Un albero per Morrone. Attacco piromane al Parco della Majella

Incendio Monte Morrone notteDa giorni il Monte Morrone brucia. Dal pomeriggio del 19 agosto 2017 è scoppiato un vasto incendio sul versante di Sulmona del gruppo montuoso del Morrone, dell’Appennino centrale abruzzese, nel parco nazionale della Majella.

Le fiamme hanno lambito le case della frazione di Marane. I residenti per cercare di difendersi dall’espandersi del fuoco, hanno scavato con i loro trattori trincee frangi-fiamme. All’opera, senza sosta, i Vigili del Fuoco coadiuvati dai volontari della Protezione Civile. Ma nonostante il loro impegno estremo, è stato richiesto l’intervento dell’esercito. Complessivamente il piano antincendio regionale si sta dimostrando inefficace.

Riferisce rete5tv che gli ettari completamente arsi sono, mentre scriviamo, sono saliti a 450. Accertato che l’incendio è stato appiccato per mano di un piromane e la Procura ha aperto un fascicolo per disastro ambientale.

 L’Arta (Agenzia regionale tutela ambiente) ha attivato punti di monitoraggio nelle zone maggiormente colpite dalla fiamme, per verificare la qualità dell’aria e se gli agenti prodotti dall’incendio possano avere conseguenze nocive sugli uomini e sugli animali. Richiesta anche un’analisi geomorfologica delle aree a ridosso delle abitazioni per verificare eventuali rischi di smottamenti.

È dal 16 agosto che la Riserva è sotto attacco dei piromani. Il primo incendio è scoppiato il 16 agosto tra Rocca Pia e Pettorano sul Gizio, seguito da 6 focolai nei pressi del Congesa.  Come per l’incendio del Monte Morrone sono stati ritrovati gli inneschi, spesso resti di razzi pirotecnici usati abitualmente dai piromani.  Per questo si nutrono pochi dubbi che esista un piano preordinato per bruciare le montagne abruzzesi .

Oremo Di Nino, direttore del Parco Nazionale della Majella ha dichiarato che si tratta “di un vero e proprio attacco a una delle montagne simbolo del Parco Nazionale delle Majella che ha toccato ampie zone di riserva integrale”.  Un grave danno alla biodiversità del Parco, rileva Oremo Di Dino, in uno dei settori più belli e di pregio. “I danni”, termina il direttore “saranno visibili per anni”.

Per questo già si pensa al rimboschimento della zona ferita del Monte e sul social network Facebook è nata la pagina “Un albero per il Morrone” su iniziativa di Davide Di Febbo, del gruppo Sei di Sulmona.

Una community che si prefigge lo scopo di mantenere vivo il ricordo del disastro naturale, affinché, una volta domate le fiamme si proceda subitamente al risanamento. Un desiderio condiviso da molti; in pochi giorni la pagina ha raccolto oltre 3000 sostenitori.

L’estate 2017 ha visto  divampare  incendi in tutta la Penisola. A oggi la regione più colpita è stata la Sicilia, seguita da Lazio e Campania.
Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento della Protezione civile, ancora nel luglio scorso ha dichiarato che il 2017 ha raggiunto il record assoluto di richieste di spegnimento incendi degli ultimi 10 anni: 955,  delle quali 325 nella sola settimana dal 10 al 17 luglio.

Nelle cause il clima, molto caldo e secco, ha fatto la sua parte. Ma molto spesso gli incendi sono stati causati dall’azione umana volontaria o involontaria; il 60% è stato di natura dolosa.

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