Sentenza corte europea definisce neutra la nozione di coniuge

Per l’Unione Europea la concezione di coniuge a proposito del diritto sancito dalla stessa istituzione in merito alla libertà di circolazione nella propria area, comprende anche i coniugi dello stesso sesso. Gli Stati – membri sono liberi di riconoscere o no il matrimonio omosessuale, ma non possono porre ostacoli alla libertà di soggiorno di un cittadino extracomunitario (in nome della direttiva  concernente la libertà di circolazione, 2004/38/Ce) nell’area dell’Unione, se familiare, quindi anche coniuge dello stesso sesso, di cittadino comunitario.

Lo stabilisce la Corte di Giustizia dell’Unione Europea a seguito del ricorso ricevuto dalla coppia formata dal rumeno Relu Adrian Coman e dal marito, lo statunitense Clabourn Hamilton, i quali dopo aver convissuto negli Usa, nel 2010 hanno contratto matrimonio a Bruxelles.  Dopo 2 anni i coniugi hanno richiesto alla Romania il permesso di soggiorno permanente per Hamilton, perché familiare di Coman.
Ma la risposta delle autorità rumene è stata negativa: ha concesso a Hamilton soltanto il permesso di soggiorno temporaneo (3 mesi), non riconoscendogli la condizione di coniuge, posto che Bucarest non riconosce i matrimoni omosessuali.
Coman e Hamilton si sono appellati alla giustizia rumena, denunciando, in nome del diritto di libera circolazione nell’UE, una discriminazione fondata sull’orientamento sessuale.

La Corte Costituzionale rumena si è rivolta, quindi, alla Corte di Giustizia europea per avere chiarezza sulla nozione di coniuge di un cittadino dell’Unione, in virtù della libertà di  circolazione nell’UE.
Ed è proprio in nome della direttiva che sancisce la libertà di circolazione che la Corte europea ha stabilito che la nozione di coniuge è neutra dal punto di vista del genere e include anche il coniuge dello stesso sesso di un cittadino UE.  Hamilton quindi ha diritto al permesso di soggiorno permanente. La Corte europea ha poi precisato che lo stato civile delle persone è materia di ogni singolo Stato – membro e che il diritto dell’Unione Europea non inficia tale competenza. Ogni Stato, quindi, rimane libero se riconoscere o no il matrimonio omosessuale.
Ma per tutti la sentenza della Corte di Giustizia europea ha, di fatto, comparato il matrimonio tra persone dello stesso a quello eterosessuale, per tutti gli Stati – membri. Ed è  ritenuto un passaggio storico.

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