Corte d’Appello di Torino. Danni alla salute per l’utilizzo prolungato del cellulare, più probabili che non

L’uso prolungato del cellulare può causare seri danni alla salute. Lo sostiene la Corte d’Appello di Torino che il 14 gennaio 2020 ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Ivrea nell’aprile 2017 che riconobbe il ricorso di Roberto Romeo, un dipendente della Telecom Italia, che affermava che il neurinoma dell’acustico, tumore benigno ma invalidante, che l’aveva colpito era dipeso dall’aver trascorso per 15 anni dalle 4 alle 5 ore diarie al cellulare  di prima generazione e  senza protezioni, per motivi di lavoro.

Il tumore gli era stato diagnosticato nel 2010, dopo che Romeo era ricorso al medico a causa dei disturbi all’udito e alla “sensazione di avere continuamente le orecchie tappate”, come ha raccontato lo stesso Romeo alla stampa. Il neurinoma ha richiesto l’asportazione del nervo acustico dell’orecchio destro e ciò gli ha procurato la perdita dell’udito.

Nel 2017 il perito nominato dal Tribunale di Ivrea aveva riconosciuto a Romeo un danno biologico permanente del 23% e il giudice, riconoscendo la malattia professionale, aveva decretato che l’INAIL gli versasse 500 euro mensili per tutta la vita, a titolo d’indennità.  Indennità confermata dalla Corte d’Appello che ha riconosciuto il danno subito dal ricorrente ribadendo nella sentenza che “esiste una legge scientifica di copertura che supporta l’affermazione del nesso causale, secondo i criteri probabilistici ‘più probabile che non”.

Nonostante la scienza ufficiale non abbia riscontrato la correlazione tra il diffuso utilizzo dei telefonini e lo sviluppo dei tumori cerebrali, ricordiamo la sentenza del Tar del Lazio, di appena un anno fa, che obbligava i Ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione di adottare  in fretta una campagna informativa sui rischi per la salute e per l’ambiente causati dall’uso prolungato e improprio degli apparecchi cordless e che, al tempo stesso diffondesse e specificasse le corrette norme per l’uso degli stessi. Perché se al momento la scienza esclude il nesso tra lo smartphone (la cui tecnologia di ultima generazione ha reso più sicuro) e l’incidenza del tumore al cervello (riferimento temporale: ultimi 10 anni) è pur vero che alcune ricerche mettono in luce la pericolosità del loro uso  smodato, tra le prime cause – esempio non trascurabile – degli incidenti stradali.

 

 

 

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