successivo, ovvero il 26 agosto, con la seconda puntata del fantasmagorico resoconto vendette 19mila copie in poche ore, ovvero la più ampia diffusione mai avuta fino ad allora da qualsiasi altro quotidiano in qualsiasi altra parte del mondo. E si dotò per la prima volta di strilloni, ovvero di ragazzetti che vendevano il giornale per le strade urlandone il titolo (possiamo chiamarli “notifiche”, come se le strade della Grande Mela fossero una paleo-pagina di Facebook?).

Gli articoli che raccontavano le mirabolanti visioni telescopiche di Herschel, raccolti in un libro, tirarono 60mila copie esaurite nella sola New York in pochi giorni. E fecero letteralmente il giro del mondo. A Napoli, ad esempio, furono velocemente tradotti dal francese e pubblicati in un opuscolo illustrato con delle litografie di Leopoldo Galluzzo che, grazie a quelle tavole, ebbe una fama internazionale.

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Fermi tutti, è tutto falso

In poche settimane, però, la verità non poteva non venire a galla. L’astronomo inglese non era mai andato al Capo di Buona Speranza. Non aveva un così potente telescopio. E non aveva visto niente di strano sulla Luna. Anzi, l’astronomo inglese John Herschel altri non era che Richard Adams Locke, proprio il proprietario del New York Sun. Anticipando Orson Welles e la sua “Guerra dei mondi” di 103 anni, si giustificò dapprima dicendo che voleva soltanto scrivere un racconto di fantascienza, confermando poi di averlo fatto apposta per far aumentare le tirature anemiche del suo giornale.

Le Fake News sono parte di noi

Oltre che a raccontar l’aneddoto che è una delle pietre miliari della storia del giornalismo mondiale abbiamo voluto questo articolo su Abbanews per renderci conto insieme a voi di quanto sia innervato di fake news il nostro stesso concetto di pubblicità e comunicazione pubblica. 182 anni fa un giornale in crisi di tiratura si inventò di sana pianta una notizia fantasmagorica. Non solo: nel rispondere alle prime critiche quelli del New York Sun seguirono una strategia che per certi versi pare del tutto assonante con le risposte che sta dando Trump alla grande stampa USA che si è schierata inaspettatamente compatta contro il presidente repubblicano. Scrive su questo Quartz, un sito americano di approfondita informazione: “La consumata ignoranza si trova sempre a essere incredula di fronte alle grandi scoperte scientifiche, perché probabilmente non le ha capite”. E quanto le fake news influiscono sulla diffusione della “consumata ignoranza”?

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Ne abbiamo paura, al punto che un gigantesco fatto sociale come Facebook si trova a doversi dotare di uno strumento anti-fake (ve lo ricordate?, lo abbiamo scritto su abbanews qualche settimana fa). E ci hanno prodotto – come diceva Quartz e come vuole Trump – una sostanziale diffidenza verso qualsiasi novità intraprendente, qualsiasi rivoluzione. Siamo diventati fruitori di informazione anemici come erano le tirature del New York Sun: diffidenti e controvoglia, sommersi dai media e dalla loro autorevolezza minata irrimediabilmente da alcune (tante, ma comunque pochissime rispetto alle notizie vere) fake news pompate ad arte o messe su per gioco in questo mirabolante luogo che è il web 2.0.

Il New York Sun, subissato e affogato di critiche dopo aver svelato la truffa lunare, sprofondò in un banco di sabbie mobili di false notizie.  Richard Adams Locke, per tentare di sostenere il proprio impegno, pubblicò una notevole quantità di citazioni e di scienziati “divulgatori”. Alcune di quelle citazioni erano fuori contesto, altre completamente inventate…  Dimostrando un assunto base: le fake news sono come le ciliegie, una tira l’altra.

E ci stanno riempiendo la testa ben più del loro stesso numero e valore. Da 182 anni…

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